L'azienda ha messo nero su bianco le sue richieste: azzeramento integrativo, chiusura delle sedi estere e 110 prepensionamenti in tre anni. Al via la ristrutturazione anche alla divisione periodici di via Rizzoli: gli esuberi saranno 270. Il giornale non sarà in edicola mercoledì e giovedì
Due giorni di sciopero contro il piano di ristrutturazione dell’azienda. Mercoledì e giovedì il Corriere della Sera non sarà in edicola, dopo che Rcs ha messo nero su bianco le sue richieste: azzeramento integrativo, chiusura delle sedi estere e 110 prepensionamenti in tre anni.
La situazione resta critica anche nelle sezioni periodici, libri e pubblicità. L’azienda ha comunicato ai rappresentanti sindacali 270 esuberi tra amministrativi e grafici della sede di via Rizzoli, dove sono impiegati tutti i dipendenti che non fanno parte della divisione quotidiani del gruppo, che opera nella storica sede di via Solferino.
Gli esuberi comprendono 70 prepensionamenti, 90 posizioni che verranno date in outsourcing (nei settori tesoreria, contabilità, amministrazione, It, fiscale e facilities), 30 “efficientamenti”, che si suppone siano quindi le persone messe direttamente in mobilità, e 80 esuberi collegati invece alla cessione delle dieci testate dei periodici in vendita. Intanto si va verso una nuova convocazione del cda venerdì 22 marzo per un “aggiornamento” in vista del consiglio decisivo del 27. In ogni caso, il consiglio di venerdì 22 non dovrebbe avere delibere all’ordine del giorno.