La polizia della Greater Manchester ha varato un nuovo regolamento che equipara le discriminazioni in base alla "subcultura" di appartenenza a quelle fatte per razza, religione, disabilità e orientamento sessuale. La decisione in seguito alla mobilitazione della Sophie Lancaster foundation, l'associazione nata dopo la morte di una ragazza uccisa nel 2007 perché dark
Una nuova legge locale per difendere chi si mette lo smalto nero, la matita negli occhi e ama le borchie. La polizia della Greater Manchester, l’area vasta della città inglese, ha varato un nuovo regolamento: ogni tipo di violenza contro “goth” (chiamati in Italia anche “dark”), emo, punk o metallari sarà d’ora in poi considerato un “crimine d’odio”, alla stregua delle discriminazioni in base alla razza, alla religione, alla disabilità, all’orientamento sessuale o all’identità transessuale. Discriminazioni già severamente punite nel Regno Unito, alle quali ora, appunto, si sommano quelle contro le “subculture” dei giovani e meno giovani. Il regolamento ha validità locale, ma le prossime sentenze dei tribunali di Manchester costituiranno sicuramente un precedente e, in un regime di common law come quello britannico, è facile immaginare che la tutela si estenderà presto anche ad altre città. La decisione della polizia del nord dell’Inghilterra arriva in seguito alla mobilitazione della Sophie Lancaster foundation, che per sei anni ha chiesto nuove regole.
Sophie Lancaster era una giovane goth – o dark – che, nel 2007, fu uccisa nel Lancashire da un gruppo di adolescenti che non gradivano il suo abbigliamento e il suo aspetto. Tutti e cinque sono poi stati arrestati e, dalla sentenza di condanna, si è arrivati alla nuova tutele. La madre della giovane, Sylvia Lancaster, ora dice: “Il regolamento della polizia ha validato il nostro lavoro di questi ultimi anni. Speriamo che ora diventi legge in tutto il Paese e venga adottato da tutte le forze dell’ordine”. Per ora il ministero delle Pari opportunità tace, ma qualche tempo fa la titolare Lynne Featherstone aveva ammesso che l’attuale legge sui crimini d’odio presenta delle lacune e non è abbastanza inclusiva. Le quattro categorie esplicitamente tutelate dal nuovo regolamento non sono di certo esaustive, è stato subito notato, ma uomini e donne di cultura del Regno Unito plaudono comunque all’iniziativa, che è stata resa possibile anche dall’intervento della cantante statunitense Courtney Love, ex moglie del cantante dei Nirvana Kurt Cobain.
La cultura dei goth, in particolare, è tuttora forte nel Regno Unito. Abbigliamento scuro, smalti e rossetti ancora più scuri e una tendenza a evitare ogni tipo di abbronzatura: se gli anni Ottanta furono l’apice della “moda” – ma per qualcuno è soprattutto un modo d’essere – molti goth resistono anche nel 2013, anche se spesso rimpiazzati dagli emo. La violenza nei confronti di chi appare “freak”, come si usa dire nel Regno Unito, è più di una volta salita agli onori delle cronache. Nel 2008, un ragazzo messicano fu ucciso per il suo abbigliamento e si parlò in quell’occasione di vero e proprio crimine d’odio. Che le subculture in Gran Bretagna siano molto forti lo ha dimostrato anche l’ultimo censimento: 6.242 britannici l’anno scorso si definirono di “religione heavy metal”, un numero comunque di certo inferiore alla reale consistenza del fenomeno.
Alla fine degli anni Ottanta, l’allora sindaco di Parigi Jacques Chirac chiese alla polizia una stretta sui punk e le altre “subculture”, goth soprattutto, perché, a suo parere, spaventavano le orde di turisti nella Capitale francese. Gli “ordini” di Chirac ebbero non poche conseguenze. Un “clima d’odio”, come ricorda ora l’autore e critico musicale britannico Simon Price – ex goth che ancora veste di nero – dalle colonne del Guardian. “Un brutto clima del quale ne avremmo fatto volentieri a meno noi britannici che amavamo soggiornare a Parigi. Questa svolta che arriva da Manchester dimostra che anche la polizia può essere illuminata. Noi tutti considerati freak non possiamo che essere grati a chi ha varato questo regolamento”.