Parlamento e Consiglio europeo hanno finalizzato il pacchetto che introdurrà nuovi limiti ai ricchi premi, vincendo il braccio di ferro con Londra che si era opposta fermamente. Ma in Italia le nuove norme difficilmente saranno applicate. E le banche di tutta Europa studiano come bypassare il regolamento
Parlamento e Consiglio europeo hanno finalizzato il pacchetto che introdurrà nuovi limiti ai super bonus dei “banchieri irresponsabili“, come li ha sempre chiamati il commissario ai servizi finanziari Michel Barnier. L’intesa raggiunta la scorsa notte sulle nuove regole sui requisiti di capitale mette così fine ai dubbi di chi credeva che la Gran Bretagna, schierata fermamente contro i ricchi premi, avesse ancora margine per scampare alla normativa sui compensi.
La presidenza dell’Unione europea aveva infatti rinviato il 5 marzo la decisione sui premi dei manager spiegando di avere bisogno di più tempo per risolvere “dettagli tecnici”. La normativa era quindi di nuovo finita in mano ai tecnici, e per molti era un’occasione per Londra di strappare ancora un po’ di tempo per convincere altri a opporsi, oppure per far modificare la stretta sui bonus. Ma così non è stato e l’accordo della scorsa notte conferma la sostanza del testo già discusso dai ministri delle finanze della Ue e a cui si opponeva solo la Gran Bretagna. “I negoziatori hanno discusso di nuovo il problema dei bonus ma gli elementi più importanti dell’accordo politico già raggiunto non sono stati toccati”, si legge nel comunicato del Parlamento Ue.
La norma, che prevede bonus non oltre al doppio dello stipendio, è la prima del suo genere a livello mondiale. Saranno gli azionisti a decidere se un banchiere potrà beneficiare di un bonus pari al doppio del salario. Il provvedimento è stato presentato come “la manovra che metterà fine all’era dei bonus d’oro”, ma in molti non lo ritengono abbastanza severo. La reazione delle banche, secondo gli osservatori, sarà infatti prevedibile: alzare gli stipendi fissi, rischiando di rendere la struttura dei costi meno flessibile, nonostante lo stesso accordo dell’Unione europea imponga tra l’altro livelli maggiori di liquidità per rendere gli istituti di credito più stabili.
In Italia le norme Ue difficilmente saranno applicate. La media della retribuzione variabile percepita dai vertici bancari infatti è inferiore a quella fissa e nel 2011 è anche scesa per effetto della crisi. Banca d’Italia ha peraltro di recente ricordato agli istituti in perdita o con un basso capitale di non distribuire bonus ai vertici. Certo bisogna attendere di conoscere i rapporti sulla remunerazione riferiti ai bilanci 2012 che verranno pubblicati nelle prossime settimane.
La nuova normativa su bonus e requisiti di capitale “renderà le banche Ue più solide e rafforzerà la loro capacità di gestire i rischi legati alle loro attività e assorbire le perdite”, ha spiegato Michel Barnier. Per il commissario Ue le nuove regole “rafforzeranno la governance interna delle banche e le politiche di remunerazione dovranno essere allineate ad una solida ed efficace gestione del rischio”. L’accordo impone, a partire dal 2014, un drastico taglio agli stipendi dei manager di tutte le banche europee, incluse le filiali extra-Ue, e delle filiali delle banche non europee ma situate su suolo Ue.