Sui “Maschi saggi” del Quirinale hanno già scritto in molti. Qui vorremmo solo porre una domanda, forse retorica : Riusciranno i “maschi saggi” a far risalire qualche posizione all’Italia nella speciale classifica sulla libertà di informazione che, attualmente, ci vede relegati all’ultima posizione in Europa?
Non si tratta di una provocazione dei soliti “antiberlusconiani di professione” e di vocazione, aggiungiamo noi, ma di una questione dirimente, dal momento che i saggi dovranno indicare un percorso di possibili riforme istituzionali, economiche e sociali per trascinare l’Italia fuori dal pantano, per usare un eufemismo pasquale.
Dal momento che tra i “maschi saggi” ci sono persone che hanno già dato prova di non voler disturbare, mai e comunque, gli interessi di Berlusconi come potranno proporre alcunché in materia?
Non ci vuole una grande fantasia per prevedere quali pagine saranno strappate dalla cosiddetta agenda Bersani: conflitto di interessi, anticorruzione, modifica del falso in bilancio e delle prescrizioni torneranno in cantina, e ci resteranno per un lungo periodo, forse più lungo di quello che oggi tutti potremmo immaginare.
Naturalmente una legge elettorale, di qualsiasi natura, senza la eliminazione preventiva della anomalia italiana in materia di informazione sarà sempre e comunque una misura insufficiente a ristabilire una effettiva condizione di paritá tra le diverse formazioni politiche e sociali.
Che piaccia o no, grazie ai veti contrapposti, agli egoismi di parte o di partito, alle oligarchie vecchie e nuove (tutte cose descritte con la consueta lucidità da Antonio Padellaro), l’unico che potrà festeggiare, almeno in questa fase, sarà Silvio Berlusconi che è riuscito a mettere un piede dentro il portone e a piazzare i suoi uomini al tavolo della trattativa.
Questo era il suo obiettivo e, per ora, lo ha centrato, adesso potrà dedicarsi con più calma alla partita del Quirinale e alla formazione di un governissimo di garanzia, di stabilità e, soprattutto, di stabilizzazione dei suoi conflitti di interessi.
A meno che i parlamentari del Pd, di Sel e 5 Stelle, pur restando distinti e distanti, non decidano di votare tutti insieme per il Quirinale una personalità alla Rodotà, e non mancano certo anche donne con analoghi requisiti, capaci di presidiare il terreno dell’interesse generale, della Costituzione, del primato dei beni comuni sull’interesse privato.
Mai perdere la speranza, almeno nei giorni di Pasqua!