Qualche tempo fa in Internet ho letto una notizia molto inquietante: a Lugano esiste una società che scheda ogni italiano il cui nome appare su un giornale o in un atto pubblico. Facendo una ricerca dettagliata scopro che in Europa vi sono diverse società che di nascosto lavorano sui dati di siti considerati socialmente utili. L’americana Fbi lo sta facendo da anni, ha superato i 150 milioni di persone schedate, da tempo sta immettendo nella banca dati oltre alle impronte digitali anche le foto delle persone.
Facebook solo in Italia ha oltre 23 milioni di iscritti, nel mondo supera il miliardo. Ogni utente immette le proprie foto e quelle degli amici. I servizi segreti, che non devono chiedere il permesso per entrare nella società di Mark Zuckerberg, hanno nel social network una base informativa straordinaria. La National Security Agency (l’agenzia di spionaggio elettronico americana), da anni utilizza un programma facciale in grado di identificare le persone.
L’occhio del “Grande Fratello” raccontato da Orwell è realtà, ci spia in ogni nostro momento della nostra vita, solo l’oblio ci può difendere.
E’ molto interessante la prefazione che Beppe Grillo fece al libro di Casaleggio “Web ergo sum”, nella quale raccontò il loro primo incontro a Livorno: “Pensai che fosse un genio del male o una sorta di San Francesco che invece che ai lupi e agli uccellini parlasse a Internet”. Nelle primarie programmatiche che Grillo lanciò online nel 2007 furono 800.000 le persone che parteciparono alla discussione per decidere i punti programmatici del Movimento.
Dopo le ultime primarie, il prossimo appuntamento online è per la scelta del nome del presidente della Repubblica da presentare in Parlamento. Per poter votare bisogna essere iscritti al M5S e inviare un documento d’identità digitalizzato. Tutti quelli che hanno aderito sono inevitabilmente schedati. Un cittadino che partecipa alla vita online del Movimento lascia una traccia che alla distanza diventa una scheda, grazie ad essa il “Grande Fratello” del M5S sa come il cittadino si muove nella Rete. E’ la così detta tracciabilità. Chi gestisce il software può seguire le impronte lasciate dagli oltre 200.000 iscritti, conoscere i loro pensieri, le loro abitudini, traducendo tutto ciò in consenso. Anche a me come Grillo piacerebbe pensare a Casaleggio come un moderno San Francesco. Auguriamocelo.
Il Fatto Quotidiano, 3 Aprile 2013