“E’ noto che io lavoro al Municipio di Ferrara, è risibile che il Coisp non sapesse“. Sono le parole di Patrizia Moretti, la madre di Federico Aldrovandi, ucciso da quattro poliziotti otto anni fa a Ferrara. Intervistata dalla trasmissione radiofonica “Nove in punto”, su Radio24, la donna racconta cosa è successo ieri, giorno in cui è stata organizzata una manifestazione del Coisp, il sindacato di Polizia, nella piazza sotto l’ufficio in cui lavora la stessa Patrizia Moretti. “Da circa un mese un furgoncino del Coisp si muoveva per Ferrara con manifestazioni di solidarietà nei confronti dei poliziotti che hanno ucciso mio figlio. In un paio di occasioni” – continua – “mi è stato riferito che c’erano, ho cercato anche di vedere le loro facce, ma sparivano”. E aggiunge: “Ieri mattina però è stato il massimo, vedere l’arroganza e l’aggressività di queste persone nei confronti del sindaco li qualifica“. Patrizia Moretti racconta minuziosamente quello che è avvenuto prima della sua decisione di scendere dal suo ufficio: “Io e le mie colleghe abbiamo visto il sindaco di Ferrara, Tiziano Tagliani, che ha manifestato ai poliziotti del Coisp l’inopportunità della loro presenza proprio lì e ha detto che si capiva che questa era una manifesta provocazione nei miei confronti. Abbiamo visto” – prosegue – “che un signore grande e grosso (Potito Salatto, europarlamentare Fli, ndr) ha cominciato a urlargli contro, sentivamo le urla dall’altra parte della piazza: lo insultava, gli diceva: “Vai via da qui, noi abbiamo il permesso, cambia mestiere, vergognati”. Il sindaco inizialmente ha risposto, ma poi questo signore lo ha anche spintonato“. La mamma di Federico afferma che a quel punto ha deciso insieme alle sue colleghe di scendere e rivela: “Quelli del Coisp hanno girato le spalle, non hanno guardato in faccia me, si sono girati rispetto alla fotografia e dopo un minuto sono andati via. Non mi hanno rivolto nessuna parola, nè mi hanno chiesto scusa”. Patrizia Moretti esprime gratitudine per il minuto di silenzio e per l’applauso del Senato in onore di Federico e sottolinea: “Mi hanno commosso le tantissime manifestazioni di solidarietà e comunque di sdegno per questo comportamento, che io non so se sia sanzionabile disciplinarmente”. E conclude: “E’ veramente disumano ed è la conferma di quello che rappresentano alcune persone. Spero che sia uno sparuto manipolo di persone che solidarizza con degli assassini, i quali, anche se indossano la divisa, sono dei delinquenti. E spero che non indossino più la divisa“