Per l’Anas i lavoratori non sono tutti uguali. Lo sanno bene 23 dipendenti che lo scorso 30 settembre sono stati licenziati. Si tratta di professionisti in forza all’Ivca, l’Ispettorato di vigilanza concessioni autostradali, che dal primo ottobre 2012 è passato sotto la diretta gestione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. L’Ivca è la struttura che si occupa di selezionare, vigilare e controllare l’attività delle società che hanno in appalto la gestione delle autostrade.
I 23 dipendenti, tra cui ingegneri, avvocati e laureati in economia, lavoravano nell’Ivca dal 2009, dapprima tramite agenzia interinale e poi assunti direttamente dall’Anas con contratto a tempo determinato. Da ottobre, però, sono stati spediti a casa. La legge che disciplina il passaggio della struttura dall’Anas al ministero dei Trasporti, infatti, prevede che solo il personale a tempo indeterminato venga trasferito. Nel testo, però, non si parla delle risorse a tempo determinato, la legge non obbligava l’azienda presieduta da Pietro Ciucci a licenziarle. Eppure, i 23 lavoratori hanno visto il loro “rapporto di lavoro estinto”.
Lo stesso giorno in cui ricevevano la lettera di licenziamento, un’altra dipendente riceveva la lettera di trasferimento al ministero dei Trasporti. Questa ragazza, che chiameremo Grazia, pur avendo un contratto di apprendistato e quindi non un contratto a tempo indeterminato, ha mantenuto il suo lavoro. Disparità di trattamento? Se a farlo è un’azienda pubblica è ancora più grave. L’Anas, infatti, è sì una società per azioni, ma ha come socio unico il ministero dell’Economia e delle Finanze.
Riuscire a parlare con il capo del personale, Piero Buoncristiano, o con il vicedirettore risorse, organizzazione e affari generali, Carlo Ranucci, per chiedere dei chiarimenti, non è facile. Nonostante le telefonate e i tentativi di parlare con i due dirigenti non è stato possibile avere delle risposte a domande precise. L’unico riscontro è stato fornito dall’ufficio stampa che non ha fatto altro che ribadire la correttezza dell’azienda nella vicenda.
Ma la società di Ciucci non ha chiarito nemmeno la situazione di un’altra dipendente, alla quale ci riferiremo, anche in questo caso, con un nome di fantasia. Nell’agosto 2010 Roberta viene assunta con un contratto di inserimento, poi convertito in contratto a tempo indeterminato, e quindi a ottobre è stata trasferita al ministero. Solo pochi mesi prima della sua assunzione, alcuni lavoratori erano entrati nell’Ivca tramite un bando pubblico. Roberta, invece, non è stata assunta perché vincitrice anche lei, il suo nome infatti non compare nell’elenco consultabile sul sito dell’Anas. L’iter selettivo grazie al quale è riuscita a entrare non si conosce, o meglio, l’azienda di Ciucci non ha fornito spiegazioni in merito. Quel che è certo è che Roberta è figlia di un dirigente dell’Anas. Si tratta solo di una coincidenza? L’azienda non ha risposto nemmeno a questo.
Riceviamo e pubblichiamo:
Spettabile direzione,
in riferimento all’articolo che riporto in basso chiedo urgente rettifica: io sono la “famosa” Grazia ma tanto conoscerete anche il mio reale nome: Federica Pane assunta con contratto di apprendistato presso l’Anas di torino. Volevo precisare che la normativa Anas, ma credo anche la normativa del CCNL generale, prevede che un dipendente in regime di aspettativa non retribuita, come nel mio caso…in aspettativa non retribuita dal 7 maggio 2012 al 6 maggio 2013, non può essere licenziato. Al limite sarà licenziato alla ripresa dell’ordinario servizio lavorativo. Pertanto prima di scrivere informatevi!!!!! Nessuno mi ha fatto dei favoritismi altrimenti non starei in regime di aspettativa non retrubuita ma ufficialmente confermata!!!!!
Attendo vostri riscontro e vostra rettifica ma rimango allibita di come un giornale che si professa “serio ed infomato” come il vostro, vada a pubblicare notizie non veritiere senza nemmeno verificare i fatti.
Federica Pane
Ringrazio la signorina Pane per le informazioni aggiuntive che ci fornisce, che tuttavia non alterano il quadro complessivo tratteggiato dall’articolo. Per altro le sue osservazioni circa il fatto di essere in aspettativa non retribuita non smentiscono quanto da me riportato e cioè che lei ha un contratto di apprendistato ed è stata trasferita comunque al ministero. Che lei sia in malattia, aspettativa o altro, poi, poco importa. Il punto è che è stata trasferita, anche se un apprendistato non può definirsi a tutti gli effetti un contratto a tempo indeterminato. In ogni caso l’articolo non intendeva affatto chiederne il licenziamento come da lei travisato, bensì si chiedeva come mai lo stesso trattamento riservato alla Pane non fosse stato garantito anche agli altri colleghi. Almeno fino alla scadenza naturale dei contratti.
Erika Crispo