Il vice presidente spiega che nella decisione del Csm "non c'è assolutamente volontà ritorsivo, ma solo la normale applicazione della regola". Il lavoro all'ex procuratore aggiunto di Palermo non mancherà: "E' noto che il Piemonte e la Valle d’Aosta presentino forti infiltrazioni di associazioni criminali"
La scelta di “mandare” Ingroia ad Aosta non è una punizione. A precisarlo è il vice presidente del Csm, Michele Vietti, che spazza le nubi sulla ricollocazione in ruolo dell’ex procuratore aggiunto di Palermo. “In fondo Aosta è un bel posto”, dice Vietti. “Non c’è assolutamente intento punitivo o volontà ritorsiva, ma solo la normale applicazione della regola”.
“L’unica circoscrizione – ricorda Vietti a margine del forum giuridico Italia-Russia – in cui Ingroia non aveva presentato la sua candidatura era Aosta e la normativa è molto chiara: non si può tornare là dove ci si è candidati. Dunque la soluzione adottata è rispettosa della normativa nonché, credo, non troppo penalizzante per lui”. Per altro, aggiunge il vice presidente, “è noto che il Piemonte e la Valle d’Aosta presentino forti infiltrazioni di associazioni criminali in particolare della ‘ndrangheta”. Dunque, il lavoro per Ingroia non mancherà.