Il sociologo Robert Putnam, ormai alcuni decenni or sono , fece una importante ricerca sulle reti e sulla coesione sociale nelle diverse regioni italiane; il suo studio produsse un risultato di particolare interesse per la nostra regione che venne collocata prima in graduatoria per “capitale sociale”.
Il capitale sociale, cioè quell’insieme di relazioni positive e di collaborazioni che si instaurano tra i componenti di una determinata comunità, è un elemento fondamentale per il buon vivere in serenità e sicurezza; è anche un elemento attrattivo per le aziende i cui dipendenti trovano al di fuori del luogo di lavoro, condizioni di vita favorevoli.
Uno degli elementi che portava a questa conclusione, era la grande adesione e forza dell’associazionismo; anche oggi nella nostra città, operai, impiegati, studenti, artigiani, commercianti, professionisti, disoccupati, pensionati, continuano ad offrire il loro tempo e le loro competenze a favore della comunità. Perché non dovrebbero farlo gli ex politici che di tanti benefici hanno goduto in questi anni?
Il tema dei privilegi della casta, dei vitalizi, delle indennità di reinserimento sociale e delle tante altre prebende dei politici è venuto prepotentemente alla ribalta grazie al Movimento 5 Stelle ed anche al fiuto di Matteo Renzi; ora, in molti lo cavalcano come cavallo di battaglia, gli stessi che fino a ieri ne godevano felicemente dei vantaggi.
Così è la politica! O meglio, il livello della nostra misera classe politica.
D’ altra parte anche rivoluzionari come Mario Capanna, Giovanni Russo Spena ed esponenti della sinistra radicale come Fausto Bertinotti, pur dichiarandosi contrari, non disdegnano non solo i vitalizi, ma nemmeno il loro cumulo. Per non parlare di Giuliano Amato che ha ancora la faccia tosta di andare in giro a parlare di solidarietà con i suoi circa 30.000 euro al mese, tra pensione e vitalizi …. e che, parlando dei giovani, così si e’ espresso, davanti agli studenti della Luiss di Roma: “Tanti si troveranno con una pensione miserabile, con cui non potranno vivere e si troveranno a dormire in auto”.
Sono diversi i parlamentari modenesi non più rieletti; a loro va il nostro pensiero; ci dispiace che dopo tanti anni di faticosa attività, si trovino senza nulla da fare. Molti di loro godranno di una, due ed anche tre pensioni; anche coloro che hanno votato una legge che posticipa di anni la pensione ai comuni cittadini e ne riduce l’ ammontare.
Infatti, diversi ex godranno della loro pensione lavorativa, di quella di deputato o senatore, ma non dimentichiamo che alcuni sono anche stati consiglieri regionali ed avranno pur diritto ad un ulteriore vitalizio. Mossi quindi da un sincero slancio affettivo volto a far sì che non si sentano esclusi dalla vita sociale, abbiamo elaborato alcune proposte per non farli sentire inutili ed annoiati.
Allora, proponiamo per il senatore Barbolini, quale esperto di sanità, di passare il suo tempo come volontario alla Croce Blu o Rossa, a sua scelta.
Alla senatrice Bastico, esperta di scuola, di fare la volontaria al centro di alfabetizzazione degli stranieri.
All’ onorevole Santagata, il primo a capire che sarebbe bastato chiudere le circoscrizioni per ridurre drasticamente i costi della politica (!) e contribuire così a ripianare i bilanci statali, proponiamo di fare come volontariato il presidente di circoscrizione.
Poi bisognerà pensare anche a Massimo Mezzetti, attuale assessore alla cultura della regione e candidato non eletto al senato; dopo tre legislature passate in regione percependo complessivamente una indennità che si aggira sul milione e mezzo di euro, sarebbe opportuno offrirgli, in attesa dei meritati vitalizi, una vera occasione di lavoro, magari in una qualche fabbrica dove potrebbe meglio assaporare le fatiche di quegli operai che ha sempre tenacemente difeso.
E poi occorre guardare avanti; l’ anno prossimo scadrà anche il mandato di Emilio Sabbatini, presidente della provincia ed ex consigliere regionale; a lui si potrebbe proporre di fare volontariato nei corsi di formazione alla città dei ragazzi, dove per anni era incardinato.
E poi si metta fine allo scandalo di politici che godendo il vitalizio, vanno a coprire incarichi pubblici, come ad esempio, fare gli assessori, i sindaci, i presidenti della provincia, ma anche membri (ottimamente remunerati) di consigli di amministrazione di fondazioni o di società come Hera, percependo la relativa indennità. Di casi ne abbiamo avuti anche di recente, nella nostra città, in attesa di una regola generale simile a quella blandamente adottata di recente dalla regione Emilia Romagna e che forse non verrà mai, che impedisca a chi gode del vitalizio di percepire qualsivoglia indennità da enti pubblici o a prevalente capitale pubblico, come le “partecipate”, che abbiano almeno la dignità di rinunciarvi!
Visto che le persone normali non potranno più andare in pensione finché non stanno in piedi, e quindi non saranno più in grado di sostenere le associazioni di volontariato, la loro nuova linfa vitale saranno i pensionati d’oro della politica? Vedremo.