Ho finalmente capito dove sta il trucco. Grillo l’ha capito?
A “Un giorno da pecora” Sabelli mi ha chiesto quante probabilità ha Bersani di ottenere la maggioranza. Ho risposto: il 2%.
In trasmissione c’era il ministro della Sanità Balduzzi (in forza nel governo Monti) che ha dato a Bersani un 50%. Mi è parso strano. Poi come un flash back ho risentito una nota sorniona nascosta nelle parole che Balduzzi aveva appena pronunciato. E ho capito che non avevo capito niente…Ma per arrivarci ci ho messo un po’.
All’inizio ho solo avuto la sensazione che il ministro sapesse qualche cosa che io non sapevo.
Allora, appassionati del giallo, ecco la soluzione dell’enigma nascosto nella voce di Balduzzi.
Apparentemente per Bersani non c’è alcuna possibilità.
M5S, Pdl e Lega gli han detto di no.
Quindi, o lascia a un altro, più gradito al M5S, oppure si va a elezioni. In entrambi i casi è politicamente finito. Se invece per la disperazione si allea con il Pdl è comunque finito e in più uccide pure il Pd che alle prossime elezioni prende il 12%. E questo l’han capito tutti.
Ma Bersani sa una cosa che gli dà la forza di tentare l’impossibile.
Si deve comunque arrivare a un governo, lo vuole la Confindustria, Napolitano e la maggioranza degli italiani. E se lui non ci riesce Napolitano incaricherà qualcuno un po’ più “a sinistra” e alla fine il M5S lo voterà, bene o male, come è stato per Grasso.
Quindi oggi la vera alternativa è tra un governo Bersani e un governo simil Grasso. Anzi simil Boldrini.
Ora io credo che non c’è niente che faccia più paura a Berlusconi di un governo con un Simil-Boldrini appoggiato dal M5S… Altro che cosacchi che abbeverano i loro cavalli da guerra nelle fontane del Vaticano…Rischierebbe l’ineleggibilità, la confisca delle tv e probabilmente l’arresto. Quindi gli conviene, eccome, far sì che Bersani abbia la fiducia…
Ed ecco che si sente rumoreggiare da parte di Maroni frasi bofonchiate: potrebbero uscire al momento del voto per rendere possibile a Bersani di raggiungere la fiducia.
A Bersani mancano una quindicina di voti…È sufficiente che votino a favore i 3 senatori a vita, che ci sia qualche assente del Pdl che fa abbassare i voti necessari per la maggioranza e qualche voto favorevole di “responsabili” della Lega e di qualche Grandi Autonomie e Libertà e il gioco è fatto.
E si capisce anche perché Bersani era così sicuro e contento di sé nell’incontro con Lombardi e Crimi, trasmesso via streaming: più il M5S fa la faccia cattiva, più Berlusconi teme che riescano veramente a convincere Napolitano a girare l’incarico a un personaggio gradito al M5S (cioè un mostro per definizione).
La cosa divertente è che tutti possono uscirne facendo finta di aver vinto. Il Pdl e la Lega piangeranno commossi dal proprio sacrificio: pur di salvare l’Italia hanno votato per il nemico! Un segno di generosità inusitata per il quale otterranno qualche contentino sottobanco. E magari la Lega ci guadagnerà pure un po’ di autonomia regionale in più da mostrare ai suoi elettori…In fondo l’autonomia piace al PD più di quanto piacesse a Berlusconi.
Bersani potrà dire che, alla faccia di Grillo, c’è riuscito e da “Morto che cammina” diventerà “Eroe del Popolo”.
E il M5S potrà vantarsi di aver mantenuto la parola data continuando a insultare Bersani che alla fine si è fatto aiutare dal Pdl, come avevano previsto…
E anche noi, che abbiamo sostenuto la linea della trattativa, potremmo dire che siamo riusciti a ottenere una forma di mediazione che ha fatto nascere il governo.
Ma non lo diremo perché non è vero.
Abbiamo perso questa battaglia.
Credo che in questa situazione un pateracchio che galleggia sia meglio di niente. Alla fin fine Bersani un po’ di riforme le farà, alla siciliana, con l’appoggio legge per legge del M5S…
Ma non sarà il “Governo dei sogni” che sarebbe potuto nascere se ci avessero dato retta…Il Governo dei Sogni non è nato perché non conveniva che nascesse né al Pd né al M5S, per mere questioni di consenso. Peccato. Gli italiani hanno perso un’occasione.
Ovviamente in politica le certezze non esistono… Ma oggi valuto la probabilità della fiducia a Bersani all’80%.