“Siamo in diretta da Monte Citorio sul nostro canale la cosa!” recita il tweet del cittadino neo-parlamentare alla Camera dei Deputati (che si chiama anche Palazzo Montecitorio, non essendo un monte, e qui trovate una spiegazione del suo curioso etimo) per il M5S Roberto Fico. La cittadina semplice S.Q. gli ribatte, pronta: “E com’è il tempo, c’è la neve lassù sulle montagne?” Lo scambio diventa un meme e passa a Facebook. Il cittadino semplice V.A. commenta: “Nemmeno il Trota era così… e ne abbiamo 163… hahahahahaha!” e via, condiviso in modo virale da migliaia di altri cittadini.
Gli italiani sono abituati ad avere una classe parlamentare spesso ridicola. Esponenti di tutti i partiti, dalla estrema destra alla estrema sinistra, ci hanno abituato a ostentazioni di ignoranza crassa relativa a ogni campo. Negli ultimi anni ci hanno pensato programmi di satira tipo Le Iene a evidenziare queste dimostrazioni di tabula rasa da parte dei nostri poco “onorevoli” e spesso anche poco “cittadini”. Dalla scienza alla storia, dalla letteratura alla Costituzione, su cui pure giurano, dall’etica, su cui pure legiferano, al funzionamento delle Camere, in cui pure lavorano. Ora abbiamo anche il deputato che non sa scrivere il nome del palazzo da cui fa il parlamentare, spia del fatto che si è ritrovato a Montecitorio senza nemmeno avere il tempo di aprire la paginetta apposita di Wikipedia.
La gaffe di Roberto Fico, in sé per sé, non danneggia proprio nessuno, se non sé stesso. E non è – nel modo più assoluto – la più grave che abbiamo mai sentito. Scrivere “Monte Citorio” non pregiudica in alcun modo le potenziali qualità e competenze del cittadino e neo-deputato Roberto Fico nel diventare, da oggi stesso, un ottimo legislatore. In questo senso, trovo estremamente condivisibile la riflessione del collega Andrea Scanzi, quando dice: “Troppo facili le ironie sui grillini” e ci ricorda tutti i rimbalzi diretti e indiretti positivi che ha determinato la sola presenza nelle istituzioni dei neo-parlamentari del MoVimento.
Condivido in toto il pensiero di Scanzi, e del resto solo poche settimane fa sono stato fra i primi a proporre Beppe Grillo come un papabile per il Quirinale, dopo il suo exploit alle elezioni (il M5S è il secondo partito alla Camera e al Senato, conteggiando tutti i voti, compresi quelli degli elettori italiani residenti all’estero). Mi si è risposto che Grillo sarebbe un novello Hitler (bum!), che sarebbe la fine della democrazia, la guerra civile e via così. Io non lo penso.
Quindi sono d’accordo con Scanzi, con una postilla che so Andrea condivide a sua volta: nell’epoca di Internet, se chi fa il giornalista cominciasse a nascondere le gaffe commesse dai cittadini delegati a prendere in mano le sorti del Paese, sarebbe un giornalista un po’ fuori epoca. Se però cominciasse a nascondere in modo selettivo questi errori, scegliendo di rendere pubbliche solo le cadute di una parte politica, o di tutto il Parlamento tranne un solo gruppo, sarebbe un giornalista interessato a propagandare un’immagine meno negativa di qualcuno. Operazione del tutto legittima, e l’Italia è piena di queste figure rispettabili. Di solito si chiamano “uffici stampa” e svolgono una funzione complementare a quella del giornalista libero e indipendente.
Da quando scrivo di politica italiana, mi è capitato di pubblicare centinaia di articoli in cui ho ferocemente criticato le scelte politiche dei maggiori partiti al governo e all’opposizione. Quando pubblicavo critiche sarcastiche contro il Pd, l’Idv, Prc, i Radicali, i Socialisti ho trovato iscritti a quei partiti che protestavano – devo dire il più delle volte in modo assolutamente civile – contro il mio punto di vista, percepito in qualche modo come ficcante, visto che viene da una persona che non ha pregiudizi politici verso la sinistra. Ho poi riempito la rete e i giornali di articoli di critica contro il Pdl, Forza Italia, An. Qui mi sono scontrato con gente che nutriva spesso (non sempre) odio verso ciò che scrivevo, e insultava me anziché di controbattere alle mie opinioni.
Adesso è il turno del M5S: sono finalmente arrivati in Parlamento e si sono proposti in un modo molto diverso dagli altri: sostengono chiaramente di essere superiori agli altri parlamentari. Io sono piuttosto sicuro che i deputati e senatori del M5S siano una boccata d’aria fresca per la classe dirigente italica. E sono certo che abbiano per le mani un’occasione storica di riforma del Paese, come mai è capitato a nessun prima. Però se uno che si presenta come migliore poi fa delle cadute peggiori di quelli della vecchia guardia, come minimo io lo faccio presente. Starà poi al popolo sovrano dei lettori farsi ciascuno la propria opinione. Badate: questo mio non è nemmeno “watchdog journalism”. E’ banale onestà intellettuale. Quindi: forza Roberto Fico, si scrive Montecitorio, e uno che ha lavorato come editor in una casa editrice – come dice il suo Cv – dovrebbe proprio saperlo. Si figuri se viene eletto deputato. Ora però articoli un disegno di legge con i controfiocchi e trovi il modo di farla diventare legge dello Stato. E’ in Parlamento per questo.