Sto leggendo l’interessante libro scritto a sei mani da Dario Fo, Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio, dal titolo “Il Grillo canta sempre al tramonto”. Un punto particolarmente importante che i tre affrontano nel corso delle loro lunghe conversazioni riguarda l’immigrazione nel nostro Paese. Afferma al riguardo Dario Fo: “Se permettete, io contesto anche questa idea leghista che l’immigrato, specie se clandestino, sia assolutamente artefice di criminalità e che il suo ingresso abusivo crei anche danno economico al nostro Stato. Tanto per cominciare, è risaputo che il lavoro degli immigrati crea ogni anno l’entrata della bellezza di sei miliardi di euro di tasse nelle casse dello Stato e che gli stranieri, in rapporto, sono quelli che evadono meno il fisco.. Ancora, voglio ricordare che la percentuale di nuovi nati da coppie straniere salva dal collasso la crescita demografica nel nostro Paese”.
Queste parole inconfutabili evidenziano il ruolo positivo che i migranti sono chiamati a svolgere nel futuro dell’Italia e dell’Europa. Occorre un atteggiamento culturale e istituzionale che sia adeguato a gestire il fenomeno e lo faccia nel segno dell’eguaglianza fra cittadini e migranti, sotto la cui egida è possibile quella modernizzazione che permetterà a tutte le persone residenti nel nostro Paese, quale che ne sia l’origine, di godere dei loro sacrosanti diritti. A tale fine peraltro occorre anche sottolineare come sia necessario un totale rovesciamento delle attuali politiche recessive europee basate su principio del pareggio di bilancio e del mantenimento di privilegi e disuguaglianze economiche e sociali.
Nell’introduzione al libro da me curato, di prossima pubblicazione, sul tema ‘Immigrazione, asilo e cittadinanza universale’, cui hanno partecipato una ventina di studiose/i e operatrici del settore, affermo fra l’altro che: “Le migrazioni sono, con ogni evidenza, uno dei terreni di sfida più importanti per l’affermazione effettiva dei diritti umani nel mondo, proprio per l’evidente debolezza di coloro che ne sono i protagonisti… i movimenti di popolazione avvengono, dato che rispondono da un lato all’insopprimibile volontà degli emigranti di evadere da contesti sempre meno vivibili, e dall’altro a un interesse economico dei Paesi di destinazione. Ma, le migrazioni, se correttamente governate nel rispetto dei diritti di tutti i soggetti coinvolti, possono risultare un fattore di progresso a livello non solo e non tanto economico, ma soprattutto sociale, culturale e civile, dato che da tempo immemorabile l’incontro, e perfino lo scontro, tra raggruppamenti differenti per origine, mentalità e valori costituisce un motore senza eguali per l’avanzamento del genere umano. Oltre ad essere il terreno d’elezione per la promozione e l’insegnamento di quell’“identità terrestre” la cui importanza è stata affermata fra gli altri da Edgar Morin”.
Nel mio saggio ‘Razzismo istituzionale v. cittadinanza universale’ affermo poi che “Sul piano strutturale, agendo su di uno degli elementi fondamentali dello Stato, e cioè la sua popolazione, il fenomeno migratorio opera in effetti una sorta di mescolanza che, se adeguatamente gestita e condotta a termine, può consentire l’emersione di nuove prospettive culturali e di una consapevolezza ben più all’altezza delle presenti sfide globali. Valorizzare questa circostanza è possibile a condizione di innovare l’ordinamento statale in modo tale da recepire a pieno questo nuovo apporto, trasformandolo in ulteriore fattore propulsivo della democrazia e non già in elemento di crisi della stessa. Siamo, al momento, nel bel mezzo del guado contrassegnato da questa per molti versi drammatica e sicuramente decisiva scelta alternativa”.
E’ a tutti evidente come la sfida dell’immigrazione sia decisiva per estendere le frontiere della democrazia e dei diritti, non solo per gli immigrati ma anche e soprattutto per gli indigeni. Battere le strategie dei razzisti che, come Alba Dorata in Grecia, battono la grancassa della discriminazione come via d’uscita dalla crisi, si rivela quindi fondamentale. Vanno approvate anche al più presto le leggi sulla cittadinanza e sull’asilo. Da tale punto di vista è certamente segnale molto positivo che sia stata eletta alla presidenza della Camera una donna come Laura Boldrini da sempre impegnata su questi temi.