Io Jannacci me lo ricordo, una sera, vicino ad un ristorante in zona Porta Venezia, a Milano. Era da solo, con un impermeabile sgualcito, camminava tranquillo, ma si capiva che stava male.
Si è spento all’età di 77 anni, dopo una lunga malattia. I funerali nella basilica di Sant’Ambrogio, viene sepolto nel Famedio del Cimitero Monumentale. Al Teatro dal verme, dove è stata allestita la camera ardente, una folla commossa e partecipe.
Jannacci era il simbolo di una Milano che non c’è più, la Milano che piaceva a tutti, che una volta erano altri tempi, dicono i signori e le signore di una certa età, che hanno conosciuto Jannacci negli anni d’oro della sua carriera, che lo amavano allora e lo amavano ancora.
E’ stato musicista, direttore d’orchestra, cabarettista, compositore di colonne sonore, attore di cinema e teatro e come se non bastasse, medico chirurgo. Erano anni in cui non bastava andare in televisione per diventare famoso, o meglio, chi ci andava, non ci passava per sbaglio. Bisognava essere dei veri artisti e lasciare il segno, ecco perché le canzoni di Jannacci, le sigle televisive da lui scritte, ricordano un’altra epoca, ma le conosciamo benissimo.
Il sodalizio artistico si crea con Giorgio Gaber, suo amico fraterno, scomparso nel 2003, ma anche con Cochi e Renato, che lo accompagnano sul palco del mitico Derby, con Dario Fo, con cui scrive diversi spettacoli teatrali.
C’era anche un lato malinconico ed incompreso, però.
Nel 1968, infatti, partecipa a Canzonissima arrivando in finale, dove la commissione Rai gli boccia “Ho visto un re”, canzone apparentemente molto ironica, ma riferita ad una polemica sul mondo politico del momento. Questa è storia di sempre. Presenta quindi un altro brano, col quale però non ottiene il consenso sperato, ed è questa sconfitta che lo porta a ritirarsi per alcuni anni, viaggiando tra Sudafrica e Stati Uniti, riprendendo gli studi di medicina. Non si ferma però la sua spinta creativa ed infatti continua come attore teatrale, compositore di colonne sonore fino a quando torna attivo sulla scena musicale più recente, ricevendo importanti riconoscimenti alla carriera.
Ripensandoci, quella sera in cui camminava da solo, a Milano, forse stava pensando a tutto quello che avrebbe lasciato a Milano, ai milanesi.
Credo pensasse di aver fatto abbastanza, in fondo, e magari voleva solo un po’ di silenzio.