Per il leader dei 5 Stelle il taglio del 30% degli emolumenti dei presidenti di Camera e Senato non bastano: devono convincere i partiti a fare altrettanto e a rinunciare ai rimborsi elettorali. Nel frattempo, riunione dei grillini a Montecitorio. Crimi: "Chiederemo a Napolitano un governo a 5 Stelle"
Al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano domani nelle consultazioni il M5S proporrà “quello che abbiamo sempre detto: il governo 5 Stelle. Abbiamo venti punti in programma”: parola del capogruppo al senato Vito Crimi al termine di una giornata caratterizzata da incontri istituzionali, proteste e post sul blog del leader e iniziata con lo stesso Crimi che in mattinata si è visto con il presidente del Senato Pietro Grasso. Motivo dell’incontro, spiegano fonti del Movimento, la questione dei tagli delle indennità e dei rimborsi ai parlamentari, anche se è probabile che nel corso del colloquio sia stata affrontata anche la questione delle nomine nell’ufficio di presidenza.
Grillo sul suo blog: “I tagli non bastano”
E sempre sui tagli verte l’ultimo post di Beppe Grillo sul suo sito. Il leader del M5S, infatti, non è soddisfatto della mossa dei presidenti di Camera e Senato, i quali hanno annunciato che si ridurranno lo stipendio del 30 per cento. A Grillo non basta. “Bene, ma quale stipendio? Si tratta di quello da parlamentare o dell’indennità aggiuntiva per i presidenti di Camera e Senato?” ha chiesto il comico. Un interrogativo che lo stesso leader dei 5 Stelle motiva subito dopo: “Non è spiegato, ma è un dettaglio importante che i cittadini devono conoscere. Il M5S rifiuta in toto le indennità di carica: Antonio Venturino, 5 stelle eletto in Sicilia, ha rinunciato ai 3.244,22 euro al mese e all’auto blu che gli sarebbero spettati in quanto vice presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana” ha sottolineato Grillo, che partendo dal paragone con il ‘suo’esponente ha chiesto ai presidenti di Camera e Senato di “rinunciare all’indennità di carica e dimezzarsi l’indennità da parlamentare, come dei veri cittadini a 5 Stelle, ed essere d’esempio a tutti i parlamentari”.
L’ex comico genovese, tuttavia, non si è limitato all’appello, spingendosi a proporre anche una soluzione (ovviamente nello stile dei 5 Stelle). Per introdurla, Grillo ha ripreso le parole di Laura Boldrini e Pietro Grasso: “Nella nota congiunta rilasciata dai due presidenti dopo un incontro si legge: ‘Nell’incontro si è convenuto di proporre misure riguardanti il trattamento economico complessivo dei parlamentari, che saranno in concreto definite una volta costituito l’Ufficio di Presidenza, con l’obiettivo di realizzare un risparmio tra il trenta e il cinquanta per cento della relativa spesa’” ha scritto Grillo, che poi ha proposto la sua soluzione. “Una proposta c’è già ed è molto semplice: 5 mila euro lordi mensili invece di 11.283 euro lordi, rinuncia all’assegno di solidarietà e obbligo di giustificare, rendicontare e pubblicare ogni spesa rimborsata”.
L’appello a Grasso e Boldrini
Quello proposto da Grillo non è un esperimento: “I cittadini portavoce del M5S in Parlamento l’hanno già fatto – ha sottolineato Grillo – Se Boldrini e Grasso proponessero questa misura il risparmio annuale sarebbe di circa 70 milioni. Grasso ieri ha detto di ‘non essere una foglia di fico, ma una quercia che si è già messa al lavoro’. Può dimostrarlo” ha detto il comico genovese, che poi, sempre riferendosi a Grasso, ha lanciato il vero appello: “Chieda a tutti i partiti, insieme alla presidente Boldrini, di rinunciare ai rimborsi elettorali previsti per questa legislatura. Un atto di giustizia nei confronti del popolo italiano che si sentirebbe finalmente rappresentato da due delle istituzioni massime della Repubblica. I partiti non possono farlo, ma voi siete stati scelti in quanto vi dichiarate estranei al sistema. “Fatelo voi!”, come ha urlato Dario Fo dal palco dello Tsunami Tour ai 100mila di Milano. Boldrini, Grasso, assumetevi la responsabilità che il vostro ruolo impone, chiedete il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari e la rinuncia dei rimborsi elettorali. #FateloVoi!”.
I ‘comunicatori’ Messora e Martinelli in silenzio stampa
Da ieri sera sono in silenzio stampa i ‘comunicatori’ del M5S Claudio Messora e Daniele Martinelli. Il primo parla “di macchina del fango che sta lavorando a pieno regime” ora anche contro di lui e lamenta di suoi ‘virgolettati’ mai pronunciati sulla possibilità di dare la fiducia al governo. E così, dopo aver chiesto rettifica a Libero annuncia: “Da domani, non parlerò più con nessuno. Non prendetevela con me. Se tra di voi c’è qualche bravo giornalista, che vada piuttosto all’ordine dei giornalisti e chieda di radiare questi buffoni, perché screditano tutta la categoria”. Anche Martinelli ha chiuso i canali di comunicazione con la stampa: “Sono stato nominato consulente di un gruppo parlamentare e vengo trattato da giornali e tv come un addetto stampa che fa da megafono del movimento” scrive Martinelli che precisa: “Non sono il Capezzone della situazione”. E dunque, “ ho deciso che non parlerò più con nessuno. Nessuna radio e nessuna tivù. I miei interlocutori saranno solo i deputati della Camera”.
Chi parlerà ora con la stampa per conto del M5S? ”Coloro che parlano a nome dei gruppi e dei parlamentari sono Vito Crimi e Roberta Lombardi” ha spiegato il deputato Roberto Fico, secondo cui “non c’è nessuno scontro. Abbiamo chiesto una mano per la comunicazione: la presenza di due consulenti era prevista prima ancora che entrassimo in Parlamento”.
Domani Grillo alle consultazioni. Poi visita all’ambasciata Usa
Beppe Grillo sarà stasera a Roma per le consultazioni al Quirinale. Il leader del M5S accompagnerà domani mattina i capigruppo al Senato e alla Camera, Vito Crimi e Roberta Lombardi all’incontro con Napolitano e dopo, secondo quanto si apprende, potrebbe essere con loro anche per la visita istituzionale prevista all’ambasciata americana con l’ambasciatore David Thorne.