La crisi di Cipro perde uno dei protagonisti delle trattative per il salvataggio. Il ministro delle finanze cipriota Michalis Sarris ha annunciato le dimissioni e, secondo la stampa greca e cipriota, verrà sostituito dal ministro del lavoro Haris Georgiadis.
Intanto per il momento i grandi titolari di depositi presso la Bank of Cyprus potranno accedere solo al dieci per cento dei loro soldi spiega alla tv uno dei membri della Banca centrale di Cipro, Jangos Dimitriou. I rappresentanti della “troika” dei creditori, la Banca Centrale Europea, l’Unione Europea e il Fondo Monetario Internazionale, la scorsa notte sono arrivati ad un accordo in questo senso con il presidente della Banca centrale di Cipro, Panikos Demetriades, e l’allora in carica ministro Sarris. La troika è preoccupata del fatto che i depositi oltre i 100 mila euro si svuotino prima che venga pagata la tassa del 37,5 per cento. Un altro 22,5 per cento sarà bloccato come riserva di emergenza, nel caso in cui si rendesse necessario applicare un altra imposta. Inizialmente il governo, invece, aveva fatto capire che il restante 40 per cento sarebbe stato disponibile.
La troika ”sta finalizzando a Nicosia con le autorità cipriote i contenuti del memorandum d’intesa per il piano di salvataggio del paese” fa sapere il portavoce della Commissione Ue Olivier Bailly, ricordando che “non c’è una tempistica precisa per la conclusione delle discussioni”, che comunque dovranno avvenire nella prima parte di aprile. Nessun commento sulle “voci di stampa” riguardo al crollo del pil di Cipro del 9-10%: “quando avremo il memorandum vedrete anche quali saranno le cifre esatte”, ha aggiunto il portavoce, ribadendo che Bruxelles “continua a monitorare” la situazione anche per quanto riguarda le misure restrittive alla libera circolazione dei capitali, “valutate su base regolare”.
Intanto è entrata ufficialmente oggi in funzione la Commissione d’inchiesta nominata giovedì scorso dal governo di Nicosia per far luce su eventuali responsabilità, civili ma anche penali, nella crisi del sistema bancario. La commissione d’inchiesta, nominata dal presidente Nicos Anastasiades, è composta da tre ex magistrati della Corte Suprema, ovvero George Pikkis, Panayiotis Kallis e Yiannakis Constantinides. Ad essi il capo dello Stato ha dato disposizione di cominciare ad indagare sulle attività dei propri familiari più stretti per dissipare quanto prima i sospetti addensati su di lui da una campagna di stampa lanciata nei giorni scorsi da ambienti filo-comunisti vicini all’ex presidente Dimitris Christofias. La commissione dovrà determinare se all’origine della crisi del sistema bancario del Paese vi siano “responsabilità penali, civili o politiche”.