Oltre l’80% di Formula Servizi e delle ditte subappaltatrici sono donne che guadagnano dagli 800 ai 1.000 euro al mese per carichi settimanali di 40 ore. L'accetta della spending review stavolta cade su un'eccellenza ospedaliera. Legacoop: "Conseguenze gravissime sui bilanci familiari e sulla coesione sociale della città"
Roma taglia alla Regione, che taglia all’Ausl, che taglia gli appalti alle coop. E così, ben 200 lavoratori stanno tremando tutti in una volta.
Monta a Forlì l’inquietudine per un nuovo caso targato “spending review”. L’Ausl forlivese, dopo le sforbiciate al budget operate dalla giunta regionale, ha comunicato ufficialmente alla cooperativa Formula Servizi l’intenzione di applicare tagli consistenti all’appalto per la pulizia e la logistica nelle aree ospedaliere della sua zona di competenza. Ne sono colpiti l’ospedale cittadino Morgagni-Pierantoni e le altre strutture sanitarie sul territorio.
Nell’appalto Formula Servizi sono impiegati 158 lavoratori della cooperativa, a cui ne vanno aggiunti altri 35 di imprese collegate per un totale di 193 persone. Si tratta per oltre l’80% di donne, in moltissimi casi con una situazione familiare o personale difficile, gente che guadagna dagli 800 ai 1.000 euro al mese per carichi settimanali di 40 ore. L’età media è poco sotto ai 50 anni.
“Se i tagli verranno confermati, ciò avrà conseguenze gravissime sui bilanci di moltissime famiglie e ancora una volta sulla tenuta della coesione sociale della nostra città. Tagli che andranno a minare la qualità dei servizi ospedalieri considerati eccellenza nazionale per le innovazioni applicate, che hanno trasformato un lavoro di base in un esempio premiato di green economy per i risparmi ottenuti”, lancia l’allarme il direttore di Legacoop Forlì-Cesena, Monica Fantini.
Mentre la cooperazione prova a fare quadrato, all’azienda sanitaria locale si tenta di gettare acqua sul fuoco: la linea dell’Ausl, messa nera su bianco in una nota, è quella di non procedere verso tagli lineari e generalizzati perché “ogni diminuzione di spesa verrà valutata attentamente agendo con gradualità e preservando i servizi infungibili” ma “alcune economie riguarderanno inevitabilmente anche il capitolo delle pulizie in ospedale, e potranno comportare la riduzione di qualche unità di personale”. Sta di fatto che sono queste “economie” a gettare nell’ansia i lavoratori e le loro famiglie.
Nel dettaglio, la riduzione dei servizi di pulizia nelle aree ospedaliere e nei presidi sanitari è una conseguenza dell’applicazione dell’articolo 15 (comma 13 lettera A) del decreto “spending review”, il quale dispone testualmente che “gli importi e le connesse prestazioni relative a contratti in essere di appalto di servizi e di fornitura di beni e servizi, con esclusione degli acquisti dei farmaci, stipulati da aziende ed enti del Servizio sanitario nazionale sono ridotti del 10% a decorrere dal primo gennaio 2013 e per tutta la durata dei contratti medesimi”.
Il punto è che le razionalizzazioni alle pulizie nella sanità forlivese ci sono già state quando, forse, le vacche erano meno magre di oggi. Un taglio come quello annunciato alla Formula Servizi, calcolano le categorie coinvolte di Cgil-Cisl-Uil, “metterebbe a rischio non solo la qualità del servizio e l’occupazione delle 158 persone occupate, ma ovviamente anche quella delle circa 35 persone impiegate nelle imprese collegate, spesso con salari che non superano i 900 euro mensili per le 40 ore settimanali”.
Già nel 2012 c’è stato un intervento sulle condizioni dei lavoratori: un accordo, discusso, che ha salvato l’occupazione passando dalle 42 ore settimanali richieste ad un sistema di 39 ore con l’assorbimento delle ore di permesso, ‘efficientando’ al massimo le attività e chiedendo ai lavoratori, ma sarebbe meglio dire lavoratrici, maggiori sforzi per permettere di salvare il salvabile. Insomma, chi poteva ha già dato. Ciò, per i sindacati, dimostra che non ci sono oggi altri margini da erodere “se non incidendo proprio su queste ultime condizioni qualità del servizio e occupazione, creando così un enorme disagio sociale per lavoratori, in maggioranza donne, che già faticano ad arrivare alla fine del mese”.
Gli incontri tra tutte le parti in causa sono già programmati, che possano portare a qualche risultato non è scontato.