Giunto alla settima edizione, Youngabout International Film Festival (18- 24 marzo 2013) è una manifestazione dedicata al cinema contemporaneo per ragazze e ragazzi, con aperture sulle arti visive e le nuove tecnologie, spaziando attraverso tematiche legate all’adolescenza e a temi sociali come ecologia, esclusione sociale e dialogo interculturale. E’ ideato e organizzato dall’Associazione culturale “Gli anni in tasca” in sinergia con le Istituzioni locali e nazionali, insieme a vivaci realtà culturali del territorio.
L’associazione organizza inoltre da 17 anni la rassegna internazionale “Un film nello zaino” , il cinema per bambini e bambine da 3 anni in su, proponendo film in versione originale ed è forse anche grazie a questo lavoro di alfabetizzazione cinematografica a Bologna che i giovani e giovanissimi spettatori apprezzano molto i film in versione originale.
Due sezioni a concorso: una dedicata a lungometraggi con il meglio della produzione internazionale (otto titoli in prima visione nazionale, in versione originale con sottotitoli in italiano); una dedicata ai corti ( 18 titoli, frutto di una selezione tra le opere pervenute in risposta al bando diffuso grazie a diverse piattaforme multimediali), una miniera di idee, sperimentazioni formali e contenutistiche. Due le giurie: una di studenti delle scuole superiori e dell’università, e una giuria di operatori del settore.
Il programma dei lungometraggi prevede la proiezione di alcuni documentari di pregevole fattura, ad alto tasso emotivo, a cominciare da Bitter Seeds, (regia di Micha X. Peled, USA, 2011, 88’) (prima visione nazionale) (lunedì 18 alle ore 21,45 e giovedì 21 marzo alle ore 9,30), un’inchiesta condotta in India da una ragazza di appena 18 anni, giornalista in erba, per elaborare il lutto della tragica perdita del padre, uno dei tanti contadini che hanno scelto di morire per i debiti contratti con la Monsanto, multinazionale dispensatrice dei semi OGM del cotone.
Altro documentario (in prima visione europea il 19 marzo alle 9,30 e il 21 marzo alle 21,15) di forte impatto è The Creators : South Africa Through the Eyes of Its Artists, (Regia di Laura Gamse e Jacques De Villiers, Sud Africa, 2011, 83’) un viaggio emozionante tra le diverse culture underground di Cape Town che aiutano a rendere possibili esistenze altrimenti destinate alla sofferenza e alla rinuncia. E’ così che il canto, la danza, la musica, le pitture murali danno voce a sensibilità estreme, dall’equilibrio incerto. Nel fango e nella povere può persino capitare di sentire intonare le arie amate da Pavarotti e allora è davvero difficile trattenere le lacrime. Rising Sun, (regia di di Fabiane Kimoto, Germania, 2012, 75’) (martedì 19 marzo alle 21,15 e giovedì 21 marzo alle 9,30) ci travolge con la vitalità dei ritmi frenetici della break dance praticata dai “duri e puri”, insensibili ai richiami del mercato, Roc Kidz Crew “Devi rinunciare alla tua vecchia vita prima di poterne iniziare una nuova” è il motto degli otto membri del gruppo Roc Kidz, una delle più autentiche formazioni hip-hop attualmente sulle scene.
I lungometraggi di fiction propongono storie che ci interrogano, come cittadini e come persone, accadimenti che non possiamo fingere di ignorare e che tante conseguenze hanno negli equilibri mondiali. Assistendo alla proiezione (giovedì 21 marzo ore 9,30 e 19,30) di A bottle in the Gaza sea, (Regia di Thierry Binisti, Francia, Israele, Canada, 2012, 90’ ) ci si domanda quale esito avrebbe potuto avere la tormentata storia d’amore tra Romeo e Giulietta se i due giovani avessero potuto affidarsi ai social network…. E’ possibile che una ragazza israeliana possa innamorarsi di un ragazzo palestinese che non ha mai visto di persona? Sarebbe loro permesso, dalle rispettive famiglie, vivere questa relazione?
Il film La Playa (di Juan Andrés Arango, Colombia, Brasile, Francia, 2012, 89’ 2012)(mercoledì 20 marzo, 21,15 e venerdì 22 marzo ore 9,30) ci porta a vedere il mondo dal punto di vista del giovanissimo Tomas che con i fratelli Jairo e Chaco si è rifugiato a Bogotà, lasciandosi alle spalle il villaggio natio, reso sempre più insicuro dalla guerriglia che tormenta da tempo la sua terra e che ha causato la morte violenta del padre. Il suo sguardo, all’inizio sperduto tra le strade spaziose della grande città, si fa via via più deciso, per farsi largo in una società ostile e diffidente. La vita di chi si trasferisce altrove per sfuggire al dolore e alla povertà.
My dad is Baryshnikov, (Moy papa Baryshnikov) (Regia Dimitry Povolotsky, Russia, 2011, 88’) prima visione italiana (18 marzo, ore 9,30 e 19 marzo ore 19,30) ci riporta nella Russia ai tempi della Perestroika: i confini si stanno aprendo e la musica rock sta invadendo i vicoli di Mosca. Con sottile sense of humour il regista racconta una storia in parte autobiografica, narrando l’avventura occorsa all’adolescente Borya, autoconvintosi di essere una promessa della danza e ostinato allievo della prestigiosa scuola di ballo dell’Accademia del Bolshoi e alla sua arte di arrangiarsi come venditore, e soprattutto tra i suoi compagni di scuola, al mercato nero, dei bluejeans.
Dall’Argentina viene il bel film Nosilatiaj. La belleza, (Regia: Daniela Seggiaro, Argentina, 2012, 83’) (martedì 19 marzo, ore 9,30 e mercoledì 20 marzo ore 19,30) “I tuoi capelli saranno belli come i rami di un albero. Non permettere mai a nessuno di tagliarli.” I capelli di Yolanda, una giovane di origini Wichi (popolazione aborigena del nord est dell’Argentina), sono folti, neri e le arrivano sino ai fianchi. I capelli sono il suo orgoglio e la sua forza, simbolo di bellezza connotato da significati speciali secondo la cultura Wichi. Nonostante la giovane età, Yolanda lavora come cameriera in una famiglia creola, con molti bambini. Il film sa raccontare l’invidia e il desiderio di possesso: l’unica ricchezza di Yolanda fa gola a chi possiede un benessere solo materiale e non ha altri valori.
Musical chairs, Regia di Susan Seidelman, USA, 2011, 102’ prima visione europea (mercoledì 20 marzo ore 9,30 e venerdì 22 marzo ore 21 per questa replica proiettato nel Teatro Parco della Montagnola) introduce gli spettatori nel variegato, straordinario mondo degli artisti-atleti che praticano la DanceAbility.
Importanti anche alcuni incontri extraproiezione: Rainbow (Rights Against Intolerance Building An Open-Minded World) ovvero combattere l’omofobia a scuola con il Cinema, una tavola rotonda che si terrà nella sala multimediale della Biblioteca Ruffilli,mercoledì 21 marzo, ore 17-19, con ospiti il presidente del Cassero Vincenzo Branà e la psicologa Paola Marmocchi; e YoungLegalità, 23 marzo, ore 15,30 / Sala del Silenzio, vicolo Bolognetti 2, un incontro che intende coinvolgere le ragazze e i ragazzi in un percorso di crescita e di consapevolezza che li porti a comprendere l’intensità simbolica e le implicazioni sociali della parola “legalità”. In sintonia con la proiezione del documentario The creators, lungometraggio in concorso, si proporrà anche una riflessione sul modo di intendere arte e cultura come ancore di salvezza per riuscire a “uscire” o a “non entrare” in una condizione in cui la persona diventa ostaggio di gente senza scrupoli o di apparati regolati da logiche perverse.
Infine il Premio all’artista viene assegnato a Michele Riondino (sabato 23 marzo) attore versatile, attivo nel cinema, nella televisione e nel teatro, e ora anche scrittore, per il coraggio delle sue idee e per il suo impegno sociale, nel saper lottare insieme ai suoi concittadini per vedere riconosciuto il loro diritto alla salute e al rispetto delle regole.
I luoghi del festival: Cinema Odeon, Via Mascarella 3 – Biblioteca Ruffilli, Vicolo Bolognetti 2 – Teatro Parco della Montagnola, Via Irnerio, 2/3 (all’interno del parco) – ZOO, strada Maggiore 50