Nella notte precedente la messa d'inaugurazione del pontificato di Jorge Maria Beroglio, piazza San Pietro è stata sgomberata dalla polizia. Durante la cerimonia i malati in carrozzina dell'Unitalsi confinati ai margini del colonnato dietro le transenne
La messa per il nuovo pontificato è iniziata la sera prima con uno sgombero proprio sotto le finestre del Papa. “Dobbiamo ripulire la piazza”, aveva detto un poliziotto in borghese rivolgendosi a una donna che come ogni notte aveva trovato rifugio davanti all’ingresso di un negozio di oggetti religiosi, di fianco alla grande impalcatura dalla quale ormai da settimane, i giornalisti del mondo intero raccontano il Papa dei poveri che l’altra sera aveva le sembianze di Patrizio, guardia di una società privata pagata 80 euro in nero per 13 ore di lavoro davanti al Vaticano. Patrizio l’ha curata, accudita e accompagnata mentre l’agente ha preteso che la donna uscisse dalla “zona rossa” del Vaticano portando con sé i cartoni e il suo sacco.
Il seguito è poi avvenuto ieri con i malati dell’Unitalsi pressati tra le transenne e la calca dei fedeli disposti a tutto per uno scatto a Papa Francesco. Seduti sulle loro carrozzine arrivano da tutta Italia, abbracciano tutte le fasce d’età e di tanto in tanto cercano lo sguardo dei loro accompagnatori che devono fare a botte per fendere la folla spingendo i malati quando hanno bisogno del bagno. L’auto che porta il pontefice passa molto vicino e loro sperano si fermi. Lo farà poco più avanti per quel lungo striscione con i colori della squadra del San Lorenzo scatenando un tifo da stadio. Monica è medico e viene dalla provincia di Vercelli “diocesi di Novara” ci tiene a sottolineare. Giovedì ha deciso di prendersi due giorni di ferie e partire in treno insieme ad altri amici per assistere alla messa per la quale è riuscita a conquistare un posto vicino al colonnato. La donna però, così come i malati portati dai volontari, dovrà accontentarsi di ascoltare la cerimonia perché i mega schermi risultano inaccessibili da quella postazione.
“Papa Francisco, orgullo de San Lorenzo” campeggia su uno striscione portato da giovani suore. È un arcobaleno di colori dei molti sai indossati da religiose e religiosi di chissà quali ordini. Grigio, bianco-blu, azzurro, bianco e l’immancabile marrone: tutti festeggiano il loro confratello che sentono così vicino. Scuri, quasi neri in volto invece alcuni rappresentanti politici italiani (Cesa, Bindi e Gasparri) che accelerano il passo guadagnando l’uscita pronti a salire a bordo delle loro auto blu. Il cielo è rimasto azzurro per l’intera durata della liturgia forse in omaggio d’omaggio a Papa Bergoglio. Tripudio cromatico anche per le numerose bandiere sventolate da comitive o indossate sulle spalle come mantelli. Le tifose più scatenate del nuovo Papa sembrano proprio le religiose. Dalla scuola materna Benedetto di Santa Marinella è giunta una delegazione di 4 Madri capeggiata da suor Rosalia. E scatta la rima: “San Benedetto, la rondine è sotto il tetto. È arrivata la primavera religiosa” esclama sorridendo.
A pochi metri da lei c’è un cartello con la scritta “La herida esta abierta” (la ferita resta aperta); spiegano di essere i rappresentanti dell’associazione per i diritti umani nelle cause contro gli abusi sessuali compiuti dal clero. Per loro purtroppo è ancora pieno inverno e la primavera sempre troppo lontana.