Un'affermazione che è risuonata quasi come un programma di governo all'insegna della collegialità: "Non dobbiamo cedere mai al pessimismo, all'amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno"
“Siete i preti del Santo Padre”. Lo ha detto, stamane, Papa Francesco ai porporati (anche gli ultraottantenni non elettori) presenti a Roma, ricevendoli nella sala Clementina in Vaticano. Il neo Pontefice aveva tra le mani due fogli, ma numerosissime sono state le integrazioni fatte a braccio. “Andrò prima dalla Madonna e poi dal sarto”, aveva annunciato Bergoglio subito dopo l’elezione. Evidentemente deve aver saltato il secondo impegno perché la sua veste bianca è ancora troppo lunga – a Benedetto XVI capitò il contrario – e lo fa inciampare sugli scalini del tronetto.
Nel suo breve discorso Papa Francesco ha ringraziato i tre cardinali che hanno presieduto la Sede Vacante: il decano Angelo Sodano, il “capo del conclave” Giovanni Battista Re e il camerlengo Tarcisio Bertone. Ringraziando anche i cardinali malati Francesco ha dato la notizia di un infarto che ha colpito il porporato argentino Jorge Mejía. Ma il più grande e sentito pensiero di gratitudine Francesco lo ha rivolto al suo diretto predecessore “Papa Benedetto XVI“, lo ha chiamato proprio così. Bergoglio ha sottolineato l’umiltà del Pontefice emerito e il gesto della rinuncia a regnare da lui compiuto, assicurando che accompagnerà Ratzinger con la preghiera.
Quello di Francesco è stato un discorso ricco di spunti significativi per intuire i punti salienti di quello che sarà il suo pontificato. Un aspetto importante sottolineato dal neo Papa è stato quella della missionarietà, di una Chiesa che si deve aprire alle periferie del mondo. Espressioni forti, come quelle pronunciate, ieri pomeriggio, nella sua prima omelia da Papa, si sono alternate anche stamane: “L’unità delle differenze è l’armonia”. Un’affermazione che è risuonata quasi come un programma di governo all’insegna della collegialità. “Non dobbiamo cedere mai al pessimismo, all’amarezza che il diavolo ci offre ogni giorno”. E poi una breve ma intensa catechesi sulla vecchiaia che il Papa ha definito “sede della sapienza della famiglia“, paragonando la saggezza al vino buono che migliora con il tempo.”Doniamo ai giovani questa sapienza della vita”, è stato l’invito del Papa, che citando un poeta tedesco ha aggiunto che questo “è il tempo della tranquillità e della preghiera”.
Grandissima la cordialità e l’informalità di Francesco con tutti i cardinali che lo hanno salutato ad uno ad uno al termine del suo breve discorso. Abbracci, benedizioni, confidenze, piccoli doni, persino qualche braccialetto che il Papa ha indossato subito al polso destro. Si respira davvero quel clima di famiglia che Francesco ha sottolineato nelle sue parole di saluto. Negli occhi dei cardinali elettori e non, molti dei quali amici del cardinale Bergoglio divenuto Papa Francesco, il sorriso di chi vede la barca di Pietro affidata a un buon timoniere.