Provo a riproporre una domanda che, dai numerosi commenti favorevoli o sfavorevoli al movimento di Grillo è stata espulsa. Ma la democrazia a 5 stelle non prevedeva forme evolute di democrazia diretta?
La cosa sembra peregrina ma non lo è. Apparentemente sembra che a decidere siano sempre i soliti. Su tutto e, soprattutto, su una delle cose basilari da cui dipendono le sorti di questo paese. La partecipazione ad un governo.
So bene che il non statuto non lo prevede e so bene che l’equivalenza assoluta tra partiti sottrae margini di ragionamento, ma rimane sempre il fatto che una metodologia (decidano sempre i cittadini) dovrebbe essere più importante di un contenuto (nessuna alleanza) a maggiore ragione quando dalla effettiva applicazione della metodologia il contenuto stesso può mutare.
Archiviata questa mia domanda ne pongo un’altra. A questo punto su cosa saranno coinvolti i cittadini? Se votare si ad una pena di 4 anni piuttosto che ad una di 5 per il reato di falso in atto pubblico? Oppure se il reddito minimo garantito dovrà essere di 1000 euro invece che di 800? Ed ancora, se la vendita delle due reti Rai prevede anche la vendita degli immobili?
Non so bene, e lo dico senza ironia, in che cosa possano essere coinvolti i cittadini se, l’elemento fondante di tutta l’ideologia politica del movimento 5 stelle è disatteso nel momento più importante, ovvero, se avviare il motore che permette di governare un paese oppure se, rifiutandosi, accompagnare un paese a nuove elezioni.
Il giornalismo italiano, al contrario, continua a bearsi e a scrivere del nulla. Paginate intere a domandarsi su cosa farà o non farà Grillo o Crimi. Su cosa dirà o non dirà il tal esponente o su dove ha mangiato la Boldrini e cosa ha immaginato Berlusconi. I difensori difendono e gli accusatori accusano, ambedue gli schieramenti discettano di polvere.
E’ pacifico che la guerra per bande ormai è diffusa in tutti i settori della società. Anche tra coloro che pensano di raccontare e di scrivere, con oggettiva equidistanza, di guerre di bande fanno parte di qualche banda. L’indipendenza di giudizio, ammesso che sia mai esistita, oggi è un lusso sconosciuto.
Sono le liturgie ad interessare non le ragioni che legittimano la liturgia.
Non avrò risposte alle mie domande ed, in effetti, possono sembrare domande poco importanti in questa Italia dove la democrazia è opzionale, la retorica è strategica e l’interesse pubblico una merce come altre. In un mondo in cui un “like“ è pregnante e regola relazioni ed interessi contrastanti, faccio fatica ad abituarmi all’idea che se tu non sei d’accordo con me è perché hai torto.