Hanno marciato in 600 per le strade del centro di Parma per chiedere di salvare il proprio posto di lavoro. I dipendenti della Sidel, storica azienda che produce impianti di imbottigliamento, protestano contro i vertici di Tetra Laval, la multinazionale proprietaria del marchio Tetra Pack che controlla anche la ex Simonazzi di Parma (oggi Sidel). Nel mirino dei sindacati e dei lavoratori, il nuovo piano industriale che prevede lo smembramento del polo di Parma e la delocalizzazione dei centri direzionali all’estero, con il rischio di togliere centralità e dismettere lo stabilimento ducale che dà lavoro a 950 persone e da cui dipende l’intero distretto dell’imbottigliamento, con un impatto notevole sulle aziende del territorio provinciale.
Nel disegno della proprietà c’è la creazione di una nuova “azienda dentro l’azienda”, la Gebo Cermex, che pur svolgendo le stesse mansioni della Sidel, sarà a tutti gli effetti distaccata e potrà paradossalmente lavorare anche per aziende concorrenti. La delocalizzazione toccherà tutto il personale che opera nel “fine linea” (ossia nella parte finale della fase di imbottigliamento), svuotando quindi lo stabilimento di Parma e quello di Verona, anch’esso colpito dalla riorganizzazione, delle competenze acquisite in decenni di lavoro.
A rischio ci sono circa 300 persone che potrebbero perdere il posto o essere trasferite. Nelle previsioni infatti c’è anche quella di spostare i centri decisionali a Dubai e Francoforte, trasformando Parma da centro di eccellenza a mero stabilimento produttivo ridimensionato. “In questo modo Parma perderà la propria centralità, e a risentirne sarà tutto il territorio” spiega Antonella Stasi di Fiom Cgil.
In testa al corteo c’è la personificazione della morte, armata di falce e con la tunica nera, che indossa la maschera di Mart Tiismann, Ceo di Sidel. Seguono le bandiere dei sindacati Cigl, Cisl e Uil uniti nella manifestazione, i cartelli e gli striscioni dei lavoratori contro le scelte della proprietà: “A Francoforte e a Dubai non andremo mai”, “Siamo leader solo nelle ristrutturazioni”. Il corteo ha toccato tutti i luoghi simbolici della città: la sede dell’Unione parmense degli industriali, dove i sindacati hanno rifiutato di partecipare all’incontro con i vertici aziendali dello scorso 11 marzo, poi piazza Garibaldi e infine la sede della Provincia, dove i delegati sono stati ricevuti per discutere con gli amministratori della situazione. “La nostra preoccupazione è per l’impatto che questo piano avrà su tutto il territorio – chiarisce Ivano Molinari di Cisl Fim Parma e Piacenza – Le istituzioni locali devono essere consapevoli del problema”.
Dopo la Provincia, nelle intenzioni dei sindacati c’è anche un incontro con il sindaco Federico Pizzarotti e il Comune di Parma, ma intanto il braccio di ferro continua con lo sciopero in azienda e la richiesta ai vertici di ritirare il piano industriale. “Il futuro della Sidel deve essere a Parma, il distretto dell’imbottigliamento deve continuare a produrre e a sviluppare – conclude Daniele Valentini di Uilm Uil – A tutti i livelli, anche a quelli dirigenziali, c’è unanimità nel sostenere che quel piano non è stato condiviso e quindi va rigettato”.