Viaggio tra Piacenza e Bettola, nell'Emilia che è da sempre la casa del Pd. Ma questa volta non ci sono applausi né strette di mano. Delusi, tutti. Anche i parenti: "Ha sbagliato campagna elettorale"
Pier Luigi Bersani sapeva che al ritorno a casa l’accoglienza non sarebbe stata delle migliori. Ma quando ha detto: “Voglio stare due giorni per i fatti miei”, pensava al divano, le figlie e qualche pranzo con i parenti tra Bettola e Piacenza. Partito Presidente del Consiglio, nell’estrema pianura padana che è quasi Lombardia, è tornato in silenzio, passando a salutare solo qualche amico. I vicini e gli abitanti del quartiere lo accolgono a pacche sulle spalle, ma non hanno paura di dare il consiglio più scomodo e nominare l’avversario di sempre, Matteo Renzi.
La signora Bruna esce di casa per buttare la spazzatura dopo due giorni di mangiate insieme a familiari e amici. “Lo dico da donna anziana – esordisce – è ora che si lasci spazio ai più giovani. A noi di Piacenza, Renzi piace”. Nel quartiere di periferia, a pochi passi dalla scuola dove il segretario ha votato lo scorso 24 febbraio, Bersani lo conoscono tutti, c’è l’affetto di chi lo incontrava a fare la spesa e ne conosce ogni mossa, ma anche la voglia di spingerlo a cedere il passo. “Io stimo molto Pier Luigi Bersani, secondo me è uno studioso serio, poi politicamente però… Speriamo che le cose si sistemino. Tutti devono metterci la buona volontà”. Sotto un cielo grigio ancora invernale, il passaparola è per il cittadino più chiacchierato.
Al bar non lo hanno visto, all’Edicola Morigi, Stefano Bisogni lo ha incrociato sabato 29 marzo. “E’ passato a salutare, mi ha promesso sarebbe tornato per gli auguri, poi però non lo abbiamo più visto”. Stessa storia al bar dietro casa, dove il leader del Partito Democratico fa sempre un passaggio ogni volta che arriva fino a Piacenza. In pochi l’hanno incontrato, ma Pier Luigi Bersani è con la famiglia. Lo si vede non appena fa buio. Occhiali sul naso a leggere con la famiglia. Una sola finestra aperta. E’ la solitudine prima delle decisioni importanti, di una settimana politica dove tutto può cambiare. E il ritorno assomiglia all’ultima resa. Era il 14 ottobre e la campagna elettorale delle primarie del trionfo partiva da Bettola, la cittadina a pochi chilometri da Piacenza, là dove Bersani è nato e cresciuto e là dove i comizi della “pecora rossa” del paese riempivano a malapena una piazza. Una pompa di benzina e una corsa elettorale che sembrava una passeggiata. “Non si dimentichi di noi ora che diventa Presidente del Consiglio”, gli dicevano prima delle elezioni. Ora l’attesa per le decisioni del Quirinale. Sarà ancora lui a guidare il nuovo governo? Hanno chiesto al fratello Mauro: “Sì, forse in un’altra vita”, ha risposto secco.
La delusione la raccontano i concittadini, quelli che a Piacenza lo vedono da una vita e che di sinistra davvero non sono mai stati. “Io sono ottimista. – racconta uno dei vicini mentre porta a passeggio il cane – Potrebbe cambiare qualcosa, potremmo tornare a votare e trovare un nuovo leader”. Matteo Renzi, l’antagonista che in molti avrebbero voluto vedere al posto di Bersani. “C’era già un capo valido, io lo avrei votato anche se non era del mio schieramento politico”. Così raccontano i clienti del bar all’angolo: “Non c’è niente da commentare – dice Marcello Calamari, imprenditore locale – bisogna che il leader faccia un passo indietro. Matteo Renzi è l’unica soluzione che mi viene in mente”. Tanti gli errori da recriminare a Bersani, primo fra tutti la comunicazione: “Io ci credo che sia preoccupato – dice Pierpaolo Tassi, – il segretario ha fatto moltissimi errori di comunicazione e queste sono le conseguenze”.
Gli fa eco Branko Busev, di origini macedoni e da vent’anni abitante della stessa via del segretario : “Peggio di così solo il deserto del Sahara. E’ un brav’uomo, si vede che ha una coscienza politica. Io l’ho conosciuto lavorando come muratore a casa sua. Il momento è disperato per tutti, io spero solo che ci sia una nuova classe dirigente che cambi la situazione, perché con questa non so dove potremmo finire”. A Piacenza lo sanno tutti. Bersani è l’uomo difficile da votare, là dove la destra ha vinto persino nella sua Bettola. Avere un vicino di casa Presidente del consiglio ci speravano un po’ tutti. Ma ora c’è spazio solo per l’amarezza: “Questa gente – conclude un passante che preferisce non dire il nome – non è capace di fare niente. Mi fanno schifo tutti. Abbiamo fatto il papa nuovo in otto giorni e loro adesso non sono capaci di fare il governo? Lo credevo diverso Bersani, invece è come tutti gli altri”.
il video è di Giulia Zaccariello