Le amazzoni berlusconiane, in testa Biancofiore e Santanché, hanno finalmente ritrovato la voce e scatenato una “Giusta e Nobile battaglia” a difesa della dignità della donna, o meglio di una donna… quella del capo. Così hanno preso carta e penna e hanno chiesto alla Rai di sospendere l’imitazione della signora Pascale, che, stando ai biografi di corte, sarebbe ora la nuova signora Berlusconi.
Proprio perché così é stata presentata, ed enfaticamente esibita anche durante la recente campagna elettorale, la brava attrice Virginia Raffaele, ha deciso di farne una imitazione durante la trasmissione ” Quelli che…” in onda la domenica su Rai 2.
Ora, chiunque abbia visto, anche una sola volta il programma condotto da Victoria Cabello sa che tutte le puntate, grazie anche alla intelligente presenza del Trio Medusa, sono condotte sul filo della ironia, della satira, dello sberleffo contro tutti, senza distinzione di parte o di partito.
Naturalmente tutto può e deve essere criticato e criticabile, chi si sente offeso ha il diritto di reagire e, se diffamato, di tutelarsi come meglio crede.
Le amazzoni, non si sono limitate a questo, e hanno chiesto di mettere fine alla imitazione, si sono appellate ai mega dirigenti Rai ed ora vorrebbero invocare anche l’intervento della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai che, per altro, non è stata ancora istituita, e quindi il postino, pur bussando due o tre volte, non troverà nessuno.
Premesso che il diritto di satira prevede questo e altro e che la stagione delle liste di prescrizione dovrebbe essere alle nostre spalle (meglio tuttavia usare il condizionale), è mai possibile che queste signore della destra si sentano offese da una imitazione e non si siano mai sentite offese dagli episodi davvero accaduto nella realtà?
Che sentimento hanno provato quando il mondo rideva per la nipote di Mubarak? E non si sono sentite lese e indignate da ben altre imitazioni e travestimenti, magari con tanto di vestito da suore e crocifisso?
Per il futuro cerchino di essere più attente a contrastare i diritti del Satiro piuttosto che molestare il diritto di satira.