“Non ho votato Grillo ma se mette fine alla fuga del capitale umano, quasi quasi ci ripenso… Basta che non urli troppo perché mi piace la politica dai toni pacati e dai gesti forti!”, ha le idee chiarissime la multitasking Annalisa De Simone. Nata a L’Aquila, anche lei emigrata a diciott’anni, attirata da luci e lustrini della capitale, una laurea di Scienze Umanistiche appesa al muro, attrice, ballerina, coreografa e adesso anche scrittrice con Solo Andata (Dalai Editore, Baldini e Castoldi). Titolo suggestivo per un romanzo d’esordio, anche se non del tutto originale. Nel 2005 Erri De Luca ha pubblicato un’ omonima raccolta di poesie. 

In Italia, ahinoi, si scrive più di quanto si legga. Per questo i due protagonisti del romanzo, per non rimanere talenti sprecati in patria,  se ne vanno e non tornano più (Solo Andata). Annalisa sa bene che l’immigrazione intellettuale è un tema di grande attualità. I giovani, sempre più disillusi, sono costretti ad andare via da un paese alle prese con la propria sopravvivenza. Edoardo, genietto in fuga, si è trasferito a Parigi  per cercare lavoro come insegnante di lettere e dove ha esordito con il suo primo romanzo. L’altra protagonista, Daphne, è una ragazza romana che raggiunge la Ville Lumière  per uno stage al settimanale “Le Nouvel Observateur”.

Le vicende si intrecciano intorno al registro dell’irreversibilità.

 “Solo Andata è stata la prima intuizione che ho avuto quando ho pensato alla storia”, spiega Annalisa. Ma vuole anche essere un messaggio politico: “Sono molto spaventata per questa impasse di governo che, anche a causa di Grillo, tarda a prendere una forma netta e chiara. Il governo Berlusconi tagliò fondi all’Università. Tanto il suo elettorato non era quello… Il risultato è stato 50mila iscritti in meno l’anno scorso”. Un dato inquietante. Le famiglie non sono più disposte a fare sacrifici per fare studiare un figlio. Tanto il lavoro, anche con una laurea, non si trova.

Meditate Grillo e grillini: meno s’investe in ricerca e in sviluppo, più ai giovani (laureati e non) non resta che trovare altri mercati di sbocco. Tutt’ al più fate vostro il motto di Marco Piana, candidato Pd alla Camera per il Nord e Centro America e specializzato, guarda caso, in energie rinnovabili: “Import di talenti ed Export di cultura”.

“In altri Paesi europei, durante i cicli economici negativi, non si fanno politiche di tagli, bensì di investimenti – fa notare Marika Borrelli, ora docente di Comunicazione Aziendale, ma per una dozzina d’anni agguerrita sindacalista. S’investe quasi totalmente nella cultura, nell’istruzione e nella ricerca, perché solo le intelligenze nuove, giovani, stimolate, possono tirare i Paesi fuori dai guai. La migliore scuola di Stoccolma è quella di periferia, frequentata dai figli degli immigrati: perché è lì il futuro. Noi, in Italia, invece che facciamo? Tagliamo tutto: i negozi chiudono, le aziende falliscono, le pensioni non bastano. E i ragazzi perdono i sogni. La porta di un nuovo paradiso si apre con un biglietto di sola andata. Appunto.”

 

 

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