Quale scenario si prospetta? E’ davvero impossibile riuscire a formare un Governo? Quali sono i passi da compiere?
Servizio Pubblico - 5 Aprile 2013
Servizio Pubblico, come formare il nuovo governo?
La Playlist Servizio Pubblico
- 20:30 - Milano-Cortina: Riesame conferma sequestro e non scioglie dilemma su fondazione
Milano, 16 lug. (Adnkronos) - I giudici del Riesame hanno confermato il sequestro preventivo di atti e dispositivi effettuato nella perquisizione della Guardia di finanza, e non hanno ritenuto di affrontare, in questa fase cautelare, il dilemma se la Fondazione Milano Cortina 2026 è un ente di natura privata o pubblica. Lo si apprende da fonti giudiziarie. Il provvedimento respinge dunque il ricorso presentato dalla difesa dell'ex direttore Massimiliano Zuco e segna un punto a favore della procura di Milano nell'inchiesta su corruzione e turbativa d'asta che ha portato a indagare anche l'ex amministratore delegato dell'ente Vincenzo Novari e l'imprenditore Luca Tomassini per presunte irregolarità negli appalti dei servizi digitali, nel periodo in cui Novari era amministratore delegato.
Nelle motivazione della conferma del sequestro i giudici avrebbero riqualificato il reato in traffico di influenze illecite e non avrebbero sollevato la questione di costituzionalità sul decreto del governo. Nel decreto legge dello scorso giugno si ritiene l'ente una società privata chiarendo "che le attività svolte dalla Fondazione 'Milano Cortina 2026' non sono disciplinate da norme di diritto pubblico e che la fondazione non riveste la qualifica di organismo di diritto pubblico" e che "opera sul mercato in condizioni di concorrenza e secondo criteri imprenditoriali". In questa fase per i giudici del Riesame non è rilevante sciogliere il dilemma sulla natura dell'ente, dunque resta il nodo tra pubblico e privato.
I titolari del fascicolo - la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e i pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis - ribadiscono da sempre la natura pubblicistica della fondazione, in quanto perseguirebbe uno scopo di interesse generale di natura non commerciale-industriale e in conformità agli impegni assunti dall'Italia, nel rispetto della Carta olimpica, lo farebbe con garanzie dello Stato e degli enti locali chiamati a ripianare alla fine l'eventuale deficit di bilancio dei Giochi. I reati contestati dalla procura hanno come presupposto che i dirigenti della Fondazione siano assimilabili a pubblici ufficiali o a incaricati di pubblico servizio, altrimenti l'inchiesta - che contesta alcune gare dei servizi digitali dei Giochi olimpici e paralimpici o alcune assunzioni - rischierebbe di essere finita prima di iniziare.
- 19:04 - Italia Longeva, aumenta assistenza a domicilio ma servono più cure sul territorio
Roma, 16 lug. (Adnkronos Salute) - Cresce, anche se poco, l'assistenza domiciliare (Adi) degli anziani fragili, ma è fondamentale potenziare le cure sul territorio per non subire la pressione demografica. Nei prossimi 20 anni, si stima, saranno all'incirca 6 milioni gli over 65 soli e a rischio di isolamento. Oggi il 64% delle persone con demenza, tra le prime cause di perdita di autonomia negli anziani, non viene preso in carico in una struttura sociosanitaria, con un onere fortissimo per milioni di famiglie. Va poi considerato che, laddove c'è meno assistenza domiciliare, aumentano gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri inappropriati e, dunque, la spesa a carico del servizio sanitario. E' quanto emerge dall'Indagine 2024 di Italia Longeva che, a partire dai dati del Sistema informativo del ministero della Salute, fotografa l'andamento della Long-term care nel nostro Paese, cioè dell'assistenza territoriale offerta ai cittadini fragili in risposta ai diversi livelli di intensità dei loro bisogni.
Il report è stato presentato oggi al ministero della Salute nel corso della nona edizione degli 'Stati generali dell'assistenza a lungo termine - Long-Term Care Nine', l'appuntamento annuale di Italia Longeva che riunisce gli attori che, ai vari livelli, si occupano di programmare e gestire l'assistenza agli anziani. L'indagine mostra che il bisogno di assistenza domiciliare agli anziani è enorme - riporta una nota - nonostante il trend di crescita degli over 65 che beneficiano di cure a casa, passati dai 252mila (1,95% del totale) del 2014 ai quasi 550mila (3,89%) del 2023. Secondo i dati forniti dalle Regioni al ministero della Salute, sarebbero oltre 80mila in più gli anziani che nell'ultimo anno sono stati assistiti al domicilio rispetto al 2022, dato positivo, ma che sembra non trovare riscontro nel 'mondo reale'. C'è poi un altro 2,88% di ultra 65enni (404.235 persone) che ha ricevuto cure residenziali (Rsa) nell'ultimo anno. Un'accelerazione dell'offerta dei servizi di Adi e Rsa è quanto mai prioritaria per evitare che la mancata gestione dell'invecchiamento diventi la vera malattia del Paese, sempre più chiamato a fare i conti con le conseguenze della pressione demografica: aumento del carico di cronicità, disabilità e non autosufficienza che amplificano i bisogni di salute, oltretutto in un contesto di assottigliamento delle reti familiari.
"Leggiamo con cauto ottimismo i numeri sull'Adi forniti dalle Regioni - commenta Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva - L'invecchiamento della popolazione e l'aumento delle malattie ad esso correlate (diabete, patologie cardiovascolari, demenze) ci impongono di premere l'acceleratore per potenziare e rendere più omogenea l'assistenza sul territorio. Continuiamo a concentrarci sull'Adi perché siamo convinti che sia l'unica risposta possibile di un servizio sanitario in grado di affrontare e non di subire l'assistenza agli anziani. Pensiamo agli accessi in pronto soccorso e ai ricoveri inappropriati, ma anche alla necessità di garantire la messa in sicurezza dei pazienti fragili che vengono dimessi dall'ospedale, soprattutto di coloro che sono privi di un supporto familiare".
A tal proposito - prosegue la nota - sono state calcolate 600mila giornate di degenza inappropriate all'anno per gli over 70 (fonte Agenas su dati Sdo 2019), solo per la gestione di cronicità come diabete e ipertensione, che contribuiscono al sovraffollamento degli ospedali e all'aumento delle liste d'attesa, nonché al fenomeno delle dimissioni tardive per mancata disponibilità di presa in carico sul territorio. "Potenziare i servizi di Long-term care, in particolare le cure domiciliari - aggiunge Bernabei - significa costruire un ponte tra ospedale e casa, e dare finalmente un'assistenza congrua ai nostri anziani".
L'urgenza di rafforzare l'offerta di Long-term care - per Italia Longeva - va letta anche alla luce del peso crescente delle malattie neurodegenerative in un Paese con 14,3 milioni di anziani, di cui oltre 4,5 milioni di 80enni, e previsioni che stimano una quota del 34% di over 65 nei prossimi 20 anni, con gli over 80 che supereranno i 6 milioni. L'Indagine 2024 ha aperto una finestra sulla demenza, condizione che in Italia interessa 1,5 milioni di persone, di cui oltre 600mila sono affette da malattia di Alzheimer, cui si aggiungono altri 900mila italiani con diagnosi di pre-demenza. Questi numeri, uniti all'impatto economico della gestione e del trattamento dei pazienti con demenza - 23,6 miliardi di euro, di cui oltre il 60% a totale carico delle famiglie - danno la misura dell'imponente domanda di cure e supporto specifici che si rendono necessari e sempre di più lo saranno nel prossimo futuro.
"Anche quest'anno Italia Longeva ha offerto una fotografia sullo stato dell'arte della Long-term care lungo lo Stivale, aggiungendo un focus specifico sulle malattie neurodegenerative che accompagnano l’invecchiamento della popolazione - afferma Davide Vetrano, geriatra ed epidemiologo, consulente scientifico di Italia Longeva - L'Italia sta facendo dei passi in avanti nell'organizzazione e nell’offerta dei servizi di Adi e Rsa, che rappresentano le due componenti cruciali di una risposta sanitaria coerente alle esigenze degli anziani più fragili. Il panorama geografico delle cure domiciliari resta estremamente variegato: Molise, Abruzzo, Basilicata, Toscana e Umbria sono quelle che fanno meglio, con tassi di copertura di Adi superiori al 4,5%. Per quanto riguarda le cure residenziali, sono poco più di 400mila gli over 65 che ne hanno beneficiato nell'ultimo anno, ancora una volta con una distribuzione a macchia di leopardo: tassi di residenzialità più elevati si registrano nelle regioni del Nord - provincia autonoma di Trento (9,9%), Veneto (5,9%), Piemonte (5,4%), Lombardia (4,6%) e pa di Bolzano (4,3%) - e sono per lo più correlati alle peculiari caratteristiche del tessuto sociale".
Per affrontare efficacemente la fragilità degli anziani, "sono necessari - elenca Bernabei - setting assistenziali, conoscenze e competenze specifiche, e la capacità del sistema di assicurare la continuità della presa in carico tra i diversi livelli e luoghi di cura. Innanzitutto prendendo in carico gli anziani nel proprio ambiente domestico il più a lungo possibile, fornendo cure mediche, infermieristiche e riabilitative e supporto adeguati per mantenere una buona qualità della vita".
"Ma il principio guida di questa rete di assistenza - conclude il presidente di Italia Longeva - è quello di trovare la migliore soluzione assistenziale per il paziente sul territorio, a seconda della complessità dei suoi bisogni: servizi di Adi, accesso in Rsa, strutture di lungodegenza o hospice, in cui ciascun attore, professionista, caregiver, gioca la sua parte per dare risposte coerenti alle esigenze degli anziani".
- 18:49 - Fdi: venerdì a Palermo conferenza stampa su attività Antimafia
Roma, 16 lug. (Adnkronos) - Si terrà venerdì 19 luglio alle ore 12.30 nella sala stampa del Palazzo dei Normanni a Palermo la conferenza stampa di Fratelli d’Italia sull’attività svolta dalla Commissione Antimafia in questa legislatura. Saranno presenti il presidente di Fratelli d’Italia al Senato Lucio Malan, il deputato di Fdi Carolina Varchi, capogruppo in commissione Giustizia alla Camera, il senatore di Fdi Raoul Russo e alcuni componenti della Commissione Antimafia del partito di via della Scrofa.
- 18:45 - Sanità, Orfeo (Sin): "Non tutte le Regioni pronte a immunizzare neonati contro Rsv''
Roma, 16 lug. (Adnkronos Salute) - "Ho grande fiducia" per contrastare l'infezione da virus respiratorio sinciziale (Rsv) nella prossima stagione, "perché abbiamo gli strumenti" efficaci. "Ma ho anche una grande preoccupazione, perché ancora non tutte le Regioni si sono attivate per predisporre una campagna che possa contare su uno strumento di immunizzazione universale efficace come la nuova generazione di anticorpi monoclonali", che deve essere fatta entro ottobre. "Tutti i neonati italiani hanno il diritto di avere lo stesso tipo di assistenza, le stesse possibilità di prevenzione, soprattutto per una malattia così grave che impatta in modo determinante sulla salute dei bambini più piccoli e sulle loro famiglie. Non è accettabile che solo alcuni bambini italiani possano usufruire di questa formidabile opportunità della profilassi per l'infezione, purtroppo però abbiamo 20 sanità regionali diverse". Così Luigi Orfeo, presidente della Società italiana di neonatologia (Sin), all'Adnkronos Salute fotografa la situazione nazionale a "macchia di leopardo" sulla prevenzione che potrebbe ridurre drasticamente i "15-20 mila ricoveri di neonati l'anno" causati della bronchiolite.
"Come Sin e con la Società italiana di pediatria e dei medici igienisti (Siti), abbiamo partecipato al 'Calendario per la vita' che - spiega Orfeo - già dall'anno scorso chiedeva di inserire la profilassi per l'Rsv nel Piano di prevenzione nazionale, alla pari delle vaccinazioni, quindi non qualcosa da delegare alle Regioni. Questo ancora non è possibile, ma ci auguriamo che possa diventare realtà. Abbiamo poi inviato una lettera aperta al ministero della Salute e ai presidenti della Regioni, perché i tempi stringono e non è possibile che ci siano differenze di accesso alla profilassi. In questo momento non sappiamo bene come si stiano muovendo le Regioni: non possiamo fare una divisione tra Nord e Sud, perché Puglia e Campania si sono attivate come il Veneto, ma sappiamo che ancora solo poche hanno fatto le delibere. I tempi sono molto stretti: la stagione epidemica inizia ad ottobre e l'anticorpo deve essere acquistato e distribuito nei punti nascita".
Ogni anno, "durante la stagione epidemica - illustra il presidente Sin - il 60% dei nuovi nati si infetta con Rsv. Non tutti manifestano la malattia, ma circa il 4%, quindi 15-20mila, sono ricoverati per questa infezione e una quota, 3-4mila, in terapia intensiva pediatrica e neonatale. Si tratta, ogni anno, di una vera emergenza e noi neonatologi siamo particolarmente coinvolti perché i più a rischio sono i bimbi nei primi mesi di vita. La malattia da virus respiratorio sinciziale si manifesta come bronchiolite, cioè come infezione delle basse vie respiratorie. Riducendosi il calibro delle vie aeree si può arrivare, in una percentuale di casi non irrilevante, a una insufficienza respiratoria, quindi alla necessità di avere una supplementazione di ossigeno, addirittura un'assistenza respiratoria".
Anche se le terapie intensive neonatali sono "ben diffuse, le pediatriche sono carenti per almeno un terzo - aggiunge l'esperto - Accade così che le strutture dedicate ai neonati prematuri suppliscano alla carenza di quelle per i bambini più grandi e questa situazione può creare dei problemi proprio nei più piccoli".
Gli strumenti per ridurre infezioni e ricoveri ci sono. "Da vent'anni - precisa Orfeo - usiamo anticorpi monoclonali nei neonati più a rischio, come i prematuri, ma assistiamo a un paradosso: nelle terapie intensive non ci sono i bambini più a rischio, ma quelli che nascono sani e a termine per i quali, fino a oggi, almeno in Italia, non era possibile evitare questa infezione. Oggi è cambiato tutto. Da alcuni mesi abbiamo strumenti potenti - sottolinea l'esperto - Alla vaccinazione della madre in gravidanza si è aggiunto un nuovo anticorpo da somministrare ai piccoli. Come Sin ci stiamo battendo perché l'anticorpo monoclonale a lunga durata d'azione, già approvato dalle Agenzie del farmaco europea (Ema) e italiana (Aifa), sia somministrato a tutti i neonati nella stagione epidemica da Rsv. E' comodo perché basta una iniezione intramuscolare e dà copertura per mesi: somministrato una volta a tutti i neonati si possono proteggere per la stagione" che per loro è più pericolosa.
"Si potrebbe modificare la storia della malattia - osserva il presidente della Sin - riducendo in modo drastico i ricoveri, come dimostrato non solo dagli studi sperimentali, ma anche dall'esperienza di quanto già fatto in altri Paesi dove l'immunizzazione è disponibile già da un anno. In Italia l'anticorpo è stato utilizzato in Valle D'Aosta con ottimi risultati. In Spagna, Francia e Germania abbiamo già studi osservazionali", quindi sulla popolazione reale. "In Galizia, quindi in Spagna, si vede che la riduzione dei ricoveri è più del 90%. E questo - conclude - è particolarmente importante perché l'Rsv è pericoloso non solo nei più piccoli, ma anche negli anziani: eliminando la circolazione del virus si proteggono anche i più fragili".
- 18:44 - Di Brino (Altems): "Da coperture ottimali benefici in salute e 10 mld di Pil"
Roma, 16 lug. (Adnkronos Salute) - "In questi giorni abbiamo rilasciato una nuova ricerca che ci ha visti impegnati in quest'ultimo anno sullo studio della mancata vaccinazione, su una porzione del calendario vaccinale, per alcune vaccinazioni. Abbiamo potuto stimare che il raggiungimento di coperture vaccinali raccomandate minime, oppure ottimali, permetterebbe al sistema di diminuire i costi sociali per circa 3 miliardi di euro e un recupero di risorse, quindi un guadagno in termini di gettito fiscale, per un valore di poco superiore ai 500 milioni di euro", ma anche "un recupero di valore di produzione persa, quindi di prodotto interno lordo (Pil), di circa 10 miliardi". Lo ha detto Eugenio Di Brino, ricercatore Altems - Co-Founder & Partner Altems Advisory, spin-off Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, all'Adnkronos Salute, intervenendo oggi alla sessione dedicata alla prevenzione vaccinale agli Stati generali dell'assistenza a lungo termine 'Long-Term Care Nine', che ogni anno Italia Longeva organizza al ministero della Salute.
"Il nostro studio - continua Di Brino - si è focalizzato su diverse vaccinazioni, nello specifico per l'Herpes zoster, il Covid-19, lo pneumococco, il meningococco e l'influenza. Parliamo di popolazioni fragili che, in qualche modo, riescono ad avere maggiori benefici dalla vaccinazione rispetto alla popolazione normale. Come sistema, dovremmo far sì che queste vaccinazioni siano garantite e accessibili. Se riusciamo ad aumentare le coperture vaccinali, il beneficio di salute, oltre che per chi si vaccina, è anche per tutte le persone che non si vaccinano e che sono magari vicine a queste persone. I cosiddetti effetti indiretti della vaccinazione - conclude - danno benefici che vanno oltre la salute e sono tangibili per tutto il sistema Paese".
- 18:44 - Vaccini, Siliquini (Siti): "Tutti importanti, anche l'anti-Rsv per anziani e fragili"
Roma, 16 lug. (Adnkronos Salute) - "Una delle problematiche che abbiamo relativamente agli anziani e fragili sono soprattutto le patologie infettive di tipo respiratorio. Abbiamo delle novità vaccinali che sono rappresentate da vaccini contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), ma è comunque importante sostenere tutte le vaccinazioni, quelle presenti nel vecchio calendario e quelle che saranno presenti, speriamo, nel nuovo. E' importante continuare a comunicare e sensibilizzare sull'importanza della vaccinazione antinfluenzale, anti-Covid, anti-Rsv, anti-pneumococco, cioè tutti quei virus e quei microorganismi che, se contratti da persone anziane e fragili, possono impattare in maniera molto severa sulla salute". Così Roberta Siliquini, presidente Società italiana d'igiene, medicina preventiva e sanità pubblica (Siti), all'Adnkronos Salute, oggi a Roma nel corso degli Stati generali dell'assistenza a lungo termine 'Long-Term Care Nine: verso una nuova stagione per l'assistenza agli anziani?', che ogni anno Italia Longeva organizza al ministero della Salute.
"Per l'Herpes zoster", ad esempio, "abbiamo già una vaccinazione che funziona molto bene - continua Siliquini - Anche in questo caso, è molto utile agli anziani, ai pazienti fragili e soprattutto ai pazienti oncologici che hanno un abbassamento delle difese immunitarie più elevato di quello fisiologico dell'età anziana". Per il futuro, "l'auspicio credo sia quello di aumentare le coperture vaccinali. I modi esistono, il problema è complesso, ma le soluzioni - conclude - sono semplici, se vogliamo: basta metterle insieme in una sinergia tra decisori politici, società scientifiche, professionisti sanitari e popolazione".
- 18:43 - Vaccini, Signorelli (Nitag): "Dibattito fervido su estensione offerta anti-Rsv"
Roma, 16 lug. (Adnkronos Salute) - "Il Piano nazionale di prevenzione vaccinale del 2023 prevede che ogni anno possa esistere un aggiornamento delle offerte vaccinali. In questo momento il dibattito è abbastanza fervido per le novità scientifiche che ci sono, sia a livello regionale che a livello nazionale. In particolare si sta pensando di aggiungere, ai vaccini attualmente offerti, anche quello contro il virus respiratorio sinciziale (Rsv), responsabile di un'infezione respiratoria che ha un impatto, sulla salute delle persone anziane e fragili, abbastanza importante. Queste forme respiratorie gravi da Rsv, inoltre, tendono a colpire anche i bambini molto piccoli, quindi ci si sta muovendo anche per la protezione immunitaria dei più piccoli". Lo ha detto Carlo Signorelli, professore ordinario di Igiene dell'Università Vita Salute San Raffaele e presidente Nitag (National immunization technical advisory group), all'Adnkronos Salute, intervenendo oggi a Roma alla sessione dedicata alla prevenzione vaccinale agli Stati generali dell'assistenza a lungo termine 'Long-Term Care Nine: verso una nuova stagione per l'assistenza agli anziani?', che ogni anno Italia Longeva organizza al ministero della Salute.
"In questo momento - ricorda Signorelli - il calendario vaccinale prevede in tutte le regioni italiane la vaccinazione stagionale antinfluenzale", quella "contro pneumococco e contro lo zoster, oltre al richiamo annuale per il Covid-19. Queste vaccinazioni sono consigliate agli anziani e sono consigliate anche ai cosiddetti fragili, cioè alle persone con malattie croniche, che possono avere più di 65 anni, ma anche meno, che sono una categoria a rischio particolare di contrarre quelle malattie e di subirne i danni peggiori".
Alcune Regioni "si sono portate avanti prevedendo già di inserire" anche le nuove immunizzazioni "nei loro calendari vaccinali, perché sappiamo che le Regioni possono aggiungere prestazioni, e quindi anche vaccinazioni, di loro iniziativa se i vaccini, come in questo caso, sono regolarmente registrati - precisa l'esperto - L'auspicio per il futuro è, innanzitutto, che ci possa essere un'equità d'offerta e che non ci siano 21 calendari con differenze importanti tra regione e regione". Inoltre, "visto che il piano prevede l'aggiornamento annuale, ci si augura - conclude Signorelli - una maggiore flessibilità per poter aggiornare i piani in relazioni alle evidenze scientifiche".