“Chiudere il lungomare alle auto è stata una ‘genialità’”. Lo afferma il sindaco di Napoli Luigi de Magistris in un passaggio dell’intervista a Conchita Sannino sulle pagine locali di Repubblica che, a mo’ di ossimoro, è stata titolata così: ‘Pronto a fare autocritica’.
Ma davvero? E su cosa? Su un dispositivo del traffico che ha spaccato Napoli in due allungando all’inverosimile i tempi di percorrenza della città, viste le condizioni disastrose del trasporto pubblico, fino a scatenare le proteste di migliaia di commercianti? Parrebbe di no.
Sui ripetuti annunci di una raccolta differenziata dei rifiuti da portare al 70%, percentuale che è rimasta solo promessa elettorale? Nemmeno.
Allora ci sarà autocritica sui limiti caratteriali che lo hanno portato a litigare furiosamente con assessori e collaboratori presentati al momento della nomina come il dream team della nuova politica e poi liquidati al primo dissenso come dei buoni a nulla? Al momento non è pervenuta.
E un po’ di autocritica sull’impegno nella fallimentare avventura di Rivoluzione Civile che inevitabilmente gli ha sottratto tempo ed energie alla risoluzione dei problemi di Napoli? “Il mio intento era di portare in Parlamento qualcuno che ci desse davvero una mano, perché come città siamo stati abbandonati” ha detto ad Andrea Postiglione su ilfattoquotidiano.it. A Beatrice Borromeo de ‘Il Fatto Quotidiano’ ha poi aggiunto: “Il flop di Rc non è mio, ma di Ingroia che ci ha messo la faccia”. Già. L’autocritica è importante.