Politica

Il Colle difende i saggi: “Paure infondate”. Il Pdl: “La casa brucia, no ad altri rinvii”

Nota del Quirinale dopo le critiche: "Tempi limitati e carattere informale dei gruppi". E il portavoce di Napolitano precisa che i dieci nomi sono stati scelti in base alla "funzione del lavoro già svolto e del ruolo ricoperto". Ma Alfano attacca: "Larghe intese o voto a giugno, subito nuove consultazioni"

Il Quirinale difende i ‘saggi‘. Perché il benestare che i partiti hanno subito concesso alla mossa di Giorgio Napolitano si è presto trasformato in una pioggia di critiche. E così dal Colle è arrivata una giustificazione a posteriori dei criteri utilizzati per scegliere le dieci personalità, in base “al lavoro già svolto e al ruolo ricoperto”. E sono state meglio definite la funzione delle due ‘commissioni’, che avranno un fine “ricognitivo” e “limiti temporali”. Precisazioni con cui il capo dello Stato ha risposto ai “timori infondati” sulla sua iniziativa. Una risposta che però non deve avere convinto troppo neppure Valerio Onida. Il costituzionalista, sebbene farà parte dei due gruppi, non sembra credere molto nelle coonseguenze della mossa del capo dello Stato: “Al momento – ha detto – è tutto molto aleatorio, non si può essere molto ottimisti sul risultato di questa operazione”.

Ai mugugni che Pd, Pdl e Movimento 5 stelle hanno fatto trapelare nella domenica pasquale, oggi si è aggiunto l’attacco di Angelino Alfano: “La casa brucia, Napolitano riprenda le consultazioni”. Perché per il segretario del Pdl la soluzione è una sola: o si trova un’intesa per una larga coalizione o si va alle urne già a giugno.

Al segretario del Pdl non è dunque bastata la nota con cui il Quirinale, nell’annunciare che i dieci saggi saranno operativi già domani mattinata, garantiva che con la loro prima riunione “risulteranno evidenti sia il carattere assolutamente informale e il fine puramente ricognitivo dell’iniziativa assunta dal Presidente della Repubblica, sia i limiti temporali, d’altronde ovvi, dell’attività dei due gruppi”. Un’iniziativa a tempo determinato, dunque. Ma il Colle non ha chiarito se i limiti temporali saranno una decina di giorni. O si estenderanno per settimane, al fine di replicare il modello dell’Olanda, dove le forze politiche hanno raggiunto un’intesa dopo più di 40 giorni di trattative. Un’ipotesi, quest’ultima, che al Pdl non sta bene: “Auspichiamo – ha detto Alfano – che i saggi svolgano la loro analisi programmatica in pochissimi giorni, e riferiscano al Capo dello Stato nel più breve tempo possibile”. Insomma, il Pdl non accetterà altri rinvii. 

E se il Pdl oggi è andato all’attacco, dal Pd si è registrata una certa freddezza, che Dario Franceschini aveva già mostrato ieri, definendo la soluzione indicata da Napolitano non risolutiva. Un concetto che oggi è stato ribadito da Filippo Bubbico, uno dei membri in quota Pd delle due ‘commissioni’ nominate dal capo dello Stato: “Si è esagerato nell’ipotizzare che questi gruppi potessero risolvere problemi che solo i partiti e i gruppi parlamentari potranno risolvere con le modalità ordinarie”.  

La nomina dei dieci saggi non convince neanche il Movimento 5 Stelle. “Badanti della democrazia” di cui non c’era alcun bisogno, è stata la tesi esposta ieri sul blog di Beppe Grillo, che pure dava atto a Napolitano di avere garantito una sorta di ‘prorogatio’ al governo Monti, come da richiesta del movimento. Valutazioni a cui oggi si è aggiunto su Facebook un commento piuttosto duro della senatrice del M5s Paola Nugnes: ”Golpe Bianco? Parlamento commissariato, ancora non mi è chiaro cosa dovranno fare questi saggi e come opereranno, su cosa”.

Dieci saggi che non comprendono nemmeno una donna. E che sono in gran parte espressione dei partiti. Tanto che è arrivato pure il Codacons ad attaccare la scelta del capo dello Stato. “Non è tanto l’operazione in sé a sollevare dubbi, quanto la scelta dei soggetti operata da Napolitano”, ha spiegato il presidente Carlo Rienzi. “Appare assurdo che, in un momento così delicato anche sul fronte economico, il presidente della Repubblica abbia deciso di non inserire tra i ‘saggi’ anche un rappresentante reale dei cittadini, che potesse apportare un contributo concreto al superamento della situazione di stallo dell’Italia”. Per Rienzi, insomma, il presidente della Repubblica “non ha avvertito il vento di cambiamento che soffia in Italia”. 

A difendere i saggi oggi era rimasta solo Scelta Civica del premier Monti: “Nell’attuale situazione – ha detto Giuliano Cazzola – non era possibile un esecutivo migliore di quello in carica, sia pure per l’ordinaria amministrazione”. Troppo poco per il Quirinale. Che è intervenuto sulla questione con una nota ufficiale. E prima ancora attraverso un tweet del portavoce Pasquale Cascella, per dire che i saggi sono stati scelti in base a “criteri oggettivi”. Una giustificazione dell’operato di Napolitano. A posteriori, però.