Il commento migliore è quello del titolo di apertura del Secolo XIX : “Che bella coppia”, (del peggiore parleremo dopo). Intanto aggiungo il mio: che bella giornata! E che bello per chi l’ha seguita in tv. Dove si è visto tutto. Non i retroscena, le richieste, le promesse, le discussioni tra i vari gruppi e al loro interno, su cui oggi molto si dilungano i giornali, ma un episodio che ha suscitato meno attenzione, che a me è sembrato molto significativo.
Parlo del tentativo, estremo e al contempo teso a giocare d’anticipo, fatto da Calderoli, un noto costituzionalista, e sostenuto dal collega Palma per vanificare l’elezione di Pietro Grasso, sollevando la questione della maggioranza relativa che si sarebbe dovuta estendere, secondo le raffinate interpretazioni dei due senatori, anche alle schede bianche. Ecco, quelle immagini dei due che si arrampicano sugli specchi del latinorum in salsa bergamasca per impedire l’elezione del nuovo (in tutti i sensi) presidente del Senato (o forse più ragionevolmente per rinviarla creando un altro legittimo impedimento), la dicono lunga su chi siede sui banchi del centro destra e per parecchi anni è stato su quelli del governo: un gruppo di azzeccagarbugli intenzionati a paralizzare, con le loro commedie, le istituzioni dello stato, quando temono di perderne il controllo. Un terrore più che un timore, a giudicare dal volto di Palma che non vuole credere alla possibilità che l’assemblea possa essere retta da un uomo che ha dedicato la vita a combattere la mafia. Un’ipotesi davvero inquietante. E’ bastata, poi, la pacata e argomentata risposta di un anziano signore democristiano per ridicolizzare la manfrina e i loro autori. A volte, checché ne dicano alcuni dei commentatori del mio blog che mi considerano uno che perde il suo tempo a guardare la tv, è proprio dalle immagini televisive che si coglie appieno il senso delle cose.
Altre volte, invece, basta leggere i giornali, anzi Il giornale, dove oggi Sallusti definisce la nuova (e che novità!) presidente della Camera “terzomondista, giustizialista e arrogante”. Ora, essere terzomondista non è un peccato – lo è un po’ anche il Papa. Giustizialista non ho mai capito cosa significhi, anzi lo so benissimo: è una delle tante teorie fasulle inventate da chi sappiamo bene per fare confusione. Mi sono, invece, chiesto da cosa può nascere l’accusa di arroganza per una persona così educata e rispettosa, come è apparsa nel suo primo discorso parlamentare pieno di proposte e fatto con la mitezza dei grandi. Ma ho trovato subito la risposta: che una donna, per di più bella ed elegante, abbia ottenuto alti incarichi a livello internazionale, e ora la terza carica dello stato, senza neanche sottoporsi a un casting dalle parti di Arcore, non può che essere considerato, da quelle parti, un atto di arroganza insopportabile.