Politica

Governo, l’inciucio è già tra noi

Forse è poco saggio Valerio Onida quando nella telefonata “rubata” considera inutili i saggi, ma non valuta che mentre essi prendono (e perdono) tempo, il tempo modifica le cose. Per esempio, il Pd di Bersani che proclamava “con Grillo o muerte”, nel frattempo si è sdoppiato nel Pd di Renzi e dei tanti che si aggregano convinti che l’accordo col Pdl sia preferibile a nuove elezioni, visti i sondaggi. O forse no, si tratta della stessa minestra che ciascuno vorrebbe essere lui a servire in tavola.
Cosicché tra qualche settimana il successore di Napolitano potrebbe trovarsi sulla scrivania le larghe intese di Napolitano già cucinate a puntino poiché, dice l’Ecclesiaste, ogni cosa ha il suo momento. Prossimamente trattativa di Bersani con Berlusconi, dunque, ma per fare cosa? Dice Franceschini: “Esecutivo di transizione che dia ossigeno e faccia le riforme”. Parole vuote che nascondono una gigantesca spartizione di potere tra le due principali coalizioni, escludendo il M5S e lasciando le briciole a Monti. La partita grossa naturalmente è il Quirinale. Pd e Pdl devono concordare un simil Napolitano che garantisca entrambi per sette anni.

L’identikit dell’ex segretario Pd è solare: “persona con esperienza politica e parlamentare, niente operazioni d’immagine che piacciano ai blog e alla Rete”.

Secondo: ci sono almeno quindici poltrone di Stato da rinnovare al più presto. Alcune pesantissime: da Cassa Depositi a Finmeccanica, senza contare l’Eni dove i guai giudiziari di Scaroni potrebbero anticipare un avvicendamento al vertice.

Terzo: l’esercito del sottogoverno da sistemare. La campagna elettorale è fatta soprattutto di promesse da mantenere, altrimenti la prossima volta quelli i voti non li portano più. Ecco, le elezioni anticipate a cui tutti si preparano con le promesse di moda. Tanto che perfino B. propone l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti lasciando da solo Bersani a difendere i soldi della casta.

Si vota forse già in autunno o nella primavera 2014, insieme alle Europee. In questo schema il nuovo governo o governicchio sembra l’ultima delle priorità. Per il tempo che deve durare e per ciò che deve servire, può anche sopravvivere l’esecutivo Monti. L’Europa gradisce, come dimostra il via libera al decreto sulle somme dovute dallo Stato alle imprese. Dice Grillo: con l’inciucio la gente scenderà in piazza con i bastoni. Le urla ai funerali di Civitanova dicono qual è il clima. Ma c’è chi fa finta di non sentire.

Il Fatto Quotidiano, 7 Aprile 2013