Consultazioni posticipate dalla giunta regionale al 9 e 10 giugno per far passare la riforma elettorale che contiene la norma sul voto disgiunto a un uomo e una donna. L'approvazione di questa legge, diventata baluardo delle pari opportunità di accesso alle cariche elettive, è prevista per il 2 aprile
Alle prossime elezioni comunali gli elettori siciliani potrebbero vedersi consegnare dagli scrutatori due schede: in una si potrà votare per un candidato uomo, nell’altra invece per una donna, a patto che siano entrambi candidati nella stessa lista.
La doppia preferenza di genere potrebbe, infatti, diventare realtà in Sicilia già dalle elezioni amministrative, posticipate al 9 e 10 giugno proprio per permettere il varo della norma e la sua applicazione immediata. La legge serve a riequilibrare l’accesso alle cariche elettive ed è stata chiesta fino a oggi a gran voce da più parti politiche, anche se sarebbe dovuta diventare legge già lo scorso anno. Il governo nazionale infatti con la legge 215 del 2012 ha disciplinato la doppia preferenza di genere alle elezioni amministrative e regionali. Una norma rimasta però sulla carta, dato che non è stata recepita da nessuna Regione, a parte la Campania.
Adesso però è il turno della Sicilia, dove alle ultime consultazioni regionali si è toccato il record di15 donne elette deputate su 90 all’Assemblea siciliana. La Prima commissione dell’Ars, quella competente per gli Affari istituzionali, ha infatti unito in un unico disegno di legge le quattro proposte arrivate dai vari partiti per introdurre la preferenza di genere in Sicilia. E al momento della discussione al ddl sulla doppia preferenza sono stati aggiunti anche alcuni emendamenti specifici, come quello sull’introduzione della doppia scheda.
“Auspico, dopo i lavori della commissione, una seduta d’Aula per la legge elettorale che contenga la riforma proposta dal governo di Rosario Crocetta (eletto con una lista civica sostenuta da Pd e Udc, ndr) e gli aggiustamenti al sistema di voto”, ha detto il presidente della Prima commissione Marco Forzese.
A guardare il calendario delle riunioni d’aula all’Ars, non essendoci i tempi tecnici per trasformare in legge il ddl sulla doppia preferenza entro le elezioni di maggio, la data è stata posticipata al mese successivo. “La legge sulla doppia preferenza è vista con favore dal governo Crocetta ed anche il Movimento cinque stelle la appoggia, si potrebbe quindi inserire la votazione in una seduta apposita”, ha proposto Salvo Siragusa, deputato del movimento di Beppe Grillo e componente della Commissione affari istituzionali. Con un apposito intervento del governo e i voti sicuri dei quindici deputati del Movimento cinque stelle (che ha eletto a Palazzo dei Normanni ben sei deputate), la legge sulla doppia preferenza potrebbe quindi essere approvata dal parlamento siciliano a stretto giro di posta, entro i primi di aprile.
“Se c’è la volontà questa novità potrebbe essere introdotta da subito, magari rinviando di 15 giorni il voto previsto a fine maggio”, ha spiegato Forzese che ha collaborato alla proposta di legge presentata dalla deputata del Pd Concetta Raia.
E in effetti proprio per permettere l’applicabilità immediata del meccanismo della doppia preferenza già alle consultazioni amministrative, è arrivata la proroga della giunta regionale che ha spostato giorni del voto da fine maggio al 9 e 10 giugno. “A questo punto il ddl potrebbe essere votato il 2 aprile prossimo in una seduta straordinaria d’aula, dato che deve essere convertito in legge almeno 55 giorni prima delle elezioni”, ha annunciato Salvatore Siragusa del M5S.
“Se la proposta di legge dovesse davvero essere convertita in norma dall’assemblea regionale, la Sicilia si porrebbe allo stesso livello delle principali democrazie occidentali, dettando la linea al resto d’Italia – ha detto Concetta Raia – D’altra parte il 52 per cento dell’elettorato siciliano è donna. Finché non passa però io incrocio le dita”, ha commentato la deputata Pd, firmataria di un analogo disegno di legge già durante la scorsa legislatura, quando le donne elette all’Ars guidata allora da Raffaele Lombardo erano appena tre, di cui una sola titolare di un assessorato. Sarà per questo che all’epoca il disegno di legge sulla doppia preferenza di genere fu affossato nel segreto dell’urna dagli stessi deputati del centrosinistra, come del resto è accaduto recentemente nella Puglia di Nichi Vendola. Adesso, però, dalle parti del parlamento regionale la musica sembra essere cambiata.