Una malattia morale, passeggera come un’influenza di stagione. Così Benedetto Croce definì il fascismo, inconsapevolmente fiaccandone i potenziali oppositori: che senso avrebbe avuto lottare contro un male fisiologico, parentesi temporanea in una storia liberale?
Croce non riuscì forse a comprendere quanto Giolitti e Mussolini fossero moralmente e politicamente vicini: perché se Gaetano Salvemini definì Giolitti ‘ministro della malavita‘, denunciandone le clientele e le impunità, non diversamente Emilio Lussu tracciò una perfetta descrizione di Mussolini corruttore, prima che violento dittatore.
A differenza di Croce, il giovane Piero Gobetti non esitò a definire il fascismo come ‘autobiografia di una nazione’ che di liberale aveva avuto ben poco.
E ora, dopo una campagna elettorale, tra promesse becere e ambiguità, mi è tornata in mente proprio questa osservazione: la politica come specchio della nazione. Se anche una legislatura potrebbe apparire come una temporanea ‘malattia morale’, un ventennio di affarismo e collusione non può che essere una rassegnata presa d’atto dell’analfabetismo democratico della società italiana.
La situazione in cui ci troviamo non è che la diretta conseguenza dell’adeguarsi degli italiani al motto fascista ‘Me ne frego’ e l’unico modo per uscirne, dunque, è cambiare la propria massima di vita, soppiantando l’indifferenza con ‘I care’, come fece scrivere Don Milani nell’aula della sua scuola, cioè il “mi interessa, mi sta a cuore”.
Solo con l’attenzione e l’impegno potremo rinforzare la coscienza civica collettiva e sconfiggere il fascismo odierno, perché, come affermava Pasolini: “Non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, del fondo brutalmente egoista di una società”.
P.S. Dalle 15 di sabato, 23 marzo, data simbolica per il fascismo (nel 1919 furono fondati i Fasci di Combattimento), a Milano, in piazza Mercanti, davanti alla Loggia dedicata ai combattenti per la Libertà, racconteremo che cosa è stato il fascismo, con le parole di Piero Gobetti, Gaetano Salvemini, Emilio Lussu…
Perché il fascismo si nutre di ignoranza e l’ignoranza si sconfigge con la storia e la cultura.
Perché “un giorno il fascismo si curerà con la psicanalisi”, ma per ora iniziamo con l’informazione.
Perché non “me ne frego” ma “I care”.
Qui l’evento fb.