Fino al 21 aprile 2013 al MAXXI di Roma, da fotografi italiani e stranieri le istantanee sull'Alta Velocità come il ponte di ferro sul fiume Po, il tunnel di Fontanellato, il viadotto Modena, le gallerie naturali del percorso urbano di Bologna
Fotografia, ricerca e territorio: difficile non pensare al ponte di Brooklyn o alla ferrovia transcontinentale, all’elettrificazione delle campagne sovietiche o ai grandi progetti di cui la fotografia è stata testimone, celebrando un progresso che ha inevitabilmente contribuito a costruire il modello visivo della cosiddetta grande opera pubblica.
Fino al 21 aprile, grazie alla mostra TAV. Bologna – Milano organizzata dal MAXXI Architettura di Roma e curata da Francesca Fabiani e William Guerrieri, saranno esposte oltre 100 fotografie che raccontano come l’occhio dei fotografi sia cambiato nel tempo, spostando l’attenzione dalla progettazione dei grandi manufatti degli anni Settanta alle trasformazioni che essa produce sul paesaggio, sia in termini fisici sia sociali. Quest’approccio ha reso possibile una più consapevole partecipazione ai processi di cambiamento, conferendo allo spettatore potere di autonomia e di valutazione.
Spiega Margherita Guccione, Direttore del MAXXI Architettura: “L’indagine dei fotografi sui paesaggi delle infrastrutture si conferma uno straordinario strumento per leggere la contemporaneità e per interagire con il pensiero di chi progetta i grandi scenari territoriali”.
Dal 2003 al 2009 l’indagine fotografica condotta sui lavori per l’Alta Velocità della tratta Bologna – Milano, ha esplorato le innumerevoli conseguenze territoriali di questa grande opera, attraverso la visione multipla e diacronica di una decina di fotografi di diverse nazionalità.
Alla base di queste analisi sta una concezione del progetto fotografico inteso come ricerca antiretorica e anti-spettacolare, senza pretese di esaustività o generalizzazioni teoriche. Un metodo che si basa sul principio fondamentale che più autori possano contribuire a un’azione conoscitiva di tipo collettivo, in virtù della moltiplicazione dei punti di vista e delle strategie di visione.
Sono state prese in considerazione alcune aree vicine ai cantieri, come il ponte di ferro sul fiume Po, il tunnel di Fontanellato, il viadotto Modena, le gallerie naturali del percorso urbano di Bologna, mentre nell’ultima fase (2008 – 2009), grazie alla collaborazione di architetti, urbanisti e storici, l’indagine è stata rivolta alle opere di mitigazione ambientale e alla tecnologia utilizzata per il controllo della marcia del treno.
Il progetto d’indagine è stato realizzato da Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea un’associazione di enti pubblici con sede a Rubiera (Reggio Emilia) che dai primi anni Novanta conduce un’attività d’indagine fotografica sul territorio, soprattutto regionale, testimoniandone i caratteri locali ma anche l’impatto della globalizzazione.
In occasione dell’inaugurazione della mostra, presso la Sala Graziella Lonardi Buontempo del MAXXI B.A.S.E. si terrà Raccontare la ricerca TAV: un incontro/confronto per capire come si è sviluppato uno dei più significativi progetti d’indagine sul territorio, che ha saputo evidenziare l’impatto fisico e sociale dei processi economici della globalizzazione attraverso la più qualificata ricerca fotografica nazionale e internazionale. L’indagine condotta sulla costruzione dell’imponente infrastruttura per l’Alta Velocità della tratta Bologna – Milano tra il 2003 e il 2009 è occasione per riflettere sull’etica della progettazione nella relazione con il territorio, sul ruolo sociale e conoscitivo della fotografia, sul suo rapporto con la progettazione architettonica e urbanistica.
Per info: info@fondazionemaxxi.it