Se Cipro chiede aiuto alla Grecia, allora a Nicosia c’è davvero qualcosa che non va. Sembra uno scherzo, ma invece è vero: il neo eletto presidente cipriota Nicos Anastasiades sembra intenzionato a chiedere 2 miliardi di aiuti ad Atene per salvare (o almeno a provarci) le banche cipriote esposte proprio in Grecia. Insomma Nicosia sembra essere pronta a tutto pur di evitare le condizioni che verranno chieste da Bruxelles in cambio degli aiuti internazionali. Scontata la risposta della Grecia di fronte ad una simile richiesta: non ci sono soldi.
“Faremo tutto il possibile per salvare il Paese dalla crisi economica il più presto possibile, ma si tratta di una strada di certo non non disseminata di rose”, ha detto il presidente cipriota Anastasiades prima di incontrare a tu per tu il Premier greco Antonis Samaras. Nel dettaglio Cipro ha bisogno di almeno 17 miliardi di euro per salvare le proprie banche (8-9 miliardi) e le casse pubbliche dal crac, una cifra che potrebbe non sembrare enorme ma che rappresenta comunque il 100% del Pil dell’isola.
Le banche cipriote più inguaiate sono Bank of Cyprus e Popular Bank, le più esposte in Grecia negli anni passati (si calcola per un totale di 17,5 miliardi). Una vera e propria bolla bancaria che è andata gonfiando nel tempo raggiungendo livelli insostenibili e ospitando, molto presumibilmente, anche attività illecite. Non a caso nell’ultimo Eurogruppo a Bruxelles quasi interamente dedicato a Cipro si è parlato chiaramente di “riciclaggio di denaro sporco”, con Berlino a chiedere esplicitamente “più trasparenza” in cambio degli aiuti internazionali.
Ma attenzione: Nicosia gli aiuti internazionali li vorrebbe, ma a far paura sono proprio le condizioni per ottenerli. “Se ci vogliono portare alla distruzione allora siamo pronti a dire addio all’euro e a tornare alla nostra vecchia moneta”, ha tuonato l’arcivescovo di Cipro Chrysostomos, una figura molto autorevole sull’isola, contro le condizioni che potrebbero essere chieste da Ue e Fmi. Insomma le assicurazioni del neo presidente Anastasiades, che Cipro “non accetterà mai il taglio sui depositi”, sembrano non bastare.
D’altronde quando l’acqua arriva alla gola, purtroppo si è costretti ad accettare tutto. La situazione economica e finanziaria di Cipro è molto grave. Il tasso di disoccupazione è ormai arrivato al 22% e il debito pubblico al 145% del Pil a febbraio. “L’economia di Cipro è piccola ma non lo è il suo rischio sistemico sull’Eurozona”, ha detto recentemente Mario Draghi. Insomma, il preludio perfetto per condizioni di austerità alquanto rigide.
@AlessioPisano