Accolto il ricorso del procuratore generale Luigi Riello che ieri aveva chiesto l’annullamento della sentenza di secondo grado con cui erano stati assolti i due ex fidanzati "perché il fatto non sussiste". Amanda: "Sono delusa, continuano a non credermi"
Il processo d’appello a Raffaele Sollecito e Amanda Knox per l’omicidio di Meredith Kercher è da rifare. Lo ha stabilito la Cassazione, accogliendo il ricorso del procuratore generale Luigi Riello che ieri aveva chiesto l’annullamento della sentenza di secondo grado con cui erano stati assolti i due ex fidanzati “perché il fatto non sussiste”. Il nuovo processo d’appello si svolgerà a Firenze e sarà “su tutto”, ha chiarito Riello, spiegando che è stato totalmente accolto il ricorso della procura generale di Perugia.
“La sentenza della Cassazione – ha continuato il procuratore generale – sarà come un binario sul quale la corte di Firenze si dovrà muovere, dirà quali principi seguire per rinnovare il giudizio”. Riello ha poi ribadito che in Cassazione sul banco degli imputati “non ci sono le persone ma le sentenze”.
“La Cassazione ha rivalutato il complessivo quadro probatorio che era stato mortificato da una lettura parziale dei singoli indizi”, ha spiegato il pubblico ministero Manuela Comodi, che ha sostenuto l’accusa nel processo per l’omicidio sia in primo grado che in appello. “E’ stata rilevata la palese illogicità della decisione di secondo grado”, ha aggiunto il magistrato, “che ha ignorato il 70 per cento degli elementi di accusa”.
E’ stata invece confermata la condanna per calunnia, ai danni di Patrick Lumumba, nei confronti di Amanda. Il musicista del Congo era stato da lei inizialmente indicato come autore dell’omicidio di Meredith.
”Sono delusa”, ha commentato Amanda al suo legale Carlo Dalla Vedova, che l’ha informata della decisione della Cassazione. La ragazza americana, secondo le dichiarazioni riportate dal Seattle Times, si è detta inoltre “addolorata” per la teoria dei procuratori di Perugia che è “completamente infondata e ingiusta”. “Non importa ciò che accadrà”, ha aggiunto, “io e la mia famiglia continueremo la nostra battaglia legale, fiduciosi nella verità contro accuse errate”. Ieri sera, al telefono da Seattle con i suoi legali, Amanda si era sfogata dicendo che “continuano a non credermi”. Ad accogliere invece con gioia la decisione della Cassazione è stata la sorella della studentessa inglese, Stephanie, che ha avvertito: “Sono felice e ora voglio capire”.
La sentenza della corte d’appello di Perugia “è un raro concentrato di violazioni di legge e di illogicità e credo che debba essere annullata”, aveva commentato ieri Riello al termine della requisitoria durata oltre mezz’ora. “In questo processo il giudice di merito ha smarrito la bussola”, aveva aggiunto senza usare mezzi termini. “Imputare tutto a questi pasticcioni della scientifica, che non sono brigadieri, con tutto il rispetto, che giocano a fare il piccolo chimico, ma un reparto altamente specializzato, non è congruo”.