La Guardia di finanza ha scoperto una vera e propria contabilità parallela, criptata attraverso codici numerici utilizzati per individuare i luoghi di esecuzione dei lavori e i relativi committenti. Le contestazioni sono rivolte alle società dei fratelli coinvolte nei lavori per il G8 del 2009 che si doveva tenere alla Maddalena ma che poi fu spostato a L’Aquila dopo il terremoto
Un’evasione fiscale da 166 milioni e fatture false per 38 milioni. Queste le contestazioni che la Guardia di Finanza ha mosso nei confronti delle società del gruppo Anemone coinvolte nei lavori per il G8 del 2009 che si doveva tenere alla Maddalena ma poi fu spostato a L’Aquila dopo il terremoto del 6 aprile. La verifica fiscale degli uomini del nucleo di polizia tributaria di Roma ha preso spunto proprio dalle indagini sui grandi eventi nelle quali sono coinvolti anche i fratelli Anemone. Al termine delle verifiche, denunciate per reati fiscali 5 persone.
Esaminando i documenti contabili ed extra contabili e attraverso oltre 100 controlli incrociati nei confronti dei fornitori e di altre società riconducibili al gruppo Anemone, i finanzieri hanno scoperto una vera e propria contabilità parallela, criptata attraverso codici numerici utilizzati per individuare i luoghi di esecuzione dei lavori ed i relativi committenti.
Le società del gruppo coinvolte sono la “Anemone Costruzioni S.r.l.’, la “Maddalena S.c.a.r.l.”, l’”Arsenale S.c.a.r.l.”, la “Cogecal S.r.l.” e la “Tecno-cos S.r.l.”. Dei 166 milioni evasi nel periodo 2005-2009, 140 sono relativi a imposte dirette e 26 all’Iva.
Le indagini hanno consentito di accertare che la Anemone costruzioni figurava sia come società facente parte del consorzio incaricato dei lavori per il G8 denominato Maddalena Scarl (di cui l’impresa del gruppo Anemone deteneva il 93,5% delle quote) sia come esecutore materiale di alcune opere. Ma in realtà la Anemone ha emesso fatture nei confronti della Maddalena Scarl per un totale di 21 milioni di lavori che, in realtà, non sono mai stati eseguiti.
Inoltre, la Anemone, per consentire alle società del gruppo di sottrarre a tassazione i ricavi degli appalti per il G8, ha emesso nei loro confronti fatture false per 17 milioni di euro.