La relazione sull'azione di responsabilità: "L'ex presidente ha agito perseguendo interessi estranei e contrari a quelli della società", mentre il suo direttore generale, Antonio Vigni, è stato "il deus ex machina" che ha confezionato i prodotti di finanza tossica che hanno truccato i conti della banca
Giuseppe Mussari era coinvolto direttamente nella gestione della “finanza allegra” del Monte dei Paschi di Siena, anche se non aveva le deleghe necessarie per gestire la banca. E’ questo, in sintesi, quanto riporta il consiglio di amministrazione di Mps nella relazione sulla proposta di un’azione di responsabilità in vista dell’assemblea dei soci del 29 aprile che sarà chiamata ad approvare anche il bilancio 2012 chiuso con un rosso di 3,17 miliardi di euro.
Nel documento si precisa quindi che “l’ex presidente si è anzitutto ingerito direttamente nella gestione della banca pur non avendo ricevuto delega dal consiglio e ha violato il canone della diligenza richiesta dall’articolo 2392 del codice civile – tenuto oltretutto conto dello standard di condotta esigibile da un avvocato con vasta esperienza nel settore bancario e finanziario”.
“Inoltre l’ex presidente – si legge sempre nella relazione -ha agito perseguendo interessi estranei e contrari a quelli della società – tra cui quello di preservare la propria leadership -, contribuendo decisivamente a realizzare l’operazione con Nomura, allo scopo di occultare la perdita sulle notes Alexandria, che si sarebbe altrimenti riflessa sul risultato dell’esercizio 2009, in misura tale da impedire il conseguimento di un utile d’esercizio”.
Il deus ex machina del confezionamento derivati del Montepaschi, poi, secondo gli attuali amministratori era l’ex direttore generale di Mps, Antonio Vigni e pertanto spetta a lui rispondere di tutti i danni. Vigni, si legge nel documento con riferimento al confezionamento dell’operazione strutturata con Deutsche Bank, ne ha definito “tutti i termini essenziali e ha inoltre sottoscritto i documenti contrattuali principali – gli originari total return swap del dicembre 2008 -. Tali circostanze sono espressive del suo diretto e fattivo coinvolgimento nell’operazione”.
Pertanto, “considerati i profili di anomalia, abnormità ed illegittimità dell’operazione in parola, è chiamato a rispondere di tutti i danni subiti e subendi dalla banca in conseguenza dell’operazione medesima”. “Anche in questo caso l’ex direttore generale ha assunto sia una responsabilità personale, avendo contribuito a porre in essere un’operazione illecita e dannosa per la banca (parimenti per mantenere la propria posizione apicale e i connessi benefici economici), sia una responsabilità per non aver vigilato sui dirigenti che a lui riportavano (direttamente o indirettamente) e che, a vario titolo, hanno anch’essi preso parte all’operazione in questione”.
Le operazioni con Nomura e Deutsche Bank “non avrebbero mai dovuto essere realizzate”, si legge infine nella relazione. “Il carattere illecito delle operazioni poste in essere nell’estate 2009 e nel dicembre 2008 e i loro evidenti profili di irrazionalità, anomalia e carenza di qualsivoglia giustificazione economica, dimostrano: che queste operazioni non avrebbero mai dovuto essere realizzate. E che, conseguentemente, tutti i costi, gli oneri e i pregiudizi di qualunque natura sofferti e che saranno sofferti da banca per effetto delle stesse rappresentano un danno risarcibile”.
Quanto alla “banda del 5%”, il Monte dei Paschi di Siena ”si riserva di agire in ogni sede nei confronti dell’ex direttore dell’area finanza, Gianluca Baldassarri e di altri corresponsabili, in relazione agli illeciti in corso di accertamento”.