Il presidente degli Stati Uniti, nel corso di un incontro con il leader palestinese Abu Mazen, ha ribadito che l'unico modo per raggiungere la pace sono i negoziati e che la politica degli insediamenti di Israele non è "costruttiva nè appropriata per la pace"
“I palestinesi si meritano un proprio Stato”. Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, in apertura di una conferenza stampa a Ramallah con il presidente palestinese Abu Mazen, ha ribadito che “gli Stati Uniti restano impegnati alla visione dei ‘due Stati'” e che lo Stato palestinese deve essere “indipendente, in grado di sostenersi, dotato di contiguità territoriale, accanto allo Stato di Israele”. “La questione centrale è come assicurare la sovranità ai palestinesi e la sicurezza agli israeliani”.
“Il mio messaggio – ha dichiarato con decisione Obama – è che non possiamo rinunciare alla ricerca della pace, non importa quanto ciò sia difficile”. L’unico modo per raggiungerla, ha aggiunto, è attraverso negoziati fra gli israeliani e i palestinesi. Il presidente Usa ha poi sottolineato che la Ramallah intravista oggi dall’elicottero gli è apparsa molto più sviluppata di quanto fosse durante una sua ultima visita di cinque anni fa. Obama ha poi voluto ribadire che gli Stati Uniti continueranno a sostenere economicamente l’Autorità palestinese. Riferendosi alla sua visita di ieri in Israele, Obama ha riferito di aver detto al premier Netanyahu che la politica degli insediamenti non è “costruttiva nè appropriata per la pace”. Il presidente ha citato in particolare l’espansione delle colonie nella zona E-1 fra Gerusalemme e Maleeh Adumim, definendola “non compatibile” con la soluzione dei due Stati.
Una posizione condivisa da Abu Mazen, che ha ribadito che gli insediamenti israeliani nei Territori palestinesi rappresentano “ben più di un ostacolo” alla pace in Medioriente: “Ci auguriamo che il governo israeliano lo comprenda”, ha aggiunto il presidente dell’Autorità nazionale palestinese. “Il nostro popolo palestinese libertà e pace e spera di poter condurre una vita normale in terra palestinese con i confini del 1967 e con Gerusalemme Est come sua capitale. Siamo convinti – ha aggiunto Abu Mazen – che la pace richieda coraggio politico. La pace non può essere raggiunta attraverso la violenza, l’occupazione e le colonie”.
Nel corso della conferenza stampa, Obama ha condannato il lancio di razzi da Gaza sul territorio israeliano di questa mattina: “Abbiamo ancora visto la minaccia da Gaza con i suoi razzi. Condanniamo questa violazione di un importante cessate il fuoco che protegge gli israeliani come i palestinesi”, ha dichiarato il presidente, riferendosi all’accordo raggiunto tra le parti con la mediazione egiziana che ha messo fine all’operazione israeliana “Colonna di Nuvola” su Gaza e al lancio di razzi su Israele dalla Striscia.
Una volta fatto ritorno a Gerusalemme, Obama è tornato a parlare anche della situazione iraniana: secondo il presidente Usa il tempo per negoziare in maniera pacifica non è infinito e “tutte le opzioni sono sul tavolo”. Teheran, ha ripetuto Obama, “non deve acquisire l’atomica”. Quella dell’Iran non è solo “una sfida per Israele, è un pericolo per l’intero mondo, inclusi gli Stati Uniti”. E mentre Obama concludeva la sua visita nella capitale israeliana tra gli a applausi, a Teheran, in occasione del capodanno islamico, l’ayatollah Ali Khamenei gettava nuovamente benzina sul fuoco: “Il regime sionista non è così grande da darci fastidio. I suoi dirigenti minacciano di lanciare un’invasione militare, ma penso che dovrebbero sapere che se commetteranno il più piccolo errore la Repubblica islamica raderà al suolo Tel Aviv e Haifa”.