Il 21 maggio 2012 Federico Pizzarotti, candidato del Movimento Cinque Stelle, diventa il nuovo sindaco di Parma. Per la città ducale è una giornata storica, gli occhi di tutta Italia e non solo sono puntati sul primo capoluogo di provincia che diventa il simbolo della vittoria di una nuova forma di politica che di lì a poco contagerà tutto il Paese, fino a sbarcare a Roma in Parlamento.
Comincia così, con una piazza esultante sotto il municipio di Parma e un cittadino comune che indossa la fascia tricolore e schiva la folla, il racconto di Marco Severo nel libro “Parma, Italia. Una città frontiera fra berlusconismo e democrazia a 5 Stelle”, in uscita il 3 aprile per “et al. edizioni” (già disponibile in e-book). Il giornalista parte da quella che Beppe Grillo chiama la sua Stalingrado per narrare i primi nove mesi di governo in una città che diventa laboratorio politico per gli eletti del Movimento. Nelle 230 pagine con prefazione del sociologo e politologo Roberto Biorcio, Severo ricostruisce lo scenario di un capoluogo di provincia uscito da quindici anni di governo di centrodestra, finito commissariato dopo le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto la giunta dell’ex sindaco Pietro Vignali, fino alla sfida di Pizzarotti contro il candidato del Pd Vincenzo Bernazzoli, che fino a un mese prima delle elezioni amministrative sembrava il favorito per la vittoria. Equilibri della vecchia politica e logiche di potere spazzati via dal “boom” Cinque stelle, da un impiegato di banca che da un giorno all’altro si ritrova alla guida di un Comune gravato da un debito di oltre 800 milioni di euro.
Severo, che da cronista ha seguito le vicende di Parma per l’edizione locale di Repubblica.it e per ilfattoquotidiano.it Emilia Romagna, narra di una città di frontiera diventata di colpo il centro del nuovo fermento politico italiano. Perché si comincia da Parma ma si arriva a Roma, perché la città ducale è solo una partenza per il Movimento Cinque Stelle, con i motori che si scaldano per il traguardo della capitale, ma in qualche modo anticipa e prefigura, nel suo piccolo, eventi di ben più grande portata. Anche a Parma, dopo il fallimento del centrodestra, sembrava arrivato il momento della sinistra. E invece no, così come alla fine, anche se in misura diversa, è accaduto a Roma con le elezioni politiche. Severo lo spiega bene, il cambiamento che nessuno si aspettava: “I ‘populisti a 5 Stelle’ o alla meglio ‘quei ragazzi là’ hanno sbancato in una città stordita dal carnevale politico e morale del berlusconismo, dagli arresti per corruzione, poi dalle dimissioni della Giunta e dal commissariamento”.
Del poco glorioso passato cittadino il giornalista parla senza però soffermarsi troppo, visto che ha già approfondito l’argomento nel suo primo libro (“Sconvocati. Le tangenti, la rivolta, la crisi del Sistema Parma”, Fedelo’s editore). L’attenzione è tutta per la nuova era che vede la città degli scandali riscattarsi cambiando bandiera e diventando Cinque stelle. Parma è la prima vera prova di governo per il Movimento di Grillo e il giornalista ne racconta luci e ombre, elencando fatti e retroscena che mettono a nudo pregi, ma a volte anche lacune, della giovane forza politica.
Dopo la festa in piazza davanti al Comune, per il neosindaco Pizzarotti le promesse della campagna elettorale e gli ideali si scontrano infatti con la dura realtà. Nei primi mesi del suo mandato ci sono grandi novità: la scelta degli assessori per curricula, il cambio di dirigenza al Teatro Regio, i tagli alle auto blu e agli stipendi della giunta. Ma la tanto attesa rivoluzione, che a tratti Severo paragona a quella francese, si può davvero considerare tale?
Nel suo discorso di insediamento il sindaco prometteva di fermare l’inceneritore e di portare la partecipazione dei cittadini nella politica, ma una volta entrato nella stanza dei bottoni smorza i toni. Già a gennaio la musica sembra cambiata e gli ideali lasciano spazio ai problemi, dalla disoccupazione all’emergenza casa. Arrivano il bilancio preventivo con la reale entità del debito, le tasse al massimo, i tagli e l’aumento delle rette per i servizi educativi. “Fare il sindaco può rivelarsi una faccenda terribilmente poco romantica” scrive il giornalista. Perché “puoi correre con la mente e con il cuore ma il tuo compito è pagare i creditori fermi in coda. Vorresti mettere in circolo a Parma e magari in Italia l’antivirus della democrazia diretta, ma il tuo compito immediato è aumentare la pressione fiscale. Su Imu e Irpef, su anche le rette di nidi e materne, cose che fanno subito arrabbiare la gente. Una città non è un Meetup a 5 Stelle”.
Nel libro ci sono anche le prime proteste contro la nuova amministrazione, il sindaco-cittadino che gira in bicicletta con jeans e maglione scende dai piani alti del Comune per venire a parlare in piazza con chi manifesta. Poi la promessa non mantenuta di bloccare l’inceneritore, che però tra le pagine non è additata come una sconfitta del sindaco, quanto piuttosto della democrazia. Perché in fondo sono stati i cittadini, scegliendo Pizzarotti, ad avere votato anche per lo stop all’impianto, un po’ come per la Tav in Val di Susa.
Questioni locali che vanno in parallelo con quelle nazionali, dibattiti che dai banchi della maggioranza in Comune arrivano a quelli del Parlamento. Dalla città frontiera lo sguardo accurato di Severo sul Movimento Cinque stelle che ha bruciato le tappe portando i cittadini dalle mobilitazioni al governo, si allarga e punta sulla capitale. A Parma Pizzarotti ha portato il cambiamento insieme a scelte prudenti e concrete. A Roma la storia è ancora tutta da scrivere.