E’ apparso visibilmente emozionato Piero Grasso, nel suo discorso d’insediamento al Senato. Le prime parole del neo presidente hanno fatto riferimento alla fase costituente, esempio di come il Paese sappia unirsi nel momento del bisogno. “Il Paese mai come oggi ha bisogno di risposte rapide ed efficaci, all’altezza della crisi sociale e politica che sta vivendo. Mai come ora la storia italiana s’intreccia con quella europea. Entrando qui mi ha colpito l’affresco sul soffitto con 4 parole: lavoro, giustizia, diritto fortezza e concordia di cui il paese ha disperatamente bisogno come della pace sociale. Domani è l’anniversario dell’Unità d’Italia, quando è cominciata la nostra storia. Nei 152 anni, nei momenti più difficili, abbiamo saputo unirci, affermare con fermezza i valori comuni e trovare un pensiero condiviso. Durante la fase costituente della nostra Repubblica uomini e donne hanno saputo unirsi per darci una delle carte che ancora oggi è considerata una delle più belle mondo”.
Grasso ha poi ringraziato Emilio Colombo, che in mattinata ha ricordato l’anniversario della strage di via Fani. “Oggi è il 16 marzo e non posso che ringraziare il presidente Colombo che questa mattina ha ricordato il rapimento di Aldo Moro e la strage di via Fani. Le vittime erano dei servitori dello Stato, a loro va il nostro omaggio deferente e commosso. Bisogna dare dignità e risorse alle forze dell’ordine e della magistratura. Quel giorno non fu il dramma di un solo uomo, ma dell’intero Paese. Moro era l’uomo che aveva compreso le speranze di rigenerazione della società italiana”.
Il neo presidente ha fatto riferimento anche al proprio passato di procuratore antimafia e si è rammaricato di non aver potuto partecipare alla giornata di ricordo delle vittime a Firenze: “Oggi migliaia di giovani hanno partecipato alla giornata per il ricordo delle vittime della mafia. M’è spiaciuto non essere con loro come ogni anno. Ho dedicato la mia vita alla lotta alla mafia e pensavo di essere utile al Paese in forza dell’esperienza, ma la vita riserva sorprese”. Grasso ha sottolineato la volontà di continuare a contribuire “da questo scranno alla soluzione dei problemi del Paese. Ho sempre cercato verità e giustizia e continuerò a farlo, impegnandomi affinché venga istituita una nuova commissione di inchiesta su tutte le stragi irrisolte del Paese”.
“Se potessi scegliere un momento della nostra storia citerei un momento che abbraccia a uno a uno tutte le vittime. Mi riferisco all’intervento della moglie dell’agente Vito Schifani morto nella strage di Capaci: non ho dimenticato le sue parole il giorno dei funerali del marito, quel microfono strappato alle cerimonie e ai riti: ‘Chiedo che venga fatta giustizia – disse Rosaria Costa rivolgendosi agli uomini della mafia – Io vi perdono, se avete il coraggio di cambiare. Ma loro non cambiano'”. L’aula ha risposto alzandosi in piedi e applaudendo a lungo il neo presidente.
Secondo Grasso la politica “va cambiata e ripensata dal profondo nei costi, nelle regole, nei servizi e nelle consuetudini, nella sua immagine rispondendo ai segnali che i cittadini ci mandano”. “Quest’aula – ha aggiunto – spero diventi come una casa di vetro”. In conclusione del suo discorso, Grasso ha voluto fare un riferimento ad Antonio Caponnetto: “Chiudo ricordando cosa mi disse il Capo dell’ufficio istruzione del tribunale di Palermo, Antonino Caponnetto, poco prima di entrare nell’aula del maxi processo: ‘Fatti forza, ragazzo, vai avanti a schiena dritta e testa alta e segui sempre e soltanto la voce della tua coscienza’. Sono certo che in questo momento e in quest’aula l’avrebbe ripetuto a ciascuno di noi”.