Il segretario provinciale di Bologna ribatte all'accusa dell'Usb: "Siamo con i lavoratori e vogliamo partecipino alla costruzione del futuro progetto della biblioteca. Tra spending review e blocco turn over coperta corta per i finanziamenti comunali. Se arrivano dei privati non li caccerei via"
“Nel comunicato Usb pubblicato sul Fatto Emilia Romagna mi viene attribuito di avere un ruolo in un accordo preventivo che non esiste”. Il segretario provinciale della Camera del Lavoro, Danilo Gruppi, bolla come “una boiata” l’idea che la Cgil si sia già accordata con l’amministrazione comunale bolognese per ciò che riguarda il futuro di Sala Borsa e dei suoi dipendenti.
“Siamo sulla stessa linea dei lavoratori della biblioteca che obiettano nel merito dell’apertura domenicale e soprattutto siamo contro l’idea delle precettazione tramite ordine di servizio”, prosegue, “insomma non si può procedere con l’imposizione dall’alto per i dipendenti comunali e quelli della coop Working che gestiscono il servizio di Sala Borsa. Chiediamo quindi che si prosegua nel confronto tra le parti e che nell’incontro che si terrà il 27 marzo vengano convocati anche i rappresentanti dei lavoratori per avere un loro coinvolgimento diretto nel progettare il futuro di un’eccellenza culturale della città”.
Ipotesi di fondazioni o privatizzazioni non sono nell’orizzonte del futuro di Sala Borsa: “I lavoratori sono giustamente preoccupati per il loro futuro e allo stesso tempo non ci metteremo nemmeno a fare le nozze coi fichi secchi. Il servizio Sala Borsa va valorizzato, secondo me, aprendo la domenica e il lunedì. Poi ovviamente visti i tagli della spending review e il blocco del turn over, la coperta dei finanziamenti comunali diventa sempre più corta. Se qualche privato si fa avanti, personalmente, non lo caccerei via”.