L'ex rottamatore della finanza italiana ha sostenuto la corsa alle primarie del sindaco di Firenze con 100mila euro. Tra i contributori che hanno complessivamente versato oltre 800mila euro, anche Paolo Fresco (Fiat)
Ammonta a 814.502,23 il totale dei finanziamenti arrivati alla Fondazione Big Bang che fa capo all’attività di Matteo Renzi e che ha svelato l’elenco dopo una lunga attesa. Tra i finanziatori, che hanno autorizzato la pubblicazione del nome, spiccano i 100mila euro versati dal finanziere Davide Serra e dalla moglie Anna Barasi. Identica la somma messa a disposizione da Guido Ghisolfi, amministratore delegato dell’azienda produttrice di Pet Mossi & Ghisolfi, e la consorte Ivana Tanzi. E’ invece di 25mila euro ciascuno il contributo dell’ex numero uno della Fiat, Paolo Fresco e della moglie Marie Edmée Jacquelin.
Renzi aveva raccolto i finanziamenti per la campagna delle primarie del Pd durante una cena a Milano nello scorso ottobre. Un’incontro riservato, a cui avevano partecipato anche esponenti del mondo finanziario come Serra. Numero uno del fondo Algebris con base in Gran Bretagna, la sua presenza aveva dato origine a una serie di polemiche e al ‘caso Cayman’. Ad attaccare Renzi per la cena era stato anche lo sfidante Pier Luigi Bersani, nonostante Serra avesse smentito che la sede della sua società fosse nel paradiso fiscale dei Caraibi.
Ora, a più di tre mesi dalle consultazioni dei democratici, i nomi dei finanziatori che hanno dato l’autorizzazione sono stati pubblicati sul sito www.fondazionebigbang.it. Complessivamente il 72% di loro ha dato l’ok. “Quelli che mancano – spiega l’avvocato Alberto Bianchi, presidente della Fondazione – non sono i più grossi, la media complessiva è di circa 3.800 euro ciascuno”.
Ci sono invece tutti i nomi delle società, “che non sono soggette alla privacy”, aggiunge Bianchi. Tra queste la Isvafim Spa (60.000 euro), società che fa riferimento ad Alfredo Romeo. Quest’ultimo nel 2010 finì in manette a Napoli, insieme a mezza giunta Iervolino, per l’inchiesta ‘Global Service’: per la Procura, il manager era in grado di manovrare attraverso prebende e piaceri di vario tipo alcuni assessori in cambio di appalti su misura, ma il Tribunale lo ha assolto dalle accuse più gravi, infliggendogli soltanto due anni per un singolo episodio di corruzione relativo a un’assunzione. In attesa della sentenza d’Appello, Romeo a metà marzo ha vinto l’appalto dell’Anci per la riscossione dei tributi comunali.
Oltre ai 60mila euro ricevuti dalla Isvafim, la Fondazione Big Bang ci sono 25mila euro dalla Karat; 20mila euro ciascuna da Simon Fiduciaria e da Blau Meer e Cimis, così come la stessa cifra è stata versata anche da Giancarlo Lippi. “La trasparenza totale che usiamo per i finanziatori – spiega ancora Bianchi – sarà poi trasferita anche nel resoconto delle spese della Fondazione con il bilancio che sarà pubblicato il 30 aprile e che sarà certificato da una società di revisione. Tutte le spese verranno indicate”.
Tra i maggiori finanziatori con 10mila euro, anche Filippo Landi, ex amministratore delegato del gruppo biomedicale ligure Esaote, Jacopo Mazzei, Carlo Micheli, Giorgio Colli, Renato Giallombardo. Ma pure il banchiere d’affari Guido Roberto Vitale (5mila euro) e i suoi consoci nel giornale web Linkiesta, Alessandro Balp (500 euro) e Andrea Tavecchio che attraverso lo studio di commercialisti Tavecchio & Associati ha versato mille euro. Stessa somma è arrivata dal presidente della Confindustria toscana, Sergio Ceccuzzi. Nell’elenco anche qualche politico, come il senatore Andrea Marcucci (5.000 euro), il consigliere comunale di Firenze Massimo Mattei (1.600 euro), come pure Maurizio Baruffi, capo di gabinetto del sindaco di Milano Giuliano Pisapia (1.000 euro).