Con le parole del neo presidente del Senato Pietro Grasso sulla creazione di una nuova Commissione stragi, la legislatura non poteva aprirsi nel modo migliore. E dal mio punto di vista, oltre a essere una prospettiva in cui ho creduto da ben prima dell’inizio di questa mia avventura politica, se si procederà in questo senso, due sono i punti fondamentali da analizzare: il fenomeno mafioso accanto a quello terroristico.
Mi spiego. Fin da quando, poco meno di un anno fa, ho scritto dell’ipotesi di istituire una procura nazionale antiterrorismo, l’ho fatto con la consapevolezza che storia e ruolo della criminalità organizzata si sono evoluti di pari passo a quelli della criminalità politica. Oggi abbiamo migliaia di atti giudiziari che lo confermano.
Se dunque vogliamo procedere nell’analisi del passato recente della nostra Repubblica, dobbiamo indagare fino in fondo i loro incroci e raccordi, che iniziano nel 1943 e che si incontrano sempre, via via che scorrono gli anni del secondo dopoguerra. Eventi come il golpe Borghese del 1970, il separatismo siciliano, le vicende Sindona e Calvi sono solo gli esempi più noti a tutti.
Ecco. La nuova Commissione stragi deve addentrarsi sul parallelismo mafia-terrorismo che conduce anche allo Stato. Deve fare la storia esatta delle tante trattative che si sono vissute, deve tornare a scandagliare la P2 di Licio Gelli, deve approfondire il ruolo della massoneria negli eventi più foschi del Paese, non deve dimenticare quanto lo Ior sia stato determinante e quanto abbia costituito uno di quei tasselli economico-finanziari che, insieme ad altri, hanno sostenuto il crimine e lo stragismo.
Solo così si arriverà ai mandanti, a chi ha deciso che i cittadini innocenti diventassero carne da macello in nome della tutela di logiche, poteri e carriere. Anche per questo mi sono candidato e sono stato eletto in questa legislatura, la diciassettesima della Repubblica. Dunque le mie energie sono a disposizione per proseguire in un lavoro interrotto nel 2001, quando la precedente Commissione stragi venne smantellata e con essa, dal punto di vista istituzionale, si smise di indagare sull’oscuro passato dell’Italia.