Eletti i quattro vicepresidenti di Senato e Camera, che coadiuveranno Pietro Grasso e Laura Boldrini nella conduzione delle due Assemblee legislative, e i tre questori di Palazzo Madama e Montecitorio che costituiscono a tutti gli effetti i “consigli di amministrazione” dei due rami del Parlamento. La novità sta nell’elezione, grazie alla rinuncia degli altri partiti, di un deputato M5S a vicepresidente della Camera e di una senatrice tra i questori, il che implica una “costituzionalizzazione” del Movimento che si presenta come anti-sistema, che che ha comunque deciso di assumere dei ruoli istituzionali. Un pò come avvenne nel 1994 per la Lega.
Il Movimento guidato da Grillo non aveva i numeri per eleggere i propri uomini negli incarichi di Senato e Camera, e si è rifiutato di incontrare gli altri partiti, come pure prevedono i Regolamenti parlamentari, per concordare i nomi da votare. Nei giorni scorsi ha chiesto ad essi di “riconoscere” il ruolo di M5S. E così è stato. Il passo indietro degli altri partiti, Pd in testa, ha permesso al Movimento di entrare nella “stanza dei bottoni”. “Noi abbiamo avuto rispetto dei loro elettori – ha commentato Pier Luigi Bersani – loro non hanno avuto rispetto dei nostri. Punto”.
I nuovi vicepresidenti della Camera sono Maurizio Lupi del Pdl, Marina Sereni e Roberto Giachetti del Pd, e il 5 Stelle Luigi Di Maio. 27 anni, studente fuori corso di giurisprudenza. Insieme ai suoi tre colleghi, e a Boldrini, dovrà essere garante in aula di tutti i gruppi, compresi quelli degli odiati “partiti”. I questori della Camera saranno il Pd Paolo Fontanelli, Gregorio Fontana del Pdl, e l’ex magistrato Stefano D’Ambruoso, di Scelta Civica. Sel ha votato il candidato di 5 Stelle, Laura Castelli, nel tentativo di creare una premessa per una alleanza politica, negata però dal Movimento.
Un questore a 5 Stelle ci sarà invece al Senato, e sarà Laura Bottici, eletta con i voti del Pd. Si troverà non tanto a “fare le pulci”, come ha detto il M5S, ma a decidere le spese del “Palazzo” e della “casta”, entrando quindi a pieno titolo in queste due categorie invise. La sfida sarà riuscire a cambiarne le abitudini. Assieme a lei Lucio Malan (Pdl) e Antonio De Poli (Sc). I quattro vicepresidenti a Palazzo Madama saranno Maurizio Gasparri (Pdl), Valeria Fedeli (Pd), Roberto Calderoli (Lega) e Linda Lanzillotta (Scelta civica). La situazione ricorda quella del 1994, quando furono eletti 118 deputati e 59 senatori della Lega che tra cappi agitati in aula (Leoni, Orsenigo), minaccia di pallottole contro i magistrati (Umberto Bossi) e di secessione, la Lega appariva antisistema. La sua “costituzionalizzazione” avvenne proprio attraverso la nomina a questore della Camera di Maurizio Balocchi, anche quella fatta all’insegna della lotta agli sprechi, e di Marcello Staglieno alla vicepresidenza del Senato.