Il primo cittadino non è indagato. Nell’inchiesta, che ha portato all'arresto dell'ex ad dell'Ente Eur, sono coinvolte almeno otto persone. Le accuse contestate sono corruzione e concussione. Riccardo Mancini avrebbe incassato una tangente di 600mila euro per autobus mai entrati in servizio
Il sindaco di Roma Gianni Alemanno sarà ascoltato in Procura a Roma nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta mazzetta da 600 mila euro destinata al suo braccio destro, l’ex ad dell’Ente Eur Riccardo Mancini. L’atto istruttorio avverrà a breve ma non sarebbe stata ancora decisa la data.
Mancini da lunedì è in carcere con l’accusa di corruzione e concussione. Alcune settimane fa la Procura ha precisato che Alemanno non è indagato nell’inchiesta del pm Paolo Ielo che riguarda la fornitura di 45 filobus da parte della Breda Menarini, società del gruppo Finmeccanica, destinati al “Corridoio Laurentina”. Mancini aveva tentato di evitare l’arresto presentandosi il 3 febbraio scorso agli inquirenti per ammettere di aver ricevuto effettivamente i 60mila euro contestati, ma solo dopo che l’appalto per la fornitura dei bus era stato assegnato. Il manager dimise dalla carica di amministratore delegato dell’ente Eur dopo la diffusione delle prime notizie sul caso. Gli autobus non sono mai entrati in servizio.
Nell’inchiesta sono indagate almeno otto persone: oltre a Mancini, sono Roberto Ceraudo (ex ad di Breda Menarini, colui che per l’accusa avrebbe versato la mazzetta); l’imprenditore Edoardo D’Inca Levis, il quale ha sostenuto di aver predisposto il ‘fondo nero’ per la tangente; Lorenzo Borgogni, ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica; Lorenzo Cola, ex consulente esterno del colosso della Difesa; Marco Iannilli, commercialista di Cola; due dirigenti di Breda Menarini, una delle aziende fornitrici dei bus, in carica nel 2009.
“Essere ascoltato in Procura è una liberazione perché, finalmente, ci sarà la possibilità di confrontarmi con i giudici e chiarire completamente la mia posizione” dice Alemanno. “Ho letto oggi i giornali e mi sembra di essere oggetto di una serie di diffamazioni e di calunnie veramente gravi – aggiunge -. In procura avrò la possibilità di chiarire la mia posizione. Io con questa vicenda non c’entro nulla, ho la coscienza a posto, se qualcuno ha sbagliato, non sono io. Perciò, da questo punto di vista – conclude Alemanno – non vedo l’ora di essere ascoltato in procura per dare in maniera trasparente tutta la mia versione dei fatti”.