Il presidente di Confindustria, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, sottolinea l'importanza di ricominciare a investire per la crescita e la necessità da parte dello Stato di restituite i 48 miliardi di debiti alle imprese. Su M5S: "Alcuni punti sono condivisibili"
“Un governo che sia capace di governare”. E’ quello che serve all’Italia in questo momento secondo Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria. E’ necessario “un governo possibilmente stabile, che metta al centro della sua azione, anche prima di qualsiasi intervento politico o istituzionale l’attenzione all’economia reale”. Squinzi, ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa, riguardo alla possibilità di un ritorno alle urne, si augura “che alla fine il buonsenso prevalga”.
“Noi proponiamo una terapia d’urto per rilanciare l’economia italiana nei primi cento giorni” spiega e precisa che “per rimetter in moto l’economia è indispensabile che lo stato restituisca al più presto 48 miliardi di crediti alle imprese” su un totale di 71 miliardi che il centro studi di Confindustria stima essere la massa del debito statale verso i propri fornitori. “In questo momento il paese è terrorizzato, i cittadini non investono più – aggiunge – è una situazione che non ho mai visto da quando faccio l’imprenditore, quindi da 50 anni”. Secondo il presidente di Confindustria per trovare i fondi si potrebbero anche allentare i vincoli sul deficit: “Rimango un europeista convinto, ma tutta Europa sta scontando pesantemente il rigore per gli obblighi di pareggio di bilancio”. Per il settore del credito Squinzi non esclude una “moratoria per l’applicazione di Basilea 3 perché nel momento in cui alcuni grandi Paesi, Stati Uniti per primi, hanno chiaramente detto che non la applicheranno, per l’Europa, e in modo particolare per l’Italia, applicare Basilea 3 sarebbe un suicidio economico“. “Banche e imprese devono collaborare – ha concluso – e noi abbiamo una collaborazione continua con l’Abi proprio perché cerchiamo di individuare quello che è possibile fare nel breve per ridare credito alle imprese perché se non ripartono loro la crescita non può ripartire”.
E sulla situazione politica dichiara: ”Il Movimento 5 stelle ha raccolto voti di persone che erano scontente, alcuni punti del suo programma sono anche condivisibili, ma non sono assolutamente d’accordo con l’idea della decrescita felice”. Squinzi spiega che tra i punti condivisibili vi è la “riduzione dei costi della politica, dello Stato e la semplificazione delle istituzioni”, ma ricorda che “solo l’impresa può creare ricchezza, valore sociale e occupazione”. L’imprenditore conclude poi ricordando che M5S è stata l’unica forza politica che prima delle elezioni “non ha accettato il nostro invito” per presentare le proposte di Confindustria.