“Grillo deve chiudere un occhio e appoggiare un governo per far fronte all’emergenza”. E’ a Londra per un concerto Franco Battiato, ma resta collegato con l’Italia e vede davanti a sé una sola soluzione per sbloccare lo stallo politico: i grillini direttamente coinvolti in un esecutivo. Due giorni fa il cantautore e assessore della Regione Sicilia aveva criticato i continui attacchi del leader del Movimento 5 stelle alla politica, “a volte sembra che stia per cedere un minimo, ma poi le frasi sono sempre quelle”. Auspicando un “modello Sicilia” anche per l’Italia: “La coabitazione con M5S qui ha funzionato, e sta andando benissimo”. Quest’ultima frase ha scatenato la reazione del capogruppo dei grillini siciliani, Giancarlo Cancelleri, secondo il quale “le persone come Battiato sono convinte che il M5S stia ‘coabitando’ con loro, ma non c’è niente di più falso, niente di più inesatto. Il modello Sicilia non esiste o meglio siamo noi – continua Cancelleri – quelli del M5S, i deputati, gli attivisti, i cittadini che ogni giorno si sbracciano per portare avanti punti di buon senso, buone idee. Se domani mattina Battiato, Crocetta e compagnia varia proponessero idee non buone, non in linea con il bene dei cittadini, il M5S li manderebbe a casa in un secondo”.
Assessore, cosa ne pensa della reazione di Cancelleri?
Credo che in Sicilia siamo riusciti ad abbattere dei muri, non ci sono destra o sinistra che tengano. E quando io dico che abbiamo ‘coabitato’, significa che abbiamo lavorato bene insieme. Continuo a pensare però che Grillo stia esagerando.
Insomma, deve appoggiare Bersani?
Se non se la sente andiamo di nuovo a votare, ma non credo sia la soluzione migliore per il Paese.
Meglio un governo Pd-Pdl?
Non credo, ma dipende da loro a quel punto. Di certo abbiamo bisogno di riforme urgenti e qualcuno deve farle. Insisto, il modello Sicilia funziona.
Precursori di un accordo di governo?
Non è una gara. Noi stiamo lavorando bene, siamo affiatati, andiamo d’accordo.
Ma Grillo non vuole che i suoi votino una fiducia a un governo dei democratici.
A volte però alcune sue dichiarazioni vengono smontate, sul voto a Grasso non mi pare abbia punito nessuno. Il problema è che sono in tanti, molti di più di quelli che si aspettavano.
Impossibile controllarli?
Certo, è molto difficile per colpa dei numeri. Ma ci sono delle urgenze ora per cui bisogna chiudere un occhio, votare 3 o 4 leggi fondamentali.
Ma in Sicilia non c’è il problema della fiducia iniziale, Rosario Crocetta è stato eletto direttamente. A Roma bisogna appoggiare la nascita di un esecutivo.
Si può votare la fiducia a un governo provvisorio, per risolvere le impellenze.
Con o senza Bersani?
Non lo so, possono anche indicare un altro nome, ci sarà qualche personalità che non gli dispiace.
La gente si aspetta responsabilità dal M5S?
Non vorrei che si aspettassero di essere rieletti o di prendere il 50%, il nostro è un Paese bizzarro.
Cioè?
Ormai è frammentato in maniera pazzesca, c’è chi si astiene e non si prende nessuna responsabilità e chi vota in cambio di 50 euro. La prossima volta può cambiare tutto di nuovo.
A proposito, ha visto Berlusconi sabato?
No, ero all’estero, comunque non m’interessa.
La piazza era piena.
Ma ci sono stati anche flop, a Napoli per esempio. O a Milano, dove doveva volare e invece ha vinto Giuliano Pisapia.
Alle ultime elezioni ha vinto Maroni.
A Milano ha vinto Ambrosoli, è la provincia a essere ancora ignorante.
E se invece che ignoranti volessero semplicemente indietro l’Imu?
Ecco, sono ignoranti. Perché l’Imu l’ha votata anche Berlusconi e non avrebbe nessun modo per restituirla. Ma se ascoltano solo le informazioni veicolate dalle sue tv non miglioreremo.
Ha visto un po’ dei nuovi deputati e senatori grillini?
Solo un paio di rappresentanti in televisione.
Che idea si è fatto di questo mondo?
Io posso parlare solo per l’esempio siciliano, che conosco. Lì sono stati eletti dei ragazzi di buon senso, non importa essere politici di professione per fare cose buone.
La ascoltano?
Sì, e anche io li ascolto.
Intendevo la sua musica.
Credo di sì (ride) ma non è certo un problema. Ora c’è da salvare un Paese.
Da Il Fatto Quotidiano del 26 marzo 2013