Ho guardato lo streaming fra Bersani e la delegazione del M5S con grande attenzione e crescente perplessità. Dal punto di vista comunicativo, sono stati pessimi tutti per svariate ragioni. Faccio una brevissima selezione.
Bersani: all’inizio era impacciato come uno studente di fronte alla commissione di laurea, il che gli è costato il prezzo di un bersanese più pasticciato del solito. Poi si è rilassato, è vero, ma nei contenuti – il che è ancor più grave che nelle forme – ha continuato a inseguire i temi del M5S come fa dal giorno dopo le elezioni. Ricordava, purtroppo, quei venditori ambulanti che, per disperazione, devono venderti per forza qualcosa e ti propongono di tutto, dai fazzoletti di carta agli accendini, dai calzettoni alle torce elettriche. Non importa se non ti serve ora, non importa se non ti serve davvero, però ti prego: compra.
M5S: all’inizio Crimi, Lombardi e gli altri erano tutti torvi, silenziosi e intenti a scrivere, come una commissione di laurea che fa di tutto per mettere a disagio il candidato. Poi parlando si sono ammorbiditi, ma hanno mantenuto sempre quel tono e quei modi dall’alto in basso che ormai conosciamo. Come se avessero la verità in tasca, come se fossero gli unici a essere stati “eletti” e non fossero solo un sottoinsieme di una ben nutrita compagnia di 945 deputati e senatori.
È lo stile del gatto che gioca col topo, sicuro della sua forza. Ma è anche lo stile del vendicatore degli oppressi che, dopo aver vinto l’oppressore, lo umilia per goderne assieme agli oppressi. Uno stile su cui a mio avviso i deputati e i senatori del M5S stanno insistendo un po’ troppo e che può finire per togliergli consensi nel loro stesso elettorato. Perché è vero che gli oppressi godono dell’umiliazione inflitta all’oppressore, ma è pur vero che molti oppressi non amano affatto vedersi rappresentati da un vendicatore troppo impietoso. Ed è ancor più vero che molti oppressi vorrebbero solo che i torti fossero raddrizzati presto, bene e senza ulteriori danni. Specie se, mentre il vendicatore se ne sta lì a infliggere umiliazioni, gli oppressi restano oppressi.
Giovanna Cosenza
Docente universitaria di Semiotica
Media & Regime - 28 Marzo 2013
Streaming Pd-M5S: una brutta prova di comunicazione per tutti
Ho guardato lo streaming fra Bersani e la delegazione del M5S con grande attenzione e crescente perplessità. Dal punto di vista comunicativo, sono stati pessimi tutti per svariate ragioni. Faccio una brevissima selezione.
Bersani: all’inizio era impacciato come uno studente di fronte alla commissione di laurea, il che gli è costato il prezzo di un bersanese più pasticciato del solito. Poi si è rilassato, è vero, ma nei contenuti – il che è ancor più grave che nelle forme – ha continuato a inseguire i temi del M5S come fa dal giorno dopo le elezioni. Ricordava, purtroppo, quei venditori ambulanti che, per disperazione, devono venderti per forza qualcosa e ti propongono di tutto, dai fazzoletti di carta agli accendini, dai calzettoni alle torce elettriche. Non importa se non ti serve ora, non importa se non ti serve davvero, però ti prego: compra.
M5S: all’inizio Crimi, Lombardi e gli altri erano tutti torvi, silenziosi e intenti a scrivere, come una commissione di laurea che fa di tutto per mettere a disagio il candidato. Poi parlando si sono ammorbiditi, ma hanno mantenuto sempre quel tono e quei modi dall’alto in basso che ormai conosciamo. Come se avessero la verità in tasca, come se fossero gli unici a essere stati “eletti” e non fossero solo un sottoinsieme di una ben nutrita compagnia di 945 deputati e senatori.
È lo stile del gatto che gioca col topo, sicuro della sua forza. Ma è anche lo stile del vendicatore degli oppressi che, dopo aver vinto l’oppressore, lo umilia per goderne assieme agli oppressi. Uno stile su cui a mio avviso i deputati e i senatori del M5S stanno insistendo un po’ troppo e che può finire per togliergli consensi nel loro stesso elettorato. Perché è vero che gli oppressi godono dell’umiliazione inflitta all’oppressore, ma è pur vero che molti oppressi non amano affatto vedersi rappresentati da un vendicatore troppo impietoso. Ed è ancor più vero che molti oppressi vorrebbero solo che i torti fossero raddrizzati presto, bene e senza ulteriori danni. Specie se, mentre il vendicatore se ne sta lì a infliggere umiliazioni, gli oppressi restano oppressi.
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Roma, 16 dic (Adnkronos) - "L'importante è discutere. Io ho fatto l'Ulivo perchè i riformismi potessero discutere e non ho intenzione di contribuire alla nascita di un partito cattolico, non è il momento della storia per questo. Ma finalmente si ricomincia a discutere, c'è tante gente che vuole partecipare". Lo ha detto Romano Prodi, a Piazzapulita, a proposito dei due convegni dei centristi di sabato a Orvieto e Milano.
Roma, 16 dic (Adnkronos) - "E' ora di ricominciare a discutere, sono due anni che siamo muti, bisogna organizzare programmi, mettersi insieme. Forse questo fa paura perchè fino a ora è stato come sparare sulla Croce rossa, ora se si comincia a discutere comincia una dinamica politica che deve andare avanti in fretta perchè tra due anni ci sono le elezioni". Lo ha detto Romano Prodi a Piazzapulita, su La7, a proposito dei due convegni dei centristi in programma sabato a Orvieto e Milano.
Roma, 16 gen (Adnkronos) - "Per avere detto che Meloni è obbediente ho avuto attacchi feroci. Io sono più di 15 anni che non faccio politica, non ho alcun potere e lei si scaglia con improperi del tutto fuori luogo. Perchè se la deve prendere con uno che non ha potere, che non è nella sinistra e nella destra? Perchè sono considerato ispiratore dell'opposizione? Se picchiano gli ispiratori siamo andati avanti con l'autoritarismo". Lo ha detto Romano Prodi a Piazzapulita, su La7, tornando al botta e risposta di qualche mese fa con la premier.
Roma, 16 gen (Adnkronos) - "Musk nasce come super ministro, molti dicono che litigheranno ma sono del tutto complementari. Musk ha aiutato Trump nell'ascesa, Trump lo ha incoronato. Questa è la situazione". Lo ha detto Romano Prodi a Piazzapulita, su La7.
Jennifer Lopez torna sullo schermo nel film 'Inarrestabile’, debutto alla regia di di William Goldenberg, già premiato con l'Oscar come montatore per 'Argo'. Disponibile su Prime Video, la pellicola racconta la vera storia di Anthony Robles: un lottatore diventato campione con una sola gamba. JLo interpreta la mamma, Judy. "Quando ho letto il copione ho capito che molte donne avrebbero potuto identificarsi nel mio personaggio", dice l'attrice e cantante nell'intervista all'Adnkronos. Per la cantante di 'Let's get Loud' è molto più di una storia sullo sport. Questo film mostra come la vita sia una lotta costante contro qualcuno o qualcosa: "Sei sempre tu contro te stesso e non contro una persona. Sei sempre tu contro i tuoi pensieri o le tue convinzioni limitanti. Solo superando tutto questo, possiamo capire che ognuno di noi può fare tutto ciò che vuole". E la storia di Anthony ne è l'esempio.
Roma, 16 gen (Adnkronos) - "Oggi questo primo sì alla separazione delle carriere tra magistrati requirenti e giudicanti segna un passaggio storico nel percorso di riforma della giustizia che il governo di centrodestra sta finalmente portando a termine". Lo ha detto a Pietro Pittalis, deputato di Forza Italia e vicepresidente della commissione Giustizia della Camera, a RadioRadio.
"È un risultato reso possibile dall’unità della maggioranza e dal ruolo determinante di Forza Italia, con il contributo fondamentale del nostro segretario Antonio Tajani. Questa riforma è parte del programma con cui il centrodestra si è presentato alle elezioni ed è stata votata dagli italiani, ai quali soltanto dobbiamo rispondere -ha aggiunto-. Ma soprattutto, dà seguito a una battaglia storica del nostro presidente fondatore Silvio Berlusconi, che fino all’ultimo giorno ha lottato per una giustizia giusta, a tutela dei cittadini e del giusto processo".
"Vogliamo garantire un equilibrio tra accusa e difesa, ponendoli sullo stesso piano e restituendo al giudice la terzietà che gli compete ma come sempre, ogni riforma della giustizia viene osteggiata dall’Associazione Nazionale Magistrati, un sindacato che difende i propri interessi, che spesso si chiude in una logica autoreferenziale e di autoconservazione. Per troppo tempo è sembrato che le leggi le scrivesse la magistratura, anziché la politica. Oggi la politica si è ripresa il proprio ruolo: le leggi le scrive il Parlamento, la magistratura le applica e i cittadini le osservano", ha concluso Pittalis.
Roma, 16 gen (Adnkronos) - "Aderisco volentieri all’appello che il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha formulato chiedendo riservatezza mentre sono in corso le necessarie interlocuzioni con le Autorità venezuelane per la liberazione del nostro cooperante, Alberto Trentini". Lo dice Pier Ferdinando Casini.
"Mi sento però in dovere di ricordare pubblicamente che vi sono altri detenuti con passaporto italiano, come Americo de Grazia, del quale il nostro Parlamento ha più volte sollecitato la liberazione. Sono certo che la Farnesina e le Autorità italiane terranno nella massima considerazione tutti i nostri connazionali che vivono ingiuste situazioni di privazione della propria libertà", aggiunge Casini.