Una valanga di telefonate preregistrate e lettere nelle cassette postali per convincere le famiglie ad opporsi alla stretta sulle armi voluta dall’amministrazione Obama. E’ la strategia che la National rifle association (Nra), la potentissima lobby delle armi, sta utilizzando in questi giorni in Connecticut, dove l’Assemblea generale sta facendo passi da gigante verso un più stringente “gun control”. Nulla di strano, se non fosse che ad essere bombardate di spam che difende il diritto a possedere pistole, fucili e armi da guerra sono le famiglie di Newtown, la cittadina sconvolta dalla strage della scuola elementare Sandy Hook, in cui il 14 dicembre Adam Lanza aprì il fuoco con un fucile militare uccidendo 20 bambini e 6 dipendenti dell’istituto.
“Il vostro senatore, Art Linares, avrà un ruolo chiave nella discussione sulla legge che limiterà il vostro diritto a possedere un’arma – scandisce la voce registrata – molti legislatori stanno presentando in maniera aggressiva numerose proposte per disarmare e punire i possessori di armi rispettosi della legge e gli appassionati di tiro sportivo. (…) E’ di vitale importanza che chiamiate il senatore Linares (…) e gli chiediate di opporsi a ogni tipo di legge che leda i diritti garantiti dal Secondo emendamento e il vostro diritto alla difesa personale“. Con tanto di numero di telefono a cui chiamare il politico.
Le famiglie, indignate, hanno deciso di reagire. L’allarme è stato lanciato su Facebook dalla “Newtown action alliance“, nata sull’onda emotiva causata dalla strage per promuovere la cultura del “gun control” nel Connecticut. “Ho ricevuto una di queste chiamate – il commento postato il 21 marzo da Christopher Wenis – mi sento insultato”. Poi altre due telefonate, la prima poche ore dopo e la seconda nella serata del 22 marzo. “Io ho un figlio di 5 anni che andava alla Sandy Hook – ha raccontato Wenis all’Huffington Post – e ascoltare quel messaggio era davvero l’ultima cosa di cui avevo bisogno”. “Avevo anche telefonato alla Nra – continua – per chiedere di non ricevere più quelle telefonate”. Che però sono continuate ad arrivare.
“Ero a cena con la mia famiglia – ha raccontato Tom Maurath, 40 anni – quando è squillato il telefono. Appena la segreteria ha annunciato che si trattava della National Rifle Association, mi sono precipitato all’apparecchio per impedire a mio figlio, che ha 6 anni, di rispondere”. Dopo mesi in cui in città non si parla di altro e molti bambini vengono seguiti dagli psicologi, la gente è allo stremo. “L’idea che uno di questi messaggi possa arrivare ad un membro di una delle famiglie che hanno perso i loro bambini è semplicemente terrificante”, conclude Maurath. La Nra si difende: “In Connecticut abbiamo collaboratori e sostenitori che vogliono essere informati sugli ultimi sviluppi legislativi nel loro Stato”, ha spiegato Andrew Arulanandam, portavoce della lobby. Ma le telefonate stanno arrivando anche a chi con la Nra non ha nulla a che fare: “Non ho nessun rapporto con loro, non capisco perché mi chiamino”, conclude Maurath.
L’offensiva è scattata dopo che, il 19 marzo, il Comitato di pubblica sicurezza dell’Assemblea generale del Connecticut ha approvato all’unanimità una proposta di legge che prevede controlli più stringenti su chi chiede di acquistare un’arma. Ora il testo passa al Senato e la lobby si prepara alla guerra. Forte anche di un rinvigorito flusso di donazioni: a febbraio la Nra ha raccolto 1,6 milioni di dollari, a gennaio erano stati 1,1: non si vedevano cifre così alte dal 2000. Nel frattempo sono aumentate le prebende ai membri del Congresso, passate dalle 2 di gennaio alle 19 di febbraio: 30mila dollari in tutto, di cui 1.000 al presidente della Commissione giustizia della Camera, Bob Goodlatte, repubblicano, che supervisionerà il cammino della legge al Congresso, e 2.500 allo speaker John Boehner. Stesso discorso per il Senato: i membri repubblicani della commissione dal 2000 hanno ricevuto dalla Nra donazioni per 350mila dollari.