“Governo subito, il Colle si muove per questo”. Così i presidenti delle Camere dopo l’incontro con Giorgio Napolitano al Quirinale. Sono iniziate questa mattina le consultazioni. Il primo ad essere ricevuto è stato il presidente del Senato Piero Grasso che ha spiegato che con il capo dello Stato hanno raggiunto “la concorde determinazione della necessità assoluta di dare un Governo al Paese”. Il presidente del Senato, dopo un colloquio di 45 minuti con Napolitano, ha spiegato che “quindi si deve iniziare a percorrere tutte le strade per raggiungere questo obiettivo”.
Dopo Grasso è toccato alla presidente della Camera Laura Boldrini. “Con il presidente Napolitano – ha spiegato – abbiamo convenuto che c’è bisogno di un Governo il prima possibile e quindi il presidente esplorerà le strade per arrivare a questo scopo”. “Napolitano intende risolvere subito” ha aggiunto la Boldrini in merito alle intenzioni di Napolitano sulla formazione del nuovo esecutivo. “E’ stato un bell’incontro – spiega Boldrini conversando con i cronisti – Però ora non spetta a noi ma al presidente della Repubblica esplorare le strade” per consentire la formazione di un governo”. Tutti i partiti più influenti in Parlamento saliranno al Colle domani, come da calendario fissato dalla presidenza della Repubblica. Nel pomeriggio, in particolare, sono previste le consultazioni di Sinistra Ecologia e Libertà e Scelta Civica le cui delegazioni saranno guidate da Nichi Vendola e Mario Monti.
Scelta Civica: “Governo solido con principali partiti”
Governo solido che prosegua l’azione iniziata da Monti e che coinvolga i principali partiti. E’ la posizione ufficiale che Scelta Civica ha esposto al presidente della Repubblica durante le consultazioni: “Nonostante le evidenti difficoltà crediamo sia possibile e doveroso dare risposte di governabilità con l’assunzione di responsabilità delle principali forze politiche disponibili sulla strada dell’Europa e delle riforme necessarie per il risanamento finanziario e la crescita” hanno detto i portavoce del movimento che fa capo a Mario Monti. In una nota, poi, i gruppi parlamentari di Scelta Civica hanno spiegato che per loro è “necessario iniziare la legislatura dando vita a un Governo capace di continuare e intensificare l’azione intrapresa nell’ultimo anno per quanto riguarda sia le riforme strutturali, premessa della crescita, sia il ruolo attivo di stimolo dell’Italia nel processo politico europeo”. Scendendo nello specifico, per i ‘montiani‘ occorre una “strategia per il lavoro al fine di arginare la disoccupazione e rilanciare le imprese; una seria e condivisa riforma della giustizia con lo scopo di frenare la corruzione e riaffermare lo stato di diritto; la tutela delle libertà economiche; la tutela delle famiglie e l’assunzione di politiche sussidiarie e solidali a favore delle fasce più deboli”.
Berlusconi ribadisce: “Serve un governo Pd-Pdl”
Il Pdl conferma la sua linea parlando a Studio Aperto. “Domani mi recherò come leader della coalizione al Quirinale – chiarisce Silvio Berlusconi – e confermerò che per uscire dalla recessione occorrono interventi forti. Solo un governo stabile e autorevole di concordia nazionale che scaturisca da un collaborazione Pdl-Pd può realizzare interventi nell’interesse del Paese. Noi abbiamo offerto la nostra disponibilità ma Bersani e i suoi fanno la corte a Grillo ricevendo rifiuti e sberleffi, è un teatrino tragico e irresponsabile”. Poi, però, come già avvenuto ieri, attacca il Pd: “Siamo di fronte ad un’occupazione militare di tutti i vertici delle istituzioni. La sinistra, dopo la Camera e il Senato, vuole prendere anche Palazzo Chigi e il Quirinale e Bersani sta contraddicendo sè stesso. Noi non possiamo accettare ed è per questo da sabato avvieremo una mobilitazione permanente nelle piazze e nelle istituzioni contro l’oppressione fiscale, burocratica e giudiziaria”.
Nel frattempo continuano i contatti del Pd con gli altri gruppi parlamentari. Al Senato i capigruppo democratici si sono visti con quelli di Scelta Civica e i rispettivi coordinatori di partito. Alla riunione “convocata per i primi adempimenti parlamentari”, hanno preso parte Luigi Zanda e Roberto Speranza con Maurizio Migliavacca per il Pd e Mario Mauro, Lorenzi Dellai e Andrea Olivero per Scelta Civica.
Nichi Vendola (Sel): “Ora tocca a Bersani”
All’Italia serve un Governo “nella forma più innovativa” e adesso spetta a Bersani provarci, ha detto per Sel Nichi Vendola al termine di un lungo colloquio al Quirinale.
Vendola ha anche aggiunto che tocca a Bersani “esprimere il suo impegno sul terreno più alto di innovazione e deve farsi interprete di tutto il coraggio di cui c’è bisogno per tirare fuori l’Italia dal pantano”. “Bisogna reagire con durezza a chi vorrebbe portarci ad una infinita campagna elettorale”, a quanti “non hanno la percezione” della gravità della situazione italiana. “La politica deve sentire il dolore dell’Italia”. Con l’elezione dei presidenti delle Camere, ha aggiunto, si è data “una prova di buona politica ed è questo il metodo con cui si deve approcciare la gestione del Governo”.
Gruppo Misto, De Petris: “Sì a tentativo Pd, ma proseguire con il metodo Grasso”
Il primo gruppo parlamentare a essere ricevuto da Napolitano è stato quello misto del Senato. La capogruppo (e componente di Sel) Loredana De Petris ha sostenuto un incarico a Bersani ma con“innovazioni nel metodo, nelle persone e nella qualità”. Al termine del colloquio la De Petris ha riferito di aver “suggerito in modo molto chiaro” a Napolitano di proseguire nel “metodo” che ha portato alle presidenze delle Camere. “Bisogna partire dalla posizione di cercare il cambiamento, partendo dalla coalizione che ha vinto le elezioni” ma cercando l’innovazione trovando “qualità e capacità di proposte e programmi urgenti per il Paese”, ha aggiunto la senatrice.
Stessa linea da Pino Pisicchio che rappresenta il Centro Democratico nel gruppo misto della Camera: “Occorre un Governo di scopo che sappia realizzare gli obiettivi e abbiamo trovato il presidente molto attento e consapevole delle difficoltà del momento – ha detto – Abbiamo esposto le nostre preoccupazioni affinchè si abbia un governo il più presto possibile perché è necessario mettere il Paese al riparo della tempesta”. Così pure la Suedtiroler Volkspartei. “Due mesi fa abbiamo fatto l’accordo con il Pd – dice il segretario Richard Theiner – e a mio avviso Bersani è la persona adatta a guidare un esecutivo essenziale per arrivare al più presto alle riforme necessarie”. Anche il gruppo Per le autonomie-Psi ha indicato Bersani come possibile presidente del Consiglio: “Il capo dello Stato – ha spiegato il segretario socialista Riccardo Nencini – ci ha chiesto di indicare una figura che potrebbe costruire un nuovo Governo e noi gli abbiamo risposto in maniera precisa con Bersani e accanto un governo di cambiamento”.
Gruppo Misto, Crosetto (Fratelli d’Italia): “Nessun inciucio, ma governo di scopo”
Differente il parere dei componenti dei partiti più piccoli del centrodestra: “Non siamo disposti ad inciuci ma a lavorare per il bene del Paese e se ci sarà un Governo di scopo” potremmo votare alcuni provvedimenti “che fanno parte del nostro programma” ha spiegato Guido Crosetto (Fratelli D’Italia). Per il gruppo misto ha parlato anche Ricardo Antonio Merlo che rappresenta il Movimento Associativo Italiani all’estero (1 senatore e 3 deputati). “Ho esposto al presidente la necessità di fare un governo perché sono molto preoccupato dell’immagine dell’Italia all’estero”, ha detto Merlo criticando M5S: “una nuova anomalia che non vuole assumersi responsabilità”.
La sfida di Bersani al Quirinale: “Abbiamo i numeri”
Da una parte la forza dei numeri (se così si può chiamare), dall’altra l’ipotesi di lasciare il campo a qualcun altro per sondare gli altri partiti. Pier Luigi Bersani ha confermato una volta di più che domani pomeriggio, insieme ai nuovi capigruppo del Pd, salirà al Quirinale e presenterà a Giorgio Napolitano la proposta ratificata dalla direzione nazionale del partito: il centrosinistra ha i numeri per presentarsi alle Camere e quindi è a quella coalizione che deve essere affidato il primo incarico. I numeri per presentarsi alle Camere, tuttavia, ci sono, ma sono gli stessi che possono portare a un naufragio in quattro e quattr’otto. Così ecco che si moltiplicano i “piani B”. Tra questi, come scrive La Stampa, rinviare l’impegno in prima persona del segretario democratico e farlo precedere da un mandato esplorativo di qualcun altro. Il nome più quotato è già quello di Grasso: il presidente di Palazzo Madama – insieme con la presidente della Camera Laura Boldrini – si è già fatto apprezzare per i tagli al suo stipendio e per la volontà di sforbiciare le spese della macchina del Parlamento a fronte peraltro di un aumento della “produttività” di deputati e senatori. Grasso non diventerebbe presidente del Consiglio – o comunque non necessariamente – e le conseguenze di quanto registrato dall’ex procuratore antimafia nei suoi “sondaggi” tra i partiti le trarrebbe comunque il capo dello Stato.
Le posizioni dei partiti da Napolitano
In realtà, come detto, le alternative a Bersani presidente del Consiglio e ai mandati esplorativi (tecnici, istituzionali, “di area”) non mancano. Al presidente Napolitano, il centrodestra dirà che l’unica soluzione possibile “nell’interesse del Paese” è quella di un governo “di concordia nazionale“, sostenuto da Pd e Pdl. Lo ha ribadito Silvio Berlusconi a Studio Aperto. Dice il Cavaliere: “Solo un governo stabile, autorevole e di concordia nazionale che scaturisca” da un accordo programmatico “tra Pd e Pdl, può realizzare quegli interventi forti e immediati” che servono al Paese. “Noi siamo disponibili -sottolinea Berlsconi- ma Bersani e i suoi continuano ostinatamente a correre dietro ai grillini ricevendo solo insulti e sberleffi. E’ un teatrino irresponsabile di fronte alla crisi”.
Il rompicapo è nelle sole mani del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che avrà un bel da fare nel trovare la quadra dopo le consultazioni che inizieranno oggi proprio con Grasso e la Boldrini e termineranno nel tardo pomeriggio di domani proprio con la delegazione del Pd. Il problema, noto, è che i gruppi parlamentari si presenteranno dal capo dello Stato ognuno con una sua idea. Il Movimento Cinque Stelle non vuole votare la fiducia ad alcun governo. Il Pdl non voterà mai un esecutivo Bersani e per le “larghe intese” pensa al nome di Corrado Passera (scrive Libero). Scelta Civica sembra indirizzata a votare un esecutivo pur che sia al motto di “garantire la governabilità”, quindi pure l’appoggio esterno a Bersani va bene. Resta la Lega con le sue azioni che contraddicono le sue parole (da Napolitano andrà insieme al Pdl, ma Maroni fino a ieri sera ha ribadito che serve un governo il prima possibile).
La missione di Bersani al Quirinale (e in Parlamento)
Piano A, dunque. Un governo Bersani, magari con pochi politici di professione ai ministeri. Il leader del centrosinistra sarebbe pronto, racconta Repubblica, a un braccio di ferro con Napolitano. E quest’ultimo starebbe già pensando a un secondo giro di consultazioni. Il segretario del Pd crede di poter contare su 146 voti, cioè quello del centrosinistra più quelli di Scelta Civica. Ne mancano dunque 12 per avere la maggioranza a Palazzo Madama. Per “ammiccare” alle Camere è pronto a utilizzare il metodo “Grasso-Boldrini”. Volti nuovi e a sorpresa. L’unica casella inamovibile, scrive Repubblica, sarebbe quella del ministero dell’Economia dove è pronto l’incarico per Fabrizio Saccomanni, direttore generale di Banca d’Italia. Gli altri nomi che girano sono quelli di Carlo Petrini, inventore di Slow Food, Giampaolo Galli, ex direttore generale di Confindustria, l’ex giornalista del Corriere della Sera Massimo Mucchetti o lo stesso ministro per la Coesione territoriale del governo Monti (ma riempito di complimenti a sinistra) Fabrizio Barca. Restano poi i nomi che piacerebbero di più anche al Movimento Cinque Stelle come le figure più istituzionali e meno politiche come quelle di Gustavo Zagrebelsky e Stefano Rodotà.
Bersani, al Colle, ricorderà anche i precedenti storici che darebbero l’energia almeno per un tentativo: lo stesso governo Berlusconi, nel 1994, non aveva la maggioranza al Senato. Ma anche De Gasperi nel 1953 e Andreotti nel 1976. Resta però da capire su chi il centrosinistra possa fare affidamento al Senato, dove non può contare sull’autosufficienza come a Montecitorio.
Le ipotesi alternative: dal governo istituzionale alle elezioni subito
E il ragionamento coinvolge per forza di cose anche lo stesso Quirinale. L’ultima cosa al mondo che Napolitano vuole fare è sciogliere le Camere e per contro cercherà in ogni modo di dare un governo al Paese, fosse pure solo “istituzionale” e “di scopo” (e tornano i nomi di Rodotà e Zagrebelsky non del tutto invisi ai Cinque Stelle). Qui si inserisce anche il ventaglio di ipotesi B. A partire dalle elezioni subito, scenario improbabile, ma che non sarebbe proprio il migliore dei mondi possibili per Matteo Renzi, presunto candidato in pectore per la nuova corsa elettorale del Partito Democratico. Fino al governo del Presidente, raggiungimento dell’obiettivo del Pdl ma su cui spinge anche D’Alema, in caso di fallimento della sfida di Bersani al parlamento.