“Le volpi hanno le loro tane”. Quando ha pronunciato questa frase, stamane, nella sua prima udienza generale del mercoledì, in una primaverile piazza San Pietro, la voce di Papa Francesco è diventata improvvisamente flebile. Subito dopo aver pronunciato la parola “volpi”, quasi avesse detto qualcosa di sconvolgente, Bergoglio si è affrettato ad aggiungere che quelle parole erano di Gesù, per sottolineare che non era lui a parlare in quel momento e che non si riferiva alle volpi, ai lupi e ai corvi del pontificato del suo diretto predecessore. Ma il tono della voce non ha ingannato i presenti.
Papa Francesco, dando il via al suo ciclo di udienze generali del mercoledì, ha ripreso una tradizione voluta da Paolo VI e mantenuta fino a oggi da tutti i suoi successori. Bergoglio, che ha subito ricordato di aver ereditato il “testimone da Benedetto XVI“, ha spiegato ai fedeli che dopo Pasqua riprenderà le riflessioni sull’Anno della fede, aperto da Ratzinger l’11 ottobre scorso, proseguendo e concludendo le meditazioni iniziate dal Papa tedesco. Ma oggi, nel pieno della settimana santa, Francesco ha voluto parlare del cuore dell’anno liturgico della Chiesa di Roma: la passione, la morte e la risurrezione del suo fondatore. Bergoglio aveva alcuni fogli tra le mani e, dalle mole di autocitazioni, si notava che non era stato lui a redigere quello scritto. Ma le affermazioni più significative, come ormai sta avvenendo sempre in questo inizio di pontificato, Papa Francesco le ha fatte a braccio. Bergoglio ha sottolineato la “delusione” che sperimenta Gesù nella settimana santa a causa del tradimento di un “amico”. E ha ricordato un tema chiave del suo primissimo magistero sulla cattedra di Pietro: la missionarietà. “Impariamo a uscire da noi stessi verso le periferie dell’esistenza“. Francesco lo ha rimarcato con forza sottolineando che “le parrocchie sono vuote”. Al dito, anche oggi, il Papa argentino, non indossava l’anello piscatorio, ma quello più semplice e di minore valore economico che aveva nella sua Buenos Aires. Un segno ulteriore di umiltà di un Pontefice che ha scelto di essere semplicemente Vescovo di Roma.
Fitta l’agenda di Francesco per i prossimi giorni. Domani mattina, nella Basilica Vaticana, presiederà la Messa crismale, nella quale saranno consacrati gli oli sacri che saranno utilizzati per l’amministrazione dei sacramenti. Nel pomeriggio il Papa celebrerà la Messa dell’ultima cena con i ragazzi dell’Istituto penale per minori di “Casal del Marmo”. A dodici giovani detenuti Francesco laverà i piedi ricordando il gesto che compì Gesù. Un gesto che l’allora cardinale Bergoglio ha compiuto numerose volte nei suoi anni di episcopato a Buenos Aires. Venerdì pomeriggio, nella Basilica Vaticana, il Papa presiederà la celebrazione della passione del Signore e poi, alle 21,15, sarà al Colosseo per la sua prima via crucis. Le meditazioni per le quattordici stazioni, quest’anno, per volontà di Benedetto XVI, sono state scritte da due giovani libanesi sotto la guida del cardinale Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti. Sabato sera, sempre nella Basilica Vaticana, il Papa celebrerà la Veglia pasquale e amministrerà il battesimo ad alcuni bambini. Domenica, al mattino, Francesco presiederà la Messa di Pasqua in piazza San Pietro e, alle 12, tornerà per la seconda volta, dopo l’habemus Papam, sulla loggia centrale della Basilica Vaticana per la benedizione Urbi et Orbi.
Intanto, la Sala stampa vaticana, ha comunicato che la solenne celebrazione eucaristica con l’insediamento di Francesco sulla cattedra del Vescovo di Roma si terrà, nella Basilica di San Giovanni in Laterano, domenica 7 aprile, alle 17,30, nella festa della divina misericordia istituita da Giovanni Paolo II.
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